Linguetta #188 / Le cose possono emergere venendo a galla, cioè diventando un'emergenza visibile: si riesce a gestirle con efficacia, se prima si è ben progettato.
Qualche giorno fa, nella chat Whatsapp delle persone italiane all'estero per il Sì al referendum sulla cittadinanza, è emersa una comunicazione di emergenza del consolato di Bruxelles, che diceva più o meno così: "Siamo sommersi di richieste dei duplicati dei plichi per il voto, da parte delle persone a cui non sono ancora arrivati. Non si garantisce la spedizione di tutti i duplicati". Di fronte a un'emergenza dentro all'emergenza (come brillantemente hai definito lo strumento dei referendum), le reti consolari italiane nel mondo non sono preparate. Com'è possibile, ci chiediamo, quando si tratta di complesse istituzioni di uno Stato occidentale ricco e democratico? Quando a ogni elezione si ripete questo stesso schema, che pertanto è prevedibile e preventivabile? Quando l'impreparazione all'emergenza significa essenzialmente negare il diritto di voto ad alcune cittadine e cittadini?
Grazie Enrica per questa aggiunta pratica, che purtroppo rende ancora più evidente come l'impreparazione (specie a livello pubblico) diventi uno strumento che nega principi democratici.
Sono affranto, sembra che non riusciamo mai a imparare, nonostante - come dici bene tu - ogni volta siano sempre le stesse procedure da applicare.
"Il referendum è uno strumento di emergenza", mi piace molto la polisemia di questa frase. Grazie, Andrea!
Grazie a te Alice, speriamo di usarlo bene e in grande numero.
Qualche giorno fa, nella chat Whatsapp delle persone italiane all'estero per il Sì al referendum sulla cittadinanza, è emersa una comunicazione di emergenza del consolato di Bruxelles, che diceva più o meno così: "Siamo sommersi di richieste dei duplicati dei plichi per il voto, da parte delle persone a cui non sono ancora arrivati. Non si garantisce la spedizione di tutti i duplicati". Di fronte a un'emergenza dentro all'emergenza (come brillantemente hai definito lo strumento dei referendum), le reti consolari italiane nel mondo non sono preparate. Com'è possibile, ci chiediamo, quando si tratta di complesse istituzioni di uno Stato occidentale ricco e democratico? Quando a ogni elezione si ripete questo stesso schema, che pertanto è prevedibile e preventivabile? Quando l'impreparazione all'emergenza significa essenzialmente negare il diritto di voto ad alcune cittadine e cittadini?
Grazie Enrica per questa aggiunta pratica, che purtroppo rende ancora più evidente come l'impreparazione (specie a livello pubblico) diventi uno strumento che nega principi democratici.
Sono affranto, sembra che non riusciamo mai a imparare, nonostante - come dici bene tu - ogni volta siano sempre le stesse procedure da applicare.