Divulgare è avvicinare
Linguetta #49 / Una imprevedibile puntata di Ferragosto in ricordo di Piero Angela, morto a 93 anni, diventa l'occasione per parlare della parola 'divulgazione'.

Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Chissà perché, il suono del verbo divulgare mi ha sempre fatto pensare a qualcosa di grezzo, terraneo, di legato alla materialità delle cose. E alla divulgazione ci ho pensato, naturalmente, quando lo scorso 13 agosto è morto Piero Angela.
Piero Angela era la divulgazione.
Lo è stato per me che fin da bambino ho passato un sacco di ore davanti alla televisione ad ascoltare le sue spiegazioni, le interviste, gli approfondimenti, le introduzioni ai documentari. Proprio ai documentari l’ho sempre collegato, e credo che queste due parole — divulgare e documentare — siano legate come gli acidi nucleici nella doppia elica del DNA scoperta da Rosalind Franklin.
DIVULGARE
Il prefisso dis- indica dispersione e il latino vulgāre deriva da vŭlgus (“volgo, popolo”). Ecco che abbiamo il “diffondere tra il volgo”, che significa rendere noto qualcosa a molte persone, diffondere una conoscenza.
Però la seconda voce di definizione della Treccani è quella che preferisco:
Rendere accessibili a un più vasto pubblico, per mezzo di un’esposizione semplice e piana, nozioni scientifiche e tecniche.
DOCUMENTARE
Lo scavo etimologico qui ci porta a una derivazione dal documentum latino, che a sua volta deriva dal verbo docēre “insegnare, dimostrare”. Ecco il fulcro della parola: dimostrare con delle prove (documenti) la verità di quello che affermiamo.
Entrambe le azioni — divulgare e documentare — contengono quell’atmosfera materica che la mia testa mi ha sempre suggerito nel sentire pronunciare parole come divulgo, divulgatrice, divulgazione.
Avere a che fare con le cose, che si possono toccare, vedere, sentire ma dietro cui ci sono ragionamenti, concetti, pensieri.
Bingo! Chi divulga riesce a rendere accessibile un’informazione in maniera popolare, terra terra, comprensibile da chiunque.
Esalta il potere della lingua di comunicare, cioè di mettere in comunicazione due soggetti, lontani per i più svariati motivi (fisici, di conoscenza, d’età, di grado culturale).
Conversare col pubblico
La comunicazione è sempre un condividere, fare sapere, fare conoscere qualcosa che di solito ha carattere astratto. E una buona comunicazione è quella che apre una conversazione, che dà inizio a qualcosa che prima non c’era e che rispetta le quattro massime conversazionali formulate dal filosofo del linguaggio Paul Grice nel 1975: quantità, qualità, relazione, modo. Le rielaboro di seguito, e poi ci ricolleghiamo al divulgare:
Quantità → Parla dicendo il giusto, né troppo né troppo poco.
Qualità → Di’ le cose in maniera sincera.
Relazione → Sii pertinente e rilevante.
Modo → Parla in modo chiaro e ordinato, levando di mezzo ambiguità e oscurità.
Anche se Grice le concepì per persone che si parlano faccia a faccia, il sostrato di queste quattro massime va bene per qualsiasi tipo di comunicazione che voglia funzionare. Soprattutto per chi fa divulgazione.
La divulgazione è come un potente collante che unisce comunicazione e conversazione per riuscire a parlare una lingua comune.
Piero Angela è stato l’emblema della divulgazione scientifica in Italia, ha avvicinato diverse generazioni alla scienza, partendo dalla pionieristica trasmissione tv Quark andata in onda su Rai 1 in prima serata dal 1981 al 1989 (e negli anni successivi con diversi spin-off).
Soprattutto, una trasmissione che usò codici diversi (documentari della BBC, interviste a esperti ed esperte, spiegazioni, animazioni di Bruno Bozzetto) per rendere familiari temi complessi.
