Mancanze
Linguetta #195 / A volte ci mancano le parole, a volte le parole ci vengono negate, come l'accesso all'acqua potabile non ancora garantito per due miliardi di persone.

Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Poco tempo fa a casa è mancata l’acqua per due giorni (yahoo, le piccole gioie della vita condominiale!), e mi ha fatto pensare alle tante cose di cui ci accorgiamo solo quando ci mancano.
È un discorso che ha a che fare con l’accessibilità, una delle parole più belle che abbiamo, che mi è molto cara e attorno alla quale Linguetta orbita e continuerà a farlo anche in futuro.
Potere disporre di parole buone come l’acqua potabile è una questione democratica.
Lo scorso 27 giugno il podcast Ci vuole una scienza a cura di Beatrice Mautino ed Emanuele Menietti è uscito con l’episodio Un bel bicchiere di acqua di mare – l’intro iniziale sui progetti di dissalazione si può sentire liberamente su Spotify anche per persone non abbonate al Post; comunque, a un certo punto Menietti ha ricordato questa cosa:
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che ci siano almeno due miliardi di persone che vivono in zone della Terra in cui è difficile trovare acqua. E solo nel 2022 almeno 1,7 miliardi di persone hanno avuto accesso ad acqua contaminata.
Nel mondo ci sono un sacco di zone in cui l’accesso all’acqua dolce è ridotto, e spesso capita che se c’è l’acqua corrente, comunque non è potabile.
La risoluzione Onu 64/292 del 28 luglio 2010 riconosce il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari come un diritto umano essenziale per la vita e il pieno godimento di tutti gli altri diritti1.
Eppure l’acqua continua a mancare, per tante, troppe persone.
Così come mancano le parole quando chi comunica le inquina per ingannare, le rende opache per conservare un potere autoritario, le intorbida con espressioni oscure e poco comprensibili.
Succede che la lingua si appesantisce, nello stesso modo in cui il cambiamento climatico, aumentando la frequenza e l’intensità di siccità e inondazioni, rende più difficile garantire l’accesso all’acqua sicura.
In ogni lacuna
Di ritorno dal pezzo di Giappone che ho visitato2, una delle tante cose che hanno rinnovato il mio sguardo ha riguardato l’acqua: cioè la disponibilità di acqua potabile gratuita in ogni locale.
Avere sempre accesso all’acqua è come sapere di potere contare su una persona capace o un sistema comunicativo affidabile per trovare le parole giuste.
Come quando sei immersə in una lingua che non capisci e ti mancano le parole, finendo in una zona lacunosa.
Ricordo che
tempo fa scrisse così in una nota qui su Substack:Il lago è l’elemento naturale a cui sono più legata, così mi è parso interessante scoprire che la parola “lacuna”, col suo significato di “mancanza”, nasce dal fatto che sulla riva del lago la terra scompare, per poi riapparire sulla sponda opposta. Le parole spesso nascondono immagini molto suggestive.
La mancanza è una lacuna, una specie di zona vuota.
Eppure anche le lacune sono spazi di possibilità, se pensiamo ad esempio che si chiamano ‘lacunose’ gli spazi che si creano tra le chiome degli alberi, visibili quando si guarda verso il cielo in un bosco: sono “aperture della volta forestale” che fanno parte di ciò che viene definito copertura del suolo o canopy gap.
Le canopy gaps sono importanti per l’ecosistema del bosco, perché permettono alla luce di raggiungere il sottobosco, favorendo la crescita di nuove piante e mantenendo la biodiversità dell’area.
E c’è anche una bellissima parola giapponese usata per descrivere gli spazi visibili tra i rami e le foglie degli alberi: komorebi (木漏れ日), cioè quella sensazione di serenità che prova Hirayama (Kōji Yakusho) in Perfect days di Wim Wenders.
Mancarsi, muoversi
Ci può mancare una persona, una cosa che abbiamo perso, la sicurezza nell’affrontare una situazione. È una zona incognita quella della mancanza.
