Casa
Scatoline #3 / Ogni volta che usiamo la parola 'casa', costruiamo figure e profili diversi nella nostra testa. Nadeesha Uyangoda e Sara Menetti ci aiutano a vederne alcuni.
Ehilà, eccomi con una nuova puntata delle Scatoline x Linguetta!
Ricordo che fu un momento di rivelazione quando, in prima liceo, sentii la profe di inglese raccontarci la differenza tra house e home, cioè due sfumature di una stessa parola che restituiscono la brillantezza della polisemia della lingua.
Se house indica genericamente l’edificio dove abitare, home descrive la nostra casa.
La prima accezione è una casa con l’articolo indeterminativo, la seconda con quello determinativo: è proprio la nostra casa, quella che vediamo anche a occhi chiusi, che respiriamo, che riconosciamo non appena ne scorgiamo la sagoma.
Un po’ come i pescatori dei borghi costieri, che dipingevano e decoravano le rispettive case con un colore preciso, perché così, di ritorno dal mare, sapevano individuarle subito. E potevano già sentirsi un po’ a casa.
Può avere un sacco di forme la nostra casa però più di tutto è la vibrazione che avvertiamo nella parola inglese home, fatta di connotati familiari.
Come una scatola dentro cui sappiamo di trovare cose e persone che ci fanno sentire protettǝ, tranquillǝ, amatǝ.
Lo riassume bene Nadeesha Uyangoda in una delle frasi a tutta pagina della Scatolina:
Telefono casa
Casa è una parola semplice, fatta di due vocali e una consonante che si ripete. È una parola che a dirla ci fa sentire al riparo, è un rifugio.
Ma può anche essere una parola dolorosa, per chi una casa non ce l’ha, per chi non ce l’ha un posto dove stare e dove tornare quando buio e freddo si insinuano tra i muri esterni di chi abita tutte le altre case.
Allora la casa può essere anche un posto piccolo, provvisorio, ma dove ci sono persone che ti fanno sentire accoltə, dove sai che c’è uno spazio sicuro, uno spazio per te, uno spazio vitale.
Ecco, forse la casa è un luogo che diventa uno spazio.
Qualcosa che si allarga e ti allarga dentro, all’interno della prima casa che conosciamo, fatta di organi, pelle e curiosità.
Allora, quella casa che chiamiamo corpo la portiamo in giro per scoprire altrove e desiderare possibilità, anche se a volte c’è chi quel corpo viene costrettə a spostarlo da un’altra parte, lontano, per trovare una nuova casa dove farlo riposare.
Le case hanno forma e dimensione diverse, ci sono case ferme e in movimento, case momentanee e case definitive. Soprattutto, case che contano e ti fanno contare.
A volte sono un abbraccio, un naso contro naso, uno sguardo mantenuto, o una voce che ti chiama e disegna la tua casa.
Espandere la casa
La casa è un contenitore, che non sempre ci piace, che possiamo modificare e cambiare, perché diventi il nostro posto felice, dove sentirci vivə.
Allora proviamo a esplorare queste possibilità di significato, facendoci aiutare anche dai suggerimenti di chi ha provato a scrivere e disegnare il senso della casa, cioè Nadeesha Uyangoda e Sara Menetti. Ecco i rispettivi tre consigli di lettura, visione, ascolto:
Nadeesha Uyangoda1
Abitare stanca, un saggio di Sarah Gainsforth.
La storia di Souleymane di Boris Lojkin, film del 2024 che ha ricevuto il premio Un certain regard al festival di Cannes.
Home di Edward Sharpe and the Magnetic Zeros.
Sara Menetti2
Gita al faro di Virginia Woolf (con la traduzione di Anna Nadotti) oppure nell’edizione con il titolo Al faro e la traduzione di Nadia Fusini.
Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento di Horemasa Yonebayashi (2010), ispirato al primo della serie di romanzi Sotto il pavimento scritti dall’autrice inglese Mary Norton.
Home dei Depeche Mode.
P.S.
Ho deciso di riunire i consigli musicali in una playlist su Spotify, che quindi si popolerà di due canzoni ogni due settimane. Si chiama Scatoline x Linguetta, ma ci aggiungo anche i consigli di chi legge questa newsletter.
Perciò, se volete espandere ogni parola, basta scrivere nei commenti o mandarmi tutto via mail; poi cercherò di inserire i vostri consigli in una pagina a parte di Scatoline espanse. Così alla fine avremo un bel puzzle collaborativo da esplorare.
Mi sa che è tutto, noi ci vediamo alla prossima Scatolina!
Che uscirà venerdì 20 dicembre, alla scoperta della parola DIVERSO, scritta da Fabrizio Acanfora e illustrata da Francesco Chiacchio.
Nadeesha Uyangoda è scrittrice e podcaster. Su Instagram la trovate come @the.nuardian.
Sara Menetti è fumettista e illustratrice. Su Instagram la trovate come @saravanstukk.
Casa è una parola semplice, forse è per questo che mi piace tanto. Perché alla fine sono proprio le parole semplici quelle che ampliano il significato e contengono moltitudini. Grazie per questa letterina, Andrea :)