Scatole di parole
Scatoline #0 / Un'intervista alla casa editrice effequ per cominciare il racconto della collana Scatoline, un alfabeto di parole da esplorare insieme fino all'autunno 2025.
Ehilà, eccomi con uno spin-off1 di Linguetta!
Ci pensavo da un po’ a come espandere questo contenitore di parole, assecondando l’indole letteraria che sta dentro le vite delle persone e che costituisce anche questa newsletter.
Linguetta è una mescolanza di riflessioni sulla lingua e di pensieri che spesso osservano ad altezza di bambinǝ.
Ecco perché ho chiesto a una casa editrice di collaborare a un progetto che durerà poco più di un anno e che sento vicino al modo con cui stappiamo le parole qui dentro Linguetta.
Si tratta della casa editrice effequ, fondata da Francesco Quatraro e Silvia Costantino.
Insieme esploreremo Scatoline, la collana di saggi per giovani menti diretta dalla sociolinguista Vera Gheno – che come sapete per me è un po’ la nume tutelare di questa newsletter.
Lo faremo ogni due venerdì2 attraversando in ordine alfabetico le 26 parole che costituiscono gli altrettanti volumi delle Scatoline, ogni volta espandendone una anche coi fulminei consigli di lettura / visione / ascolto di chi l’ha scritta e disegnata.
In questa puntata zero ascoltiamo chi ha ideato, progettato, costruito questa collana di brevi saggi per bambine e bambini.
Raccontano il progetto di Scatoline:
effequ, cioè Francesco Quatraro e Silvia Costantino
Vera Gheno, curatrice della collana
Ørtica (Simone Ferrini), designer della gabbia grafica
ADA (Chiara De Marco), illustratrice del puzzle di copertine
Prima di ogni risposta trovate scritto in grassetto chi risponde. Ecco le 11 domande.
1. Com’è nata l’idea delle Scatoline?
effequ
Era da molto tempo che volevamo creare qualcosa per persone più piccole, avendone anche in casa una e notando quanto fosse curiosa e attenta al nostro lavoro.
In qualche modo ci piaceva l’idea di fare una cosa per lei, ma nel nostro stile: ecco perché la scelta è ricaduta su una collana di saggistica, e non di narrativa.
2. Perché la parola scatolina?
effequ
L’idea è proprio quella di trattare le parole come piccole scatole da cui estrarre pensieri, riflessioni, significati.
Il senso di questa scelta si compie appieno se consideriamo che alla fine di ogni volumetto c’è una parte interattiva, quella della ‘restituzione’: l’immagine da colorare, e una pagina in cui si può scrivere la propria definizione della parola in oggetto. O farsela scrivere dalla famiglia.
Vera Gheno
Il nome nasce dall’inventiva di Silvia e Francesco, ma a me l’idea di libri che potessero contenere una parola, come, appunto, delle piccola scatole, è piaciuta subito. Per cui l’ho abbracciata con entusiasmo.
3. In questo alfabeto c’è un bel miscuglio di parole astratte e concrete: come avete scelto la parola per ogni lettera?
Vera Gheno
L’idea di base è trattare alcune delle parole rispetto alle quali facciamo domande difficili da rispondere quando siamo nella fase di costruzione del nostro lessico e della nostra visione del mondo. Chi è che non ha mai vissuto la straniante situazione di sentirsi chiedere dal proprio figlio o dalla propria figlia cose come “Che cos’è l’amicizia?” o “Cosa vuol dire ‘casa’?”.
Diciamo che l’idea alla base del progetto è questa: fornire spunti di discussione in famiglia, tra membri grandi e piccini, rispetto a parole che sono molto importanti, ma che spesso vengono date per scontate.
A volte, avevamo già in mente la parola, e abbiamo scelto la persona per scriverla consequenzialmente. A volte è anche successo di desiderare molto la presenza nella collana di una determinata persona, e quindi cercare un termine che fosse compatibile esattamente con lei.
Il fatto che ci siano termini concreti e astratti è, almeno per me, dovuto al fatto che non desideravo dirigere una collana meramente “filosofica”, ma più di riflessione sulla vita nei suoi molteplici aspetti. Per questo, diverso può convivere con ketchup, per prendere due estremi.
4. Ci sono parole che volevate mettere ma a cui avete dovuto rinunciare?
Vera Gheno
È capitato avessimo in mente la parola perfetta per unǝ determinatǝ autorǝ, ma che quella persona non fosse disponibile o non se la sentisse di imbarcarsi nell’impresa.
Sembra facile, scrivere una pagina di testo, ma non è affatto semplice. E allora ci è capitato di cambiare autorǝ, ma anche parola. Per fortuna non è che i termini scarseggino, nel lessico dell’italiano.
5. Come avete abbinato autorǝ e illustratorǝ?
effequ
Con grande sincerità: a sentimento! Dovendo scegliere con grande anticipo, la scelta di chi illustra è uguale a quella di chi scrive: si osserva il tratto, lo stile, i soggetti preferiti in un raggio ampio di persone che seguiamo e che ci piacciono, e si cerca di capire con quale parola esprimerebbero al meglio la loro bravura. Finora è andata bene :)
6. Come funziona il processo di creazione tra autorǝ e illustratorǝ: prima il testo e poi il disegno? Libertà di azione personale per ciascunǝ? Oppure l’una o l’altra cosa a seconda della coppia artistica coinvolta?
