Dorso
(mini) Linguetta #149 / Il giro attorno alla parola 'dorso' ne mostra la forza generativa, che si tratti di mani, bracciate, o fondali oceanici. Così come per un gioco "dorsale".
Ehilà, eccomi con una nuova (mini) Linguetta!
Nuotare è come camminare, ti sposti in avanti, soltanto che è l’acqua che risponde a braccia e gambe invece di erba e sassi sotto al tuo passo.
A me piace molto nuotare a rana (che poi la mia è più che altro una ranocchia), perché mi sembra di diventare (ritornare?) una creatura anfibia; ogni tanto però qualche vasca (di piscina o di barriera di scogli al mare) la faccio pure a dorso, ribaltato in un’altra posizione di mezzo: supino con gli occhi al cielo.
Il dorso è la nostra parte sommersa, la schiena che mai ci vediamo nelle innumerevoli volte che capitiamo davanti a una superficie specchiante.
Una specie di lingua nascosta.
Il dorso esprime un senso di fragilità, come quando su un sentiero incontriamo uno scarabeo girato sul dorso: impotente, come noi quando stiamo voltatə di dorso, quando il dorso lo esponiamo a qualcunə.
In inglese la nuotata a dorso si dice back crawl, con quel crawl che traduciamo con lo strisciare proprio degli insetti, con un avanzare lento. Come quando, su isole piccole come Alicudi e Filicudi, si va lentamente a dorso di mulo.
E poi c’è un dorso che vediamo tutte le volte che scriviamo, è il dorso delle mani, che è arcuato come il dorso nella posizione yoga del gatto, o ancora più rassomigliante – con le sue protuberanze di tendini e vene – alle dorsali oceaniche che stanno nascoste sotto chilometri di acqua e generano la nostra vita terrestre.
Lo racconta bene il microbiologo Donato Giovannelli nella settima puntata del podcast Abissi. Diario dai fondali del Pacifico (a cura di Francesca Buoninconti per RaiPlay Sound):
Le dorsali oceaniche sono un posto magico: si sta letteralmente nel punto in cui nasce la terra.
Sono delle fratture sul fondo degli oceani, dove il nuovo magma risale dalle profondità del mantello e spinge le due placche tettoniche ai lati. Si fa spazio, creando nuova crosta terrestre.
È il posto dove la terra genera la terra.
È il posto che muove i continenti.
È il posto che dà origine alle forze che creano le montagne, creano i vulcani, creano le forme e i continenti a cui siamo abituati, hanno creato i supercontinenti durane l’evoluzione della Terra e li hanno separati e divisi in pezzi.
Le dorsali oceaniche sono la spina dorsale di noi umani, che abitiamo le terre erette in quei fondali.
Noi che per raccontare queste cose abbiamo le parole, e che quelle parole spesso le infiliamo tra due piatti cartonati legati da una costola, cioè da un dorso.
È il dorso dei libri sugli scaffali di librerie e biblioteche, quello da cui spiamo se il titolo ci porterà lì dentro, a scoprirne la storia affondata tra le pagine.
🤹♀️ Officina estiva di giocoleria linguistica 🤹♂️
Il gioco di questa (mini) Linguetta gira attorno alla parola dorso: è un racconto dorsale, da costruire solo con titoli di libri.
Io ne ho composto uno qualche tempo fa, usando titoli che stavano in costa nella mia libreria. L’ho intitolato Io ne ho titolo.
Qui sotto metto la trascrizione audio e sotto copio e incollo il testo scritto (che comunque leggo ad alta voce).
Mentre morivo dopo lunga e penosa malattia un indovino mi disse come vendere un milione di copie e vivere felici. “Nemico, amico, amante: la vita è breve, dal Big Bang ai buchi neri, noi siamo infinito, doppio sogno, uomini e topi, le particelle elementari della forza della fantasia umana”.
Che cosa strana è il mondo: ho bevuto e visto il ragno, i salici ciechi e la donna addormentata, i fiori blu, la tazzina del diavolo. Sommelier ... ma non troppo, Mr. Vertigo. La fine è il mio inizio, vado a vedere se di là è meglio la sposa americana: sovvertimento dei sensi ventiquattr’ore nella vita di una donna. Sogno di sogni l’amore di Erika Ewall, Madame Bovary, Anna Karenina: le tre Grazie, tre pensieri d’un tratto nel folto del bosco.
Tutti i nostri corpi, staccando l’ombra da terra ... somiglianze, passeggeri notturni, rime buie nel paese delle ultime cose. Respiro le menzogne della notte, specie di spazi prima di noi, come una storia d’amore prima che il gallo canti.
Due vite senza coda. Fedeltà nel contagio.
Non lasciarmi, gridalo: di vita si muore!
