Linguetta #164 / I gradini delle scale - ferme o mobili - sono segni di un desiderio di cambiamento, pause per superare il tempo, ma anche possibili barriere da risolvere.
Questa la racconto spesso ma è stupenda: una volta chiesero al famoso architetto giapponese Tadao Ando perché progettasse così tante scale nelle sue opere. Rispose “perché stiamo sempre seduti. Voglio far ricordare alle persone che il loro corpo ha un peso, voglio che pensino alla gravità”.
Grazie Martino, me la appunto: riassume perfettamente il desiderio di movimento che possiedono i corpi. Ed è una cosa che da diversi anni ricordo anche a me stesso e che è ormai è diventata una mia abitudine: ogni volta che vedo un ascensore o una scala mobile, io naturalmente cerco le scale dove esercitare la libertà del passo.
Ciao Andrea, mi sento molto onorata di far parte delle Lettere Natalizie di questa puntata. Grazie! Mi ha molto toccata questo accostamento tra le scale fisiche e quelle metaforiche del linguaggio. A questo proposito, io ho un debole per le scale a pioli, che ci invitano ad arrampicarci e a sfidare la gravità (senza esagerare!).
Grazie Federica per l'aggiunta delle scale a pioli: era un po' anche l'intenzione della puntata quella di stimolare l'espansione della parola 'scale', che anche nella mia testa aveva un sacco di altre declinazioni (ma mi sarebbe servito un saggio per esaurirle tutte 😅).
Wow grazie per avermi messa dentro questa puntata di Linguetta! Ma che meraviglia la metafora di Rodari e le sue parole "Perché al bambino piace salire in su, il linguaggio deve farlo crescere". Vale per il linguaggio, ma anche un po' per tutto il resto.
Tangerine e Florida Project erano eccezionali quindi mi aspetto grandi cose. A proposito di attori non professionisti scelti bene invece ho recentemente apprezzato Vermiglio di Maura Delpero.
D'accordo con te: Vermiglio mi è piaciuto tanto, anche per la recitazione (una delle più brillanti quella del bambino che punteggia di commenti un sacco di scene e lascia intravedere lo sguardo lucido dei più piccoli).
Questa la racconto spesso ma è stupenda: una volta chiesero al famoso architetto giapponese Tadao Ando perché progettasse così tante scale nelle sue opere. Rispose “perché stiamo sempre seduti. Voglio far ricordare alle persone che il loro corpo ha un peso, voglio che pensino alla gravità”.
Grazie Martino, me la appunto: riassume perfettamente il desiderio di movimento che possiedono i corpi. Ed è una cosa che da diversi anni ricordo anche a me stesso e che è ormai è diventata una mia abitudine: ogni volta che vedo un ascensore o una scala mobile, io naturalmente cerco le scale dove esercitare la libertà del passo.
Ciao Andrea, mi sento molto onorata di far parte delle Lettere Natalizie di questa puntata. Grazie! Mi ha molto toccata questo accostamento tra le scale fisiche e quelle metaforiche del linguaggio. A questo proposito, io ho un debole per le scale a pioli, che ci invitano ad arrampicarci e a sfidare la gravità (senza esagerare!).
Grazie Federica per l'aggiunta delle scale a pioli: era un po' anche l'intenzione della puntata quella di stimolare l'espansione della parola 'scale', che anche nella mia testa aveva un sacco di altre declinazioni (ma mi sarebbe servito un saggio per esaurirle tutte 😅).
Wow grazie per avermi messa dentro questa puntata di Linguetta! Ma che meraviglia la metafora di Rodari e le sue parole "Perché al bambino piace salire in su, il linguaggio deve farlo crescere". Vale per il linguaggio, ma anche un po' per tutto il resto.
Le parole semplici e sintetiche di Gianni Rodari valgono come un saggio, e come dici tu Valentina, si applicano a tutto quanto.
Anora è mio grande desiderio vederlo ma devo trovare l’incastro giusto…!
Spero tu riesca a trovarlo, perché Sean Baker è proprio bravo (ma pure attori e attrici scelte).
Tangerine e Florida Project erano eccezionali quindi mi aspetto grandi cose. A proposito di attori non professionisti scelti bene invece ho recentemente apprezzato Vermiglio di Maura Delpero.
D'accordo con te: Vermiglio mi è piaciuto tanto, anche per la recitazione (una delle più brillanti quella del bambino che punteggia di commenti un sacco di scene e lascia intravedere lo sguardo lucido dei più piccoli).