Contenere voci
Linguetta #161 / Anche nella lettura ad alta voce sono la capacità di sentire un testo e di accordare l'orchestra che abbiamo dentro a renderla seduttiva per chi ci ascolta.
Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Pochi giorni fa guidavo verso un posto in Trentino dove seguire un corso sulla lettura ad alta voce1, quando ho sentito la voce di Google Maps dirmi: “Alla rotonda prendi la prima uscita per Lavìs”.
Ho pensato che l’algoritmo non conoscesse gli accenti, perché io ho sempre detto Lavis. Be’ mi sbagliavo: il paese si chiamava Lavìs, con l’accento sull’ultima sillaba.
Eccola lì, la presunzione del sapere.
Leggere (e scrivere) sono attività che richiedono un allenamento all’umiltà, cioè non presumere di conoscere già le cose.
Si tratta di ricordare che il testo che abbiamo davanti è un dispositivo di possibilità con cui noi che leggiamo portiamo qualcosa a chi ci ascolta.
È questione di sentirlo, il testo, sapendo che il grosso del lavoro di lettura sta nel gestire la misura, l’equilibrio delle parole che pronunciamo.
All’essenziale
Ricordo che un po’ di anni fa entrai alla Galleria dell’Accademia di Firenze, dove c’è il David di Michelangelo Buonarroti, eppure più che l’imponenza di quella statua, nella testa mi si piantò il contorno di pietra dei Prigioni: quattro blocchi di marmo in stato incompiuto, ciascuno con una figura umana non-finita, in modo che si vedesse il processo di scavo dentro la pietra.
Ecco, quelle statue rendono evidente l’arte della scultura, che è fatta di un continuo togliere, fino ad arrivare alla forma essenziale dell’opera.
Vale la stessa cosa quando correggiamo, rivediamo, riscriviamo un testo, perché dentro ci siano solo le parole necessarie.
Chi legge scolpisce.
E vale anche nella lettura ad alta voce, che deve scegliere le pause, pesare gli spazi dei silenzi, trovare le parole-chiave da evidenziare, immaginare i suoni con cui dare corpo al testo.
Come dice l’attore e lettore Alfonso Cuccurullo:
La lettura è seduzione, e poi diventa deduzione, cioè il modo di introdurre bambini e bambine nel mondo.
Il riferimento è agli albi illustrati, ma credo si possa estendere a qualsiasi testo da leggere in uno spazio pubblico, perché in una comunicazione di gruppo chi ascolta è un miscuglio di eccitazione e diffidenza.
Allora è l’inizio che genera tutto il resto, e il momento iniziale richiede lentezza.
Il suono è lettura.
E nel leggere un albo illustrato per un pubblico di piccoli umani, i suoni onomatopeici che usiamo servono sia per attirare l’attenzione sia per distendere l’ascolto delle persone.
Ben ponderati, i suoni si insinuano nella storia e attirano le persone. Creano la magia narrativa.
Trasformarsi
Ogni volta che in un testo da leggere individuiamo una parola-chiave, quella parola subisce una metamorfosi con tutte le cellule del nostro corpo. Lascio ancora spazio alle parole di Alfonso Cuccurullo:
Un suono deve essere metamorfosi, come quando leggiamo e incontriamo parole che ci cambiano.
Ecco, il cambiamento che si produce in noi accade perché il suono ha una forma di memoria. Allora, per leggere ad alta voce bisogna mettersi in una posizione scomoda rispetto al testo che abbiamo davanti: significa trovare parole e suoni che sentiamo, e appoggiarci a essi; così come vanno trovate nel testo le nostre pause, che stanno tra le righe, al di là della punteggiatura segnata.
E serve ricordarci che la parte più importante di una lettura è quando lettrice o lettore non leggono, perché allora si produce una riflessione collettiva.
Il silenzio precede sempre un momento di illuminazione.
Succede ogni volta alla fine di una storia, quando c’è un sospiro, che è il momento della decompressione in cui si capisce davvero che cos’è successo nella storia: come quando andiamo al cinema a vedere un film, e stiamo lì nel buio della sala a fare depositare quello che abbiamo visto.
Anche nel leggere ad alta voce c’è una responsabilità della parola, che è la stessa dello scrivere: ogni sfumatura conta, che sia parola, suono, pausa.
La cosa bella è che, come nella scrittura, si continua a imparare, accordando ogni volta l’orchestra di voci che conteniamo.
Diventando ogni volta l’alchimista migliore per il nostro testo.
P.S.
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🖊️ Inversi
Oggi pochi versi da un saggio in forma di poesia scritto da Mariangela Gualtieri, cioè L’incanto fonico. L’arte di dire la poesia.
Penetrare nei nascondigli della voce.
Poesia è veritiera. Chiede voce veritiera.
Nuda voce non impalcata non accessoriata non potenziata.
Nuda voce più nuda.
📚 Vivi silenzi
La parte più magnetica di una lettura è quando chi legge si sgonfia, cioè quando arriva al sospiro finale fatto di silenzio. Allora prendete l’albo illustrato La mia invenzione di Silvia Vecchini, illustrato da Maria Girón. Tutto diventerà più chiaro.
🎥 Storie da giocare
Il consiglio è per un film che ho rivisto con due miei nipoti: si tratta di Jumanji, che se avete occasione di vederlo con bambine e bambini, be’ fatelo. Per me non ha perso un grammo del fascino di quando lo vidi la prima volta, nel 1995. Sta su Netflix.
Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Cerchiamo parole, suoni, gesti, pause perché un testo letto si veda, che in fondo basta usare il 💖, lo stesso cuore che sta qui sotto e che potete pigiare per dirmi se v’è piaciuta la puntata.
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Il corso che ho fatto s’intitolava CLANG. Voci, suoni e rumori nella lettura ad alta voce, tenuto dall’attore e lettore Alfonso Cuccurullo e dall’esperta di letteratura Irene Greco di Leggimiprima.
I prigioni, che ricordo hai dissotterrato! Forse l'opera di Michelangelo più esplicita rispetto al suo processo creativo.
Comunque mi hai illuminata: non avevo mai pensato al fatto che attraverso la lettura ad alta voce degli albi illustrati introduciamo i bambini e le bambine nel mondo. Lucio mi fa leggere gli stessi libri 86 volte i una sera e ogni tanto mi chiedo se non si annoi o se la sua missione sia impararlo a memoria. Forse è proprio così, li ama così tanto che, non potendo leggerli ancora da solo, cerca di ricordarseli a memoria. "Scolpirli" nella sua immaginazione per riviverli tutte le volte che vuole.
Grazie come sempre per questa bella puntata!
Jumanji è un filmone 😀 è vero, anche secondo me è invecchiato molto bene.