Il medium è il massaggio quando tutto inizia, mille splendidi soli nel vento di soave. Le parole sono pietre, sostiene Pereira, grammatica della fantasia, codice ovvio, crepitio di stelle nella notte.
Se una notte d’inverno un viaggiatore, il cavaliere e la morte erano solo ragazzi in cammino sulla collina nera, il mondo di ieri non è un paese per vecchi.
Se questo è un uomo, il mio letto è una nave, la chiave a stella di questo mondo e degli altri, il contrario di uno.
Se niente importa: le ore invisibili, le vittorie imperfette, la caduta delle consonanti intervocaliche, la simmetria dei desideri, parlami di battaglie, di re e di elefanti nel paese degli alberi di Natale, dove gli uomini diventano eroi.
Quel giorno sulla Luna il violinista pazzo giura in culo al mondo qualcosa sui Lehman, i falsari, i poeti maledetti, cere perse di qua dal faro.
Dall’esilio Alce nero parla: gli spiriti non dimenticano, non sperate di dimenticarvi dei libri.
IL GIOCO
La sfida sta nel creare un mini racconto con un po’ di titoli di libri, ma può essere anche una poesia dorsale di pochi versi. Come più vi piace mettervi in gioco.
Potete costruire il vostro testo dorsale scegliendo i titoli dalla vostra libreria oppure fra questi 66 che ho pescato dalla mia e che vi ho diviso per sezioni (persone, azioni, cose, espressioni):
PERSONE
Argo il cieco
Catherine
Dieci piccoli indiani
Eros il dolceamaro
Frankenstein
Il giovane Holden
L’amica geniale
La scimmia dell’assassino
La sovrana lettrice
Orlando
Palomar
Scintilla
Tony & SusanAZIONI
Acerbo sarai tu
C’era una volta
E hanno visto tutti un gatto
Guardami. Sono nuda
Il bello che piace
Il cuore non si vede
Il mondo è rosso
Le parole possono tutto
Nessuno è come qualcun altro
Noi siamo tempesta
Pensare / Classificare
Possiamo salvare il mondo, prima di cena
Prima c’erano i dinosauri
Prima che sia notte
Quando non morivo
Questo non è il mio cappello
Ricordami di mercoledì
Sam e Dave scavano una buca
Scrivi e lascia vivere
Se vuoi vedere una balena
Siamo tutti fatti di molecole
Soffocare
Sono Vincent e non ho paura
Ultimo venne il verme
Vedere vociCOSE
Ballate
Blues di mezz’autunno
Denti di ferro
Dune
Fisica della malinconia
Il buio oltre la siepe
Il gioco di Gerald
Il piccolo regno
Il tesoro dei Marvel
L’incontro
La campana di vetro
La moneta di ferro
Le ore
Le onde
Le ragioni del dubbio
Un mondo immenso
Una zuppa di sasso
Una storia troppo corta
ESPRESSIONI
Allarme rosso!
Chiuso per ferie
Da cosa nasce cosa
Da una crepa
Fortunatamente
In altre parole
In punta di piedi
Nella notte buia
Nel paese dei mostri selvaggi
Qui
Se vi va, poi mandatemeli, i vostri testi: via mail, su Instagram, ma va bene anche nei commenti. Poi cercherò di raccoglierli e, se mi date il consenso, li riunirò in un’altra (mini) Linguetta.
Buon divertimento!
P.S.
Per chi ha giocato e per chi vuole, un sondaggio sul gioco fatto nella scorsa (mini) Linguetta.
Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima (mini) Linguetta!
Se la puntata vi è piaciuta, vi do tre parole: cuore, commento, restack.
Per rendere tutto più intenso, c’è la mail: che quando ne ricevo una, per me è una festa!
Se volete taggarmi sui social, cercate andrjet sia su Instagram sia su Threads.
Ciao Andrea, mi sto divertendo un sacco con i giochi estivi di Linguetta: grazie!
Partendo da un paio di libri che ho sulla scrivania è venuta fuori questa poesia dorsale senza titolo:
Gli uomini mi spiegano le cose.
Vuoi star zitta, per favore?
Tante piccole infamie,
A ruota libera,
Come le mosche d'autunno.
A conti fatti,
C'è una bella differenza.
Che bel gioco, ecco il mio (ho aggiunto solo un titolo tra i miei).
Estate
Guardami. Sono nuda. Il cuore non si vede e nessuno è come qualcun altro. Siamo tutti fatti di molecole, un mondo immenso, una zuppa di sasso, in punta di piedi nella notte buia. Qui se vuoi vedere una balena dieci piccoli indiani in punta di piedi da una crepa hanno visto tutti un gatto. Un Rinascimento impossibile, scrivi e lascia vivere.