La chiave di tutto stava nel riuscire a rendere comprensibile la complessità, che già era racchiusa nel nome della trasmissione: quark, cioè la più piccola particella fondamentale della materia. Una parola per descrivere un mondo infinitesimale, invisibile, ma che Piero Angela nella prima puntata riuscì a restituire con una spiegazione semplice:
Il titolo Quark è un po’ curioso e lo abbiamo preso a prestito dalla fisica, dove molti studi sono in corso su certe ipotetiche particelle subnucleari chiamate appunto quark, che sarebbero i più piccoli mattoni della materia finora conosciuti. È quindi un po’ un andare dentro le cose.
La chiarezza espositiva e la capacità di spiegare le cose complesse, quelle di cui parlavo nella Linguetta #49, sono state la forza di Piero Angela e sono la forza di chi fa divulgazione oggi, usando anche strumenti completamente diversi come post e reel su Instagram. Eppure il metodo rimane lo stesso, ed è proprio Piero Angela a spiegare bene questa cosa:
Ho sempre cercato, nelle mie trasmissioni, di inserire elementi di “incontro” col pubblico, dal linguaggio alle “trovate”, dagli esempi alle “battute”, rifiutando quella finta “serietà” tanto cara all’ufficialità italiana in ogni campo. Io penso che la serietà debba essere nei contenuti, non nella forma.1
Ecco il punto: divulgare è anche intrattenere, “tirare dentro” chi ci ascolta, renderlə partecipe di una forma di conoscenza e poi invitarlə all’esplorazione, ad andare oltre, ad approfondire e prendersi il tempo per farlo.
E il miglior modo che io conosco per approfondire è usando i libri, “interrogandoli”, come dice il fondatore di Marsilio, Cesare De Michelis, in una puntata dell’Isola deserta:
I libri parlano se messi in relazione tra loro. I libri, se interrogati a modo, rispondono con una grande ricchezza […]
Il testo è la meta, non è il punto di partenza. Prima di leggere un testo bisogna accumulare una serie di informazioni che ti consentono di leggerlo e di capire la lingua delle risposte; è come se incontri un cinese e tu torni a casa disperato che non hai capito niente, se invece tu studi il cinese, dall’incontro col cinese può nascere di tutto.
Libri, come quelli che dal 1995 compaiono sempre a chiudere ogni puntata di Superquark, secondo uno schema divulgativo che parte dalla parola parlata, attraversa lo schermo tv (oppure oggigiorno dello smartphone), arriva a chi ascolta/guarda e poi diventa parola letta e rielaborata.
Leggere e domandarsi
Arrivare alla parola scritta che sta dentro ai libri per capire più a fondo le cose, quelle che qualcuno ha divulgato per incuriosirci e farci fare domande che non sapevamo di volerci fare.
La divulgazione è una specie di bussola: indica la direzione, poi la rotta la dobbiamo percorrere noi, scegliamo noi che luoghi attraversare, allargando lo sguardo tutto intorno.
Chi divulga insegna, mette un segno addosso alle altre persone, ma se è un buon insegnante lo deve fare con divertimento. Ancora un pieroangela-pensiero:
Personalmente, mi sono annoiato mortalmente a scuola e sono stato un pessimo studente. Tutti coloro che si occupano di insegnamento dovrebbero ricordare continuamente l’antico motto latino ludendo docere, cioè “insegnare divertendo”.2
Insegnare divertendo, che vuol dire dare il là facendo divergere lo sguardo, facendo guardare altrove.
Spiare negli altrove le risposte alle domande che ancora non sappiamo.
C’è dentro tutto il metodo scientifico, fatto di precisione e immaginazione, di esperimenti e ipotesi, di materia e concetto. Quel metodo scientifico proprio della divulgazione e in grado di spingerci a essere sempre curiosə dell’ignoto.
Perché il pensiero umano non è mai definitivo, è un po’ come il present continuous dell’inglese (ovvero il nostro gerundio): una forma che genera uno spazio per le cose che ancora non conosciamo.
