Mostro
Scatoline #13 / Per conoscere chi ci sembrava distante e stranə basta fermarsi, immaginare, conoscere, capire. Ce lo raccontano Liv Ferracchiati e Ehsan Mehrbakhsh.

Ehilà, eccomi con una nuova puntata delle Scatoline x Linguetta!
A un certo punto di Corto circuito 2, il robot Johnny 5 fagocita una quantità industriale di informazioni da una libreria, poi si mette in un angolo e si sofferma con lentezza su Pinocchio di Collodi e Frankenstein di Mary Shelley. E c’è questo scambio di battute con Ben:
Ben: Come ti senti?
Johnny 5: Oh, caro Ben, questi libri mi fanno sentire solo. Vuoto, triste, angosciato, diverso.
Ecco, quella di Johnny 5 è una limpida dichiarazione di sofferenza e solitudine di chi è emarginatə, di chi viene fattə sentire diversə, stranierə, mostruosə.
Se però guardiamo bene la parola ‘mostro’, allora vediamo che la sua radice latina monstrum parla di ‘prodigio’, di ‘portento’.
Il mostro era per i latini anche un monito (da monère, ‘ammonire’), avvertimento del divino che irrompeva in modo imprevisto nell’ordinario fluire delle vite umane.
C’è un senso di meraviglia dentro al mostro.
I mostri sono creature straordinarie e misteriose, che travalicano l’accezione che noi gli associamo come diversi rispetto a un normale validato numericamente.
Lo dice ancora meglio Liv Ferracchiati nelle parole a tutta pagina della Scatolina:
Dimostrazioni
Le sembianze non sono l’essenza di qualcunə, lì sotto, lì dentro c’è un groviglio di emozioni come all’interno di qualsiasi persona.
Come racconta bene l’albo illustrato Dentro me, scritto da Alex Cousseau e illustrato da Kitty Crowther:
Dentro me, cera qualcuno che non mi voleva.
Un orco.
Mi somigliava, ma era più grande, più grosso, con le labbra blu.[…] Una volta dentro l’orco, credevo di trovare un altro paese.
[…] Ma non era cambiato niente. Dentro l’orco, era come dentro me.
L’orco era ancora lì.
L’’orco, io e il fiume di sangue. Tutto era uguale a prima.
Eppure guardando bene, interrogandosi, usando le parole per indagare, si scopre che anche il mostro si può abbracciare.
La lingua permette di capirci, di comunicarci.
Mostrarsi significa far vedere alla gente ciò che la gente non vuole vedere, perché la natura di tutte le cose (animate e inanimate) concepisce da sempre imperfezioni rispetto al modello generalmente accettato e condiviso dalla maggioranza.
Allora il mostro è solamente tutto ciò che la gente non capisce, e riuscire a dire è un tentativo di capire, un accostarsi alle forme diverse per rendersi conto di quanto chiunque è diversə.

Espandere il mostro
I mostri possono stare nascosti negli armadi, sotto al letto, dentro noi stessə, possono fare una rovesciata su un campo da calcio, trovare un angolino improbabile oltre la rete da tennis, o magari scrivere una cosa che non credevamo possibile.
Si tratta comunque di persone e azioni mostruose, cioè strepitose, superlative, che come dice Liv Ferracchiati sono un “qualcosa che riesce a farti venire un vuoto allo stomaco e, insieme, a farti sussultare”.
Il mostro è così, come un blob che si espande e ci sorprende nella sua molteplice straordinarietà: vediamo come riesce a farlo anche coi tre consigli di lettura, visione, ascolto di Liv Ferracchiati e Ehsan Mehrbakhsh.
Liv Ferracchiati1
Sono un mostro che vi parla del filosofo e scrittore Paul B. Preciado (traduzione di Maurizia Balmelli) + il romanzo Le streghe di Roald Dahl (traduzione di Francesca Lazzarato).
L’altra metà dell’amore (orig. Lost and delirious) di Léa Pool (2001); ma anche Scene da un matrimonio (orig. Scener ur ett äktenskap) di Ingmar Bergman, uscita nel 1973 come miniserie televisiva in sei puntate e poi diventata anche un film.
Space oddity di David Bowie.
Ehsan Mehrbakhsh2
Lo straniero di Albert Camus. Liv Ferracchiati ha fatto una descrizione straordinaria del termine mostro e credo ci sia qualcosa di simile nel personaggio principale del libro.
Dogville di Lars von Trier (2003).
First six months of love di Michelle Gurevich, non so se ci sia un singolo mostro come personaggio qui dentro, ma la canzone la trovo una cosa mostruosa che devasta i sentimenti (e ben venga).
P.S.
I consigli musicali li trovate riuniti in una playlist su Spotify che si popola di due canzoni ogni due settimane: si chiama Scatoline x Linguetta, ma ci aggiungo pure i consigli di chi legge questa newsletter – scrivete pure nei commenti o via mail.
Mi sa che è tutto, noi ci vediamo alla prossima Scatolina!
Che uscirà venerdì 23 maggio, alla scoperta della parola NOTA, scritta da Gianna Fratta e illustrata da Lisa Sacchi.
Liv Ferracchiati è autore, drammaturgo e regista teatrale. Su Instagram lo trovate come @livferracchiati90210.
“Mostro è solamente tutto ciò che la gente non capisce” è la sintesi perfetta di una Scatolina davvero preziosa.
Che bella la possibilità di poter conoscere mostri e parti mostruose di noi. E come "Nel paese dei mostri selvaggi" una volta esplorate poter far ritorno al mondo, magari con qualche consapevolezza in più. Grazie per questa scatolina ❤️