(mini) Linguetta #149 / Il giro attorno alla parola 'dorso' ne mostra la forza generativa, che si tratti di mani, bracciate, o fondali oceanici. Così come per un gioco "dorsale".
Che bel gioco, ecco il mio (ho aggiunto solo un titolo tra i miei).
Estate
Guardami. Sono nuda. Il cuore non si vede e nessuno è come qualcun altro. Siamo tutti fatti di molecole, un mondo immenso, una zuppa di sasso, in punta di piedi nella notte buia. Qui se vuoi vedere una balena dieci piccoli indiani in punta di piedi da una crepa hanno visto tutti un gatto. Un Rinascimento impossibile, scrivi e lascia vivere.
Ciao Andrea! Ti lascio il mio piccolo esperimento, è stato molto divertente!
Se mai verrà il mattino, scopriti, Carmilla! A volte ritornano cazzi e canguri (pochissimi i canguri).
Abbiamo sempre vissuto nel castello, dove nascono le eroine dei romanzi: grandi speranze, illusioni perdute, l'educazione sentimentale, il ritorno a casa.
Una figlia d'Eva, una peccatrice, le vergini suicide nate sotto una cattiva luna: malombra, la penombra che abbiamo attraversato come il fiume, quando eravamo grandi.
Tu che mi ascolti per puro caso dividere il freddo, stai zitta: giù la piazza non c'è nessuno.
Ciao Andrea, grazie per questo bell'articolo. Anche a me piace molto nuotare a rana e sul dorso ;-) È incredibile come l'acqua ispiri la scrittura in queste settimane calde e lente. Ho sorriso quando mi sono resa conto che l'immagine di stare sdraiati sull'acqua è quella che ha ispirato anche me per il mio nuovo post sul dizionario di Mamma Babel. Questa settimana l'ho dedicato a un verbo francese che mi fa molta simpatia: flotter (galleggiare). Abbandonarsi a guardare il cielo galleggiando sull'acqua del mare. Bisogna fare scorta di questa sensazione d'estate, per ripescarla in caso di necessità durante l'inverno ;-) È vero che il dorso può esprimere un senso di fragilità, come scrivi tu. Eppure ci sostiene.
Grazie Federica! Sono andato a leggermi il tuo pezzo: che bello quel concetto quasi intraducibile di "flotter" di cui parli.
Mi hai fatto pensare a un libro a figure senza parole di David Wiesner, cioè "Flutti"; però quando ci ho pensato mi è venuta in mente l'edizione originale inglese, che s'intitola "Flotsam". Nel tradurlo in italiano si è conservato il suono liquido che attraversa tutta la narrazione, ma si è dovuta spostare l'attenzione dal soggetto all'ambiente in cui si muove il soggetto. E il soggetto - come dice il titolo inglese - è un 'relitto', una vecchia macchina fotografica che galleggia fra le onde per portarci chissà dove.
Fatto sta che, in qualsiasi lingua lo diciamo, bisogna conservare questo abbandono estivo, che è sempre un dolce lasciarsi condurre dall'immaginazione. Grazie per avere attivato connessioni, Federica! E buoni galleggiamenti 🌊.
Ciao Andrea e Federica, scusate se mi intrometto in questa conversazione ma quello che avete scritto mi ha fatto scoprire una cosa piccolina ma interessante.
Flotsam è il nome di una delle due murene di Ursula, nella Sirenetta di Disney. Il nome dell’altra murena è Jetsam. Ho sempre pensato che fossero due nomi di fantasia, ma oggi ho realizzato che sono due parole inglesi legate al mare. Jetsam indica tutte quelle cose gettate o scaricate a mare, tendenzialmente per fare l’imbarcazione più leggera. Che dire, grazie per avermi guidata in questa scoperta ❤️
Quanto mi piacciono queste mini Linguette! Sono perfette per questi giorni caldi ma lenti, fatti (per me) di terapia farmacologica e di riposini. Grazie!
Anche io nuoto a rana, mi piace immaginare e poi sentire mani e piedi che diventano quasi palmate, nuoto male, con la testa fuori, per il piacere di vedere le mani che si allargano e si stiracchiano il più possibile.
Ciao Andrea, mi sto divertendo un sacco con i giochi estivi di Linguetta: grazie!
Partendo da un paio di libri che ho sulla scrivania è venuta fuori questa poesia dorsale senza titolo:
Gli uomini mi spiegano le cose.
Vuoi star zitta, per favore?
Tante piccole infamie,
A ruota libera,
Come le mosche d'autunno.
