23 Commenti
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Avatar di Serena Blasi

Oh, quanto è importante saper fare una bella sintesi chiara, essenziale. Se ci penso è alla base di tanti esercizi di scrittura e la regola d’oro per riuscire a trasmettere l’essenza di un nostro progetto.

I riassunti che facevamo a scuola erano davvero importanti :)

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Avatar di Andrea M. Alesci

Grazie per l'espansione, Serena. Riassumere è un esercizio utilissimo, soprattutto perché ci costringe a rivedere e tagliare (che poi è la parte più difficile dello scrivere).

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Avatar di martino/pietropoli

Mi hai fatto riflettere sull’(ab)uso delle emoji come ulteriore strato di significati che spesso complicano la comunicazione. Mi spiego: nell’elenco che hai riscritto hai usato 👉 per “cosa importante” ed è corretto perché richiama l’attenzione. Eppure quante volte si vedono usate 48 emoji diverse che richiedono uno sforzo immane (“Cosa avrà voluto dire questo con questa emoji?”)?

Ci sta un numero di Linguetta! (Forse l’hai già fatto)

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Avatar di Andrea M. Alesci

Sulle emoji vorrei proprio fare una bella puntatona (forse anche più di una).

Anch'io sono sempre combattuto quando devo usarle - anche perché un mio limite è che proprio non mi vengono naturali le emoticon che si fanno con i segni di interpunzione, non avendole mai usate, nemmeno con i cellulari senza l'internet.

Dentro Linguetta cerco di metterle solo nei titoli dei consigli finali per alleggerire la struttura; mentre sui social, nei messaggi e pure qui nei commenti le uso (senza esagerare), perché mi sembra uno spazio più informale.

Però devo dire che penso sempre a quali usare e pure a quello che hai sottolineato tu: sì capirà quello che voglio dire? Sono allo stesso tempo un segno esplicito e ambiguo. Devo proprio mettermi lì a pensarci e scrivere una puntata. Grazie per lo spunto, Martino 😉.

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Avatar di martino/pietropoli

Ormai è un linguaggio che non si può ignorare e che viene usato da tantissime persone. Ho notato per esempio che lo usano tantissimo persone di una certa età mentre per i più giovani è l'opposto: mi è capitato di sentir dire da loro che è da vecchi usarne troppe e non mi meraviglio perché ci sono 60/70enni che ne usano davvero uno sproposito, spesso (quasi sempre) in modo rafforzativo, altre volte strutturandole in messaggi più complessi, dove vengono utilizzate come forma narrativa (come microstorie). Io credo di avere un vocabolario di emoji limitato a 22 simboli, ce ne sono che davvero non capisco né saprei come usare. Curiosa insomma questa cosa: si tratta di un linguaggio adottato entusiasticamente da persone abituate da decenni a usare solo l'alfabeto istituzionale. Un ultimo spunto: le singole emoji hanno un potere segreto, che è quello di avere in sé stesse diversi strati di significato. Specie quelle più figurative hanno diverse declinazioni (basti citare maliziosamente la melanzana o le gocce d'acqua) e altrettante se le inventa chi le usa. In realtà si tratta insomma di un alfabeto potentissimo, credo perché di natura figurativa. Tanti temi insomma!

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Avatar di Andrea M. Alesci

Esatto, anch'io ho rilevato questa cosa. Parlando con ragazze e ragazzi delle superiori mi hanno detto che le usano pochissimo e le vedono come una cosa da vecchi.

E come te ho notato che dai 60 anni in su vengono usate nelle chat in modo abnorme, quasi come una forma di comunicazione a sé (e spesso condire da puntini di sospensione e punti esclamativi in dosi massicce).

Stiamo sempre dalle parti del volere riempire il quadro, come se a usarne con parsimonia o non usarle si dicesse di meno.

Insomma, c'è materiale per un'ampia e profonda analisi antropologica.

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Avatar di martino/pietropoli

Decisamente :)

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Avatar di Angela Cannavò

Che bella questa Linguetta, davvero: è stato molto stimolante leggerla, mi hai dato molte soluzioni contro l’antilingua quotidiana. Aggiungo una piccola considerazione, visto che ci sbatto la testa spesso: credo sia importante iniziare ad avere questa conversazione anche con “i legali”. Al netto di interessanti punti di vista e interpretazioni, da parte loro noto spesso il timore che un linguaggio meno forbito sia anche meno difendibile.

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Avatar di Andrea M. Alesci

Grazie Angela, riuscire ad aprire spazi di riflessione è uno dei sensi di Linguetta.

Interessante anche quello che dici sul legalese, che è uno di quei linguaggi che bloccano spesso l'azione. Se vuoi seguirlo su Linkedin o dare un occhio al suo sito, c'è Giorgio Trono che è un avvocato e si occupa proprio di legal design e lo guaggio guridico (ha anche una newsletter qui su Substack); però lo trovi pure su Telegram col canale "Design, parole e diritto".

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Avatar di Angela Cannavò

Grazie Andrea! Conosco il lavoro di Giorgio Trono ma non sapevo della newsletter: corro a iscrivermi.

