Vedere l'invisibile
Linguetta #75 / Usare la supervista dei bambinə serve a conoscere e riconoscere l'ignoto per farlo diventare parte della narrazione del mondo.
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Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
All’inizio del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry c’è questo pezzo:
Meditai a lungo sulle avventure della jungla. E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno. Il mio disegno numero uno. Era così:
Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava. Ma mi risposero: “Spaventare? Perché mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?” Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante. Affinché vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa. Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi. Il mio disegno numero due si presentava così:
Le cose invisibili spesso sono soltanto cose non viste, cose alle quali non facciamo caso perché siamo abituatə a guardare in un certo modo.
Ed è lo sguardo quella cosa che bambini e bambine ci possono insegnare, la capacità di riuscire a vedere al di là.
Mi ci ha fatto pensare una cosa che mi ha detto tempo fa uno dei miei nipoti mentre parlavamo: “Zio, tanto lo so che Gughi non esiste. Oh, però mi ha detto l’ingrediente segreto per riparare lo strappo del mondo. Non posso rivelartelo, altrimenti mi stritola” [Gughi è il nome di una creatura immaginaria che s’inventò anni fa, dandogli così diritto all’esistenza].
Sono andato a memoria e magari non erano le parole esatte, comunque s’è capito il concetto: la gente piccola sa, e ci può insegnare a vedere più in là, oltre i nostri limiti di adulti.
Lo dice bene Giorgia Grilli nel bellissimo libro Di cosa parlano i libri per bambini:
L’infanzia si avventura senza freni, anche se non senza paura, in quello che, rispetto alla Casa è un Altrove.
In un certo senso le abitudini ci irretiscono, ci imprigionano, è come se ci trasformassero in tubi rugginosi.
Capita anche con la lingua, con le espressioni stantie che ci costringono a parlare in quel solito modo che diventa linguaggio burocratico / settoriale / tecnicistico.
L’ignoto da conoscere
Non vedere le cose che non si conoscono vuol dire rinunciare a capire che lì dentro sta la conoscenza, in quel non sapere ancora.
I processi linguistici sono fatti di questa materia, le parole da usare nei vari contesti le impariamo aprendoci all’ignoto; soprattutto cercando di vedere chi è ancora invisibile perché rimastə fuori dal discorso.
L’immagine che in questo caso vale più di mille parole è questa qua:
Si tratta di un monumento composto solo dal basamento, installato in piazza San Silvestro a Roma in occasione della campagna creata nel febbraio 2022 da Sanofi Italia per dare visibilità alle storie di chi ha una malattia rara.
Ogni storia è invisibile finché non la conosci.
Vale per le persone con malattie rare così come per tutte le persone che non sono rappresentate, che rimangono ai margini e che di solito sono le più fragili. Come bambini e bambine.
La lingua è il nostro superpotere, ci permette di rendere vere le cose che erano invisibili prima che le nominassimo. Cioè prima che le riconoscessimo.
Possiamo continuamente riconoscere pezzetti di mondo che vi erano rimasti esclusi, dal mondo. E possiamo farlo usando una lingua precisa e chiara, senza mai dare nulla per scontato ma prendendoci il tempo che serve per capire.
Significa lasciare spazio, cioè riuscire a vedere chi non ha mai avuto la possibilità di mostrarsi, chi è (stato messə) in minoranza, che questa sia espressa dal colore della pelle, dall’identità di genere, da corpi non conformi, dall’età, dalle abilità fisiche, dalla nazionalità.
Vedere l’invisibile è come ascoltare, anzi è la più grande forma di ascolto. E di viaggio.
P.S.
La scorsa settimana sono stato ospite con una breve riflessione sulle parole-ponte dentro alla bella newsletter
P.P.S.
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📚 Terzetto per vedere oltre
Nella Linguetta ho parlato di gente piccola, e la cosa mi ha fatto venire in mente un bel romanzo di Wu Ming 4 che ho letto poco tempo fa: s’intitola Il Piccolo Regno. Storia di un’estate, un’avventura misteriosa che vivono quattro cugini nella campagna inglese degli anni ‘30. Ed è il racconto della Gente Bassa (ragazzinə) che vive in un mondo spesso separato dalla Gente Alta (adulti).
Il secondo consiglio è Il mondo invisibile e altri racconti, che ahimè non si trova più in commercio ma che come al solito le sante biblioteche offrono sui loro scaffali a noi fedeli della Sacra Profana Lettura. Si tratta di dieci brevi storie scritte da Fabian Negrin e illustrate da dieci illustratori e illustratrici per illuminare gli invisibili.
E poi un’avventura dalle sfumature fantastiche che sta dentro la letteratura per ragazzə: Voi di Davide Morosinotto, in cui un gruppetto di ragazze e ragazzi deve aiutare un altro ragazzino. Che però è invisibile, perché fa parte del popolo dei Voi, rimasto prigioniero sulla Terra.
🎥 Dimmi cosa ti ho fatto
Un unico consiglio cinematografico stavolta, ma è uno di quelli che chi ama il cinema non può lasciarsi sfuggire: Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh (quello di Tre manifesti a Ebbing, Missouri e di In Bruges). Due attori: Colin Farrell e Brendan Gleeson. Un’isola irlandese: Inisherin. Una storia minuscola che però riempie tutto, come una crepa che si allarga.
🗞️ Approfondire
Un pezzo di Giovanna Zoboli su Doppiozero per capire che l’infanzia è dotata di un’abilità filosofica, cognitiva e immaginifica che sa supervedere. E che se sappiamo leggerla, può diventare uno stato mentale con cui interpretare il mondo a ogni età.
Il post di Luisa Carrada sul suo blog, perché una lingua piacevole da leggere — anche quando è un linguaggio tecnico — è come una bella immagine: chiara e sorprendente.
Sul Post si trova un bel pezzo sulle disabilità invisibili e su come riescono a farsi notare.
Infine, visto che ho parlato di malattie rare, vi segnalo il bel sito web dell’Osservatorio sulle malattie rare: aggiornatissimo e dentro cui trovare ogni possibile informazione, progetto e ricerca in corso su malattie e tumori rari.
Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
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Ciao Andrea, questa newsletter mi piace tantissimo. Sono sicuro che piacerebbe anche agli studenti della lingua italiana che seguono la mia newsletter e il canale. Se hai tempo potremmo pensare a una diretta sul mio canale :) Un caro saluto e buon lavoro, Simone