In questa Linguetta monografica lascio la chiusura a Piero Angela, copiando l’ultimo messaggio che ha voluto pubblicare sul sito di Superquark, pochi giorni prima di morire:
Cari amici,
mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana.
Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano.
Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia.
È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato.
Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese.
Un grande abbraccio.
Ecco, la forma dell’abbraccio è la figura che forse meglio definisce la divulgazione: un racconto caldo che trasmette quel calore a chi lo riceve, lasciando la voglia di restituirlo, l’abbraccio, e di condividere con altre persone le conoscenze (acquisite e da percorrere).
📚 All’origine dei tempi
Se devo scegliere un libro da consigliare fra i 39 che ha scritto Piero Angela, allora è questo: Tredici miliardi di anni. Il romanzo dell’universo e della vita, perché è scritto come se fosse un dialogo con un interlocutore immaginario, secondo quella forma dialogica di domanda e risposta che riesce a portarci al cuore delle cose.
Il secondo invece è un libro di divulgazione per ragazzə, che io quando voglio davvero capire qualcosa mi oriento sempre verso quella forma divulgativa. Perché scrivere per adolescenti e per l’infanzia costringe a un’opera di sintesi suprema, a ridurre la complessità alla sua forma essenziale. E poi quei libri cartonati sono arricchiti da illustrazioni che rendono tutto più comprensibile ed esteticamente affascinante. Allora scelgo un libro per tutti e dico Migrazioni. Gli incredibili viaggi degli animali di Mike Unwin e Jenni Desmond.
🎥 Documentarsi sempre
Spesso nelle trasmissioni di Piero Angela erano presenti documentari di David Attenborough, e allora il consiglio è di ripescarne alcuni del grande naturalista inglese e che stanno su Netflix: La vita a colori, Il nostro pianeta, Una vita sul nostro pianeta.
Se invece volete restare “in casa”, su RaiPlay trovate la bellissima serie di quattro puntate Mediterraneo, coprodotta da Rai Documentari, BBC e France Televisions.
🔗 Link Pieroangelistici
→ Sul Post trovate un bel pezzo di Emanuele Menietti scritto tre anni fa per i 90 anni di Piero Angela: una lista di 90 curiosità che lo raccontano alla grande (molto belle la 24, 25, 38, 39, 60, 72, 85, 90).
→ Qui invece trovate il discorso del figlio Alberto Angela sulla morte di Piero: dura 10 minuti, ma con la compostezza e la chiarezza di famiglia riesce a dire che cos’è stato per il pubblico Piero Angela e che cosa ci lascia in eredità.
→ Mi piacerebbe linkare divulgatori e divulgatrici che seguo su Instagram e che nel corso del tempo mi hanno aiutato a capire le cose e ad approfondirne alcune, ma sono davvero un sacco. Al posto della mia lista vi lascio il profilo di la_cacciatrice_di_divulgers, che col suo nickname dice già tutto: nelle storie in evidenza ci trovate un po’ di divulgers divisi per sezioni tematiche. Buona immersione.
→ Chiudo con il bellissimo carosello Instagram che l’illustratore argentino Daniel Cuello ha dedicato a Piero Angela (clic sull’immagine qui sotto 😉).
Ed è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Nel frattempo, cerchiamo di fare sempre la nostra parte, come ci ha ricordato Piero Angela nel suo ultimo comunicato, disponendoci con il cuore aperto alle altre persone e il sorriso che aveva sempre quando lo vedevamo sullo schermo tv. Il 💖 per dirmi se la puntata v’è piaciuta non si muove, sta sempre al suo posto, qui sotto.
Per fare iscrivere chiunque altrə a Linguetta, eccovi il link da girare nelle vostre chat.
Se invece volete divulgare Linguetta su Instagram e volete taggarmi, scrivete @andrjet.
Piero Angela, Da zero a tre anni, Garzanti, 1975, p. 149.
Piero Angela, La macchina per pensare, Garzanti, 1987, pp. 256-257.