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Avatar di Davide Tamburrini

Sai, leggendo il tuo post mi è venuto in mente un bell'articolo del post (credo fosse dello scorso anno, ma vado a memoria), in cui si parlava proprio del linguaggio burocratico e della sua supposta "oscurità". A volte, sarà perché sono sospettoso di natura, ma mi viene il dubbio che cerche comunicazioni siano rese difficili di proposito

Edit: Eccolo l'ho ritrovato, te lo linko in caso ti andasse di dargli uno sguardo: https://www.ilpost.it/2023/04/26/sentenze-linguaggio-giuridico-problemi/

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Avatar di Andrea M. Alesci

Me lo ricordo questo bel pezzo del Post, grazie comunque di avermelo rilinkato così me lo salvo in una cartellina apposita. Uno dei tanti motivi per cui piace anche a me Il Post è che mettono in pratica una cosa semplice di chi comunica: farsi capire. Chi invece si ostina a parlare difficile crea solo asimmetrie di potere (che vuole conservare).

Ti segnalo anche questo bel pezzo di due anni fa, sempre del Post: https://www.ilpost.it/2022/09/23/nuova-zelanda-plain-language-bill-linguaggio-burocratico/

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Avatar di Davide Tamburrini

Che belle queste condivisioni di idee pensieri e suggerimenti. Ho appena letto il breve articolo che mi hai linkato e già mi viene voglia di tirare fuori Calvino e il suo articolo sull'"antilingua" e farmi una chiacchierata. Ma temo non finiremmo più di scambiarci roba e quindi a malincuore mi contengo, ti ringrazio dell'articolo e aspetto con ansia il prossimo numero di questa newsletter :)

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Avatar di Andrea M. Alesci

Che bello! Sottoscrivo, questi scambi sono generativi di pensieri e idee anche per me. E la cosa entusiasmante di Substack è che ogni volta ci si trova a riflettere, commentare e scambiarsi prospettive in varie newsletter.

Sarebbe bello a un certo punto ritrovarsi anche di persona con un po' di gente che scrive e legge su Substack. Ne parlavo tempo fa con alcune substacker, e siccome parlavamo di isole, era saltata fuori come possibile meta Sant'Antioco. In ogni caso, mi fermo qua altrimenti anch'io vado avanti a ruota libera :)

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Avatar di Davide Tamburrini

Wow, che idea fantastica. Preparo il costume!

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Avatar di Enrica Nicoli Aldini

Grazie. Ci voleva. Devo dire la verità: se chiedi a me, i tuoi suggerimenti si applicano anche a tutti gli altri canali tramite i quali viene mediata la comunicazione non solo della PA, ma anche di qualsiasi realtà si interfacci con il pubblico (le email di assistenza clienti delle aziende sono illeggibili). C’è questa mania di infarcire i periodi con vocaboli complessi all’interno di costrutti convoluti, l’utilizzo della maiuscola per i pronomi personali (Lei, Voi), tutta una laboriosità lessicale e sintattica che ha la funzione di far sembrare il messaggio formale, serio, colto, quando in realtà non stai dicendo niente. O meglio: è dirlo in maniera semplice che esalta il significato e raggiunge l’obiettivo comunicativo, non viceversa.

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Avatar di Andrea M. Alesci

Grazie Enrica. Sì, ahimè il burocratese si annida in svariate forme di comunicazione (pubbliche e non). Sembra sempre che a parlare non siano più persone ma entità macchiniche inconsistenti, che come dici tu "si esprimono con messaggi formali, seriosi, colti, quando in realtà non dicono nulla".

Per fortuna c'è in giro chi sa comunicare bene e in modo semplice, ma ancora tante realtà faticano a capire che usare parole piane non scredita chi parla, anzi rende tutto più comprensibile, leggibile, umano.

Se possono servirti, un po' di puntate di Linguetta tecniche come questa le ho raccolte nella sezione "Strumenti" che si trova nel menù.

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Avatar di Cosa leggi? | Maria Giulia

La relazione tra contenitore e contenuto, e aggiungerei del medium, è una tra le questioni più interessanti (e sottovalutate) della comunicazione, non solo a livello pubblico ma anche a livello privato (laddove si concentra più gerontocrazia). Per chi racconta storie poi è difficile che il dove conti meno del cosa. Ma questa è solo una mia idea...grazie per gli spunti super interessanti!

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Avatar di Andrea M. Alesci

Grazie Maria Giulia. Sì, proprio come dici tu, contenitore, contenuto e mezzo che li porta sono strettamente legati (e la gerontocrazia è spesso un generatore acuto di burocrazia).

E anche sul raccontare storie il 'dove' è sempre determinante nel dare una diversa forma alla storia, ma qui si aprirebbe un discorso larghissimo. Magari ci torno su in una futura puntata di Linguetta 😄.

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Avatar di Sara Mostaccio

Il burocratese mi affascina perché usa termini che nessun altro si sognerebbe mai di usare più 😅 ma no, non è la lingua più efficace per comunicare (mai, non solo su social e strumenti contemporanei, è veramente respingente)

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Avatar di Andrea M. Alesci

È proprio come schiantarsi contro un muro il burocratese, con l'aggravante che quel muro è come fosse di burro e ci intrappola: serve una resistenza ampia, diffusa e tenace contro questa "burrocrazia" che annienta la lingua e le persone!

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Avatar di Sara Mostaccio

Bello burrocrazia 😄 solo la parola, la trappola no!

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Avatar di Rocco Rossitto

<3 @andrea

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