Quotidiane confusioni
Linguetta #20 / Il "giornalese" è un altro di quei linguaggi consunti che rendono oscuri i messaggi, inondando lo spazio dei giornali (cartacei e online) di informazioni superflue.
Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Se siete appena arrivate da queste parti, vi lascio il link ad alcune Linguette passate:
Un articolo in meno (parità di genere)
La lingua è una maniglia (scrivere è progettare)
Messaggi poco fantastici e dove trovarli (volantini che parlano)
Le cose che spaventano (la semplicità per andare incontro alle altre persone)
Attraversamenti tecnici (il plain language contro il burocratese)
E ora veniamo all’analisi di oggi, che sarà sintetica e punta i fari sul mondo del giornalismo. Mi è capitato di imbattermi casualmente in alcuni pezzi scritti su un giornale locale, entrambi relativi al car sharing.
Vi riporto i due estratti originali con una versione alternativa che avrei scritto io, libero dai vincoli delle gabbie che compongono il menabò di un giornale cartaceo. In neretto ho evidenziato cose che non funzionano, e c’è dentro un po’ di tutto: espressioni trite, frasi fatte, metafore consunte, sostantivazioni, burocratismi.
Estratto 1
❌❌❌❌❌
L’Amministrazione guidata da Anacleto Miraglia sta iniziando a ragionare sulla possibilità di portare sul territorio di Paperopoli una flotta di veicoli elettrici per il car sharing, il servizio di autonoleggio per spostamenti sul territorio regionale. L’aggiudicazione ha già avuto luogo e ora stiamo attendendo i tempi tecnici necessari per entrare nel vivo - spiega l’assessore all’Ecologia, Battista De Paperis. Presto saremo in grado di comunicare quali saranno le tariffe per i cittadini e come effettuare la prenotazione, che dovrà avvenire tramite una apposita app.
[17 righe di giornale]
✅✅✅✅✅
Auto per il car sharing a Paperopoli. È questa l'idea dell’amministrazione guidata da Anacleto Miraglia: un servizio di autonoleggio per muoversi in tutta Lombardia, pagando una piccola tariffa e prenotando l’auto con un’app.
[7 righe di giornale]
Estratto 2
❌❌❌❌❌
Marte schiaccia il piede sull’acceleratore green e fa una volata verso la promozione di servizi che puntano a incentivare nella popolazione uno spirito di sostenibilità ambientale. L’ultima idea dell’Amministrazione guidata da Frank Basettoni è l’attivazione sul territorio di un servizio di car sharing con mezzi esclusivamente elettrici.
✅✅✅✅✅
Marte vuole che la sostenibilità ambientale diventi una priorità per la sua cittadinanza: per questo l’amministrazione di Frank Basettoni attiverà un servizio di car sharing di sole auto elettriche.
Una testa piena zeppa
Ora, la questione non è solo quantitativa (per quanto riuscire a fare sintesi dovrebbe essere uno dei compiti del giornalismo). Il problema è lo spazio che quelle parole in più occupano nella testa di chi legge, soprattutto nello stato di sovraccarico informativo in cui viviamo.
Potrei aprire una parentesi sull’opportunità dei giornali di carta (locali e nazionali) di continuare ad avere così tante pagine, ma m’infilerei in un discorso complesso che riguarda il sistema dell’informazione e deve anche bilanciarsi con gli aspetti di sostenibilità economica e finanziaria (leggasi pubblicità e necessità di fare tornare i conti).
Certo, almeno nelle versioni online (è il caso del secondo esempio che ho riportato) sarebbe bello vedere questa capacità di sintesi in azione, considerata la libertà dagli schemi fissi della carta.
Quello che voglio sottolineare è che tutte le parole che ci circondano e con cui entriamo in contatto concorrono a formare il nostro modo di parlare, scrivere e ragionare. Gli esempi qui sopra lo dicono chiaro: un giornalismo che allunga la minestra soltanto per stare dentro uno schema compositivo non sta rendendo un buon servizio a chi legge.