Come per le parole che non abbiamo quando stiamo in un paese straniero, e allora proviamo una sensazione di spaesamento.
Mancarsi è stare fuori dalla zona di comfort.
Ma è soprattutto capacità di riconoscere di non sapere, come raccontava
in una puntata di , parlando dello scrittore-runner britannico Adharanand Finn:Correre non è esattamente divertente. Correre fa male. Ci vuole sforzo. Chiedi a qualsiasi corridore perché corre, e probabilmente ti guarderà con un sorriso ironico e dirà: “Non lo so”. Ma qualcosa ci fa andare avanti.
Ecco, i pezzi che ci mancano ci fanno muovere, ci spostano in un territorio che non conosciamo. Ancora.
Serve ingegnarsi perché le mancanze diventino sogni condivisi, come per la protagonista di Maripura e il dono dell’acqua, scritto da Chiara Carminati e illustrato da Pia Valentinis:
Con il primo raggio di sole, Samina si precipitò a svegliare la gente, casa dopo casa, perché vedessero l’acqua che era nata dai sogni di Yaku durante la notte.
Le parole mancanti sono l’impulso a cercare: una soluzione, una via percorribile, un diritto.
🖊️ Inversi
Oggi pochi versi che sono parte della poesia La pioggia di Pierluigi Cappello, dentro alla raccolta Ogni goccia balla il tango.
Sembra quasi dire il cielo
sono triste e allora piango,
ma in compenso, in parallelo,
ogni goccia balla il tango.
📚 Pezzi ritrovati
Il consiglio è per l’albo illustrato Alla ricerca del pezzo perduto di Shel Silverstein (traduzione di Damiano Abeni), con un cerchio che procede fra le pagine cercando lo spicchio che gli manca, ma scoprendo che forse quello che davvero gli mancava era il viaggio, fatto di cose e creature da incontrare.
🎥 Ctoni misteri
Ho visto una serie tv fatta di azioni coraggiose per rivelare pezzi di vita che mancano, nascosti nelle profondità della terra e in un passato che soltanto poche persone cercano di rimettere in discussione: Silo, due stagioni, da vedere su Apple TV+.
Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Proviamo a muoverci nelle mancanze, che in fondo basta usare il 💖, lo stesso cuore che sta qui sotto e che potete pigiare per dirmi se v’è piaciuta la puntata (così come i pulsanti di commento e restack).
Per rendere tutto più intenso e personale, potete scrivermi all’indirizzo alesci.andrea.m@gmail.com.
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Libri e dintorni
Ho scritto L’arcipelago delle isoleombra, illustrato da Marianna Balducci e pubblicato da Sabìr nel 2024. Se volete lavorarci a scuola oppure parlarne davanti a un pubblico con me, sapete dove trovarmi.
Leggo ad alta voce, conduco laboratori e gruppi di lettura, faccio formazione su albi illustrati e comunicazione: potete darci un occhio sul mio profilo Linktree 😉.
Ah, se volete taggarmi sui social, mi trovate su Instagram, Threads, LinkedIn, Bluesky.
L’Agenda 2030 dell’Onu include l’obiettivo di sviluppo sostenibile 6 per “garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienici” – ecco una mappa Onu che monitora l’andamento dell’accesso all’acqua potabile tra 2000 e 2022 in tutto il mondo.
Segnalo anche il bel pezzo Two billion people don’t have safe drinking water: what does this really mean for them? scritto da
per Our world in data.Tra il 25 giugno e il 13 luglio 2025 ho visitato Tokyo, Kyoto, Osaka.
Bellissimo "Perfect days", e stupendo che il giapponese abbia delle parole per indicare cose così poetiche. Ogni volta rimango incantata!
Da un angolo di Sicilia orientale a 45 gradi e senz'acqua per ore ogni giorno da mesi 😔