Vera Gheno
Tendenzialmente prima abbiamo l’autorǝ che scrive il testo, che poi viene mandato all’illustratorǝ di modo che prepari un’immagine ispirata al testo stesso.
effequ
Come ha detto Vera, il testo è molto importante per l’illustrazione, anche perché le due cose devono essere integrate. Ovviamente l’interpretazione del testo poi è libera, e ogni artista può lavorare col metodo e nella rappresentazione che preferisce. Una cosa davvero bella è che di rado ci è capitato di chiedere modifiche alle immagini, e mai strutturali.
7. Il sottotitolo delle Scatoline è “una collana di saggi per giovani menti“? Quel giovani trascende l’età anagrafica per parlare anche ai grandi?
effequ
Precisamente: è come nei giochi da tavolo, no, da 6 a 99+ ;) Non amiamo molto i target d’età per quanto riguarda i libri, e una collana per l’infanzia non deve essere l’eccezione.
Vera Gheno
Per come lo interpreto io, è per qualunque mente che si percepisca come giovane, indipendentemente dal dato anagrafico.
8. Come mai avete scelto il formato quadrato e lo spessore sottile dell‘album da colorare?
effequ
Il formato quadrato per due motivi: uno, perché richiama il formato dei libri effequ ‘per grandi’ (15 x 19 cm); e due, perché appunto ricorda l’idea di una scatola.
Lo spessore è dovuto a una necessità: volevamo che fossero libri da non considerare di pregio, ma anzi da usare, da stropicciare, da scrivere, con cui giocare. E che costassero poco!
9. Che cosa può diventare quella O riquadrata nella parola Scatoline della collana?
effequ
Be’, per noi rappresenta sempre la famosa lettera nella scatola di cui si parlava all’inizio, ma niente vieta di vederci quello che si vuole.
10. Perché la griglia si compone in dì e notte?
Ørtica (Simone Ferrini)
Ci piaceva il fatto che il racconto delle scatoline andasse oltre il singolo volumetto, che proseguisse idealmente nello spazio, creando un grande poster.
E che proseguisse ulteriormente nel tempo, con due grandi immagini da esplorare che raccontano il giorno e la notte, il ciclo della giornata di ogni persona, e le meraviglie nascoste nella terra, protagonista del giorno, e nel mare, soggetto della notte.
11. Che tecnica hai usato, e come l’hai scelta per questo progetto?
ADA (Chiara De Marco)
Le copertine delle singole scatoline sono progettate in modo che, messe una accanto all’altra in serie, formino un grande poster (67,5 x 90 cm).
Si tratta di illustrazioni digitali realizzate usando texture ottenute analogicamente con tecniche di stampa come la monotipia e con l’utilizzo di elementi naturali e non.
Ecco, le Scatoline sono un esperimento di saggistica per piccole persone e un modo per colmare la distanza con le persone grandi.
Sono un bel mix di parole, disegni e grafica da usare, verbo caro a Linguetta.
Che è sempre l’uso a fare la lingua.
Spero possiate usarle anche voi, o anche solo inciampare in alcune delle parole nascoste dentro quelle scatole di carta.
La puntata n. 1 racconterà la parola AMICIZIA e uscirà venerdì 8 novembre.
P.S.
Questo progetto nasce da una curiosità personale per i libri di effequ, cominciata con alcuni saggi per grandi e proseguita con le Scatoline.
Dietro ai link che inserisco c’è la volontà di parlare di un progetto che risuona con quello che faccio dentro Linguetta e con l’intenzione che possiedono le parole: fare incontrare le persone.
Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Avviciniamoci a bambine e bambini giocando con le parole, che in fondo basta usare il 💖, lo stesso cuore che sta qui sotto e che potete pigiare per dirmi se v’è piaciuta la puntata.
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spin-off è composto dal verbo inglese spin ‘girare’, ‘filare’ e dalla preposizione off ‘fuori’, insomma qualcosa che fa perno su un’opera e da questa inizia ad allontanarsi, come se gli girasse intorno. La parola spin-off abbiamo imparato a conoscerla (ed è diventata parte della lingua italiana) anche grazie a film e serie tv – io ad esempio amo gli spin-off seriali che hanno espanso l’universo di Star Wars, ma anche quel gioiello di Better Call Saul che si è generato da Breaking Bad.
Ecco, la sezione Scatoline sta sempre dentro all’universo di Linguetta, e allo stesso tempo imbocca una direzione precisa per esplorare a fondo una parte di quell’universo.
Per le persone nuove su Linguetta, ho attivato in automatico l’iscrizione anche allo spin-off Scatoline (che uscirà ogni due venerdì), ma in ogni momento potete decidere se riceverle oppure continuare solo con le classiche puntate settimanali di Linguetta.
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Grazie a chi vorrà leggerle entrambe.
Bellissimo progetto!
Sperimentare, variare, arricchire. Bravo tu Andrea e brave tutte le persone che hanno dato vita a questa collana.