E questo modo di scrivere - come il burocratese, il legalese, il markettaro e altri linguaggi fossilizzati in frasi fatte e formule di maniera - corrompono il pensiero, soprattutto a livello inconscio.
Lo studioso di comunicazione Gregory Bateson diceva:
L’informazione è una differenza che produce differenza.
Significa che un certo modo di informare (oppure di comunicare, nel caso di una pubblica amministrazione o un’azienda) ci aiuta a capire meglio l’informazione che riceviamo. Anche se si tratta di notizie spicciole come quelle degli esempi riportati: riusciamo a coglierle senza sforzo e senza sovraccaricarci di inutili orpelli.
L’informazione è un cambiamento che genera un cambiamento.
Proprio quello che fanno le parole scelte con cura, le parole utili, che ci parlano con chiarezza e riusciamo a fare nostre al primo colpo, pronte poi a trasformarle in azione. Si tratta anche e soprattutto di una questione di rispetto, di cortesia verso chi legge.
Come sempre, questione di farsi capire.
📚 A me occhi, please
Non c’entra il grande Gigi Proietti (in ogni caso, vi lascio qui il link al suo spettacolo). Dicevo, il titoletto qui sopra riguarda il bene più scarso che c’è in giro: la nostra attenzione. Quella che tutti richiedono, quella che tutti vogliono e che sta a noi gestire. Ne parla il giornalista Beniamino Pagliaro in un bel libro di qualche anno fa che s’intitola Attenzione! Capire l’economia digitale ti può cambiare la vita.
E già che ci siamo suggerisco un libro snello, preciso, illuminante che lessi durante gli anni dell’università (ahimè si parla di più d’un decennio fa); ma il libro che vi sto per suggerire è stato scritto addirittura nel 1904. S’intitola Sul giornalismo e l’autore è Joseph Pulitzer - proprio lui, quello del premio Pulitzer, uno dei più grandi giornalisti ed editori della storia. In copertina c’è una frase, che vi regalo (come sono magnanimo 😁) qui di seguito:
Un’opinione pubblica bene informata è la nostra corte suprema. Perché a essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie, la corruzione, l’indifferenza popolare o gli errori del governo; una stampa onesta è lo strumento efficace di un simile appello.
🎥 È la stampa, bellezza!
La frase è famosa e sta alla fine del film L’ultima minaccia di Richard Brooks (il film non l’ho visto, ma mi dicono sia un un bel noir tratto da una storia vera). Ho visto invece L’asso nella manica (Billy Wilder, 1951) con un Kirk Douglas da applausi nel ruolo di un infido reporter: uno dei più bei ritratti di un giornalismo sensazionalistico e dell’insaziabile appetito del pubblico per gli scandali e la spettacolarizzazione.
Altra storia vera di un giornalismo che si fa valere come forza della verità è quella raccontata da George Clooney nel 2008 con Good Night, and Good Luck. Se non l’avete visto, lo trovate in streaming su Amazon Prime Video.
Ultimo consiglio di giornata: Il caso Spotlight (Tom McCarthy, 2015). Lo trovate su Netflix ed è un’altra storia vera, quella di un gruppo di giornalisti del Boston Globe che fa emergere i casi di pedofilia cronica all’interno della diocesi di Boston. Ed è un esempio di come il giornalismo investigativo sia quello strumento di giustizia sociale di cui parlava Joseph Pulitzer.
🔥 Bonus track
Linguetta parla di uso della lingua nella comunicazione, ma con i suggerimenti letterari e cinematografici mi piace consigliarvi sempre opere che mi hanno colpito, segnato, formato e che magari toccano temi non direttamente collegati alla lingua.
Allora oggi, visto che siamo entrati nel mondo del giornalismo, aggiungo a tutto questo un altro consiglio: la newsletter settimanale curata dal giornalista della Stampa Nicolas Lozito. La trovate sempre su Substack, si chiama Il colore verde e parla di crisi climatica con competenza e ottima capacità di sintesi.
E con questo ci salutiamo.
Ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Il 💖 per farmi sentire tutto il vostro apprezzamento sta sempre al suo posto, qui sotto, proprio accanto ai pulsanti per commentare e fare passaparola di Linguetta.