A conti fatti,
C'è una bella differenza.
Grazie Sara, sentire del piacere del divertimento è la più bella ricompensa per me.
Archivio subito insieme alle altre anche questa bella poesia dorsale femminista.
Che bel gioco, ecco il mio (ho aggiunto solo un titolo tra i miei).
Estate
Guardami. Sono nuda. Il cuore non si vede e nessuno è come qualcun altro. Siamo tutti fatti di molecole, un mondo immenso, una zuppa di sasso, in punta di piedi nella notte buia. Qui se vuoi vedere una balena dieci piccoli indiani in punta di piedi da una crepa hanno visto tutti un gatto. Un Rinascimento impossibile, scrivi e lascia vivere.
Grazie Mafe! Soprattutto per questo penetrante racconto dorsale.
Ciao Andrea! Ti lascio il mio piccolo esperimento, è stato molto divertente!
Se mai verrà il mattino, scopriti, Carmilla! A volte ritornano cazzi e canguri (pochissimi i canguri).
Abbiamo sempre vissuto nel castello, dove nascono le eroine dei romanzi: grandi speranze, illusioni perdute, l'educazione sentimentale, il ritorno a casa.
Una figlia d'Eva, una peccatrice, le vergini suicide nate sotto una cattiva luna: malombra, la penombra che abbiamo attraversato come il fiume, quando eravamo grandi.
Tu che mi ascolti per puro caso dividere il freddo, stai zitta: giù la piazza non c'è nessuno.
Grazie Andrea!
Ma è stupendo Valentina! Me lo salvo subito nell'attesa di unirlo ad altri in una prossima puntata. Grazie per avere giocato 💛.
Ciao Andrea, grazie per questo bell'articolo. Anche a me piace molto nuotare a rana e sul dorso ;-) È incredibile come l'acqua ispiri la scrittura in queste settimane calde e lente. Ho sorriso quando mi sono resa conto che l'immagine di stare sdraiati sull'acqua è quella che ha ispirato anche me per il mio nuovo post sul dizionario di Mamma Babel. Questa settimana l'ho dedicato a un verbo francese che mi fa molta simpatia: flotter (galleggiare). Abbandonarsi a guardare il cielo galleggiando sull'acqua del mare. Bisogna fare scorta di questa sensazione d'estate, per ripescarla in caso di necessità durante l'inverno ;-) È vero che il dorso può esprimere un senso di fragilità, come scrivi tu. Eppure ci sostiene.
Grazie Federica! Sono andato a leggermi il tuo pezzo: che bello quel concetto quasi intraducibile di "flotter" di cui parli.
Mi hai fatto pensare a un libro a figure senza parole di David Wiesner, cioè "Flutti"; però quando ci ho pensato mi è venuta in mente l'edizione originale inglese, che s'intitola "Flotsam". Nel tradurlo in italiano si è conservato il suono liquido che attraversa tutta la narrazione, ma si è dovuta spostare l'attenzione dal soggetto all'ambiente in cui si muove il soggetto. E il soggetto - come dice il titolo inglese - è un 'relitto', una vecchia macchina fotografica che galleggia fra le onde per portarci chissà dove.
Fatto sta che, in qualsiasi lingua lo diciamo, bisogna conservare questo abbandono estivo, che è sempre un dolce lasciarsi condurre dall'immaginazione. Grazie per avere attivato connessioni, Federica! E buoni galleggiamenti 🌊.
Ciao Andrea e Federica, scusate se mi intrometto in questa conversazione ma quello che avete scritto mi ha fatto scoprire una cosa piccolina ma interessante.
Flotsam è il nome di una delle due murene di Ursula, nella Sirenetta di Disney. Il nome dell’altra murena è Jetsam. Ho sempre pensato che fossero due nomi di fantasia, ma oggi ho realizzato che sono due parole inglesi legate al mare. Jetsam indica tutte quelle cose gettate o scaricate a mare, tendenzialmente per fare l’imbarcazione più leggera. Che dire, grazie per avermi guidata in questa scoperta ❤️
Quanto mi piacciono queste mini Linguette! Sono perfette per questi giorni caldi ma lenti, fatti (per me) di terapia farmacologica e di riposini. Grazie!
Grazie, mi fa un immenso piacere sentirlo 💛. È un esperimento e un'apertura verso lo spazio del gioco che mi è tanto caro.
Anche io nuoto a rana, mi piace immaginare e poi sentire mani e piedi che diventano quasi palmate, nuoto male, con la testa fuori, per il piacere di vedere le mani che si allargano e si stiracchiano il più possibile.