Linguetta #160 / Cose e persone perdute aprono buchi, ci portano via pezzi. Parole e gesti, pur senza colmarli, possono tentare di riparare mettendosi in attento ascolto.
Che bel numero, Andrea. Mi ha fatto pensare molto alle parole che perdo, a quante ne ho perse negli anni - sia nei momenti oscuri in cui la realtà mi ha imposto il silenzio, sia in tutti quegli altri, più quotidiani e per fortuna più numerosi degli altri, in cui ho dovuto limare, sintetizzare, tagliare perché la tecnologia o unə cliente lo ha richiesto: croce e delizia per chi vive di scrittura!
Ecco, questa tua osservazione allarga il discorso sulle parole perdute, quelle che avremmo voluto avere e quelle a cui abbiamo dovuto rinunciare. Grazie Alice.
Faccio ancora difficoltà ad accettare le parole che perdo o a cui devo rinunciare (per cui tanta solidarietà a te per la perdita delle note del telefono 🙈)
In effetti, ogni tanto, nei momenti di quiete, torno a pensare che sono finite in un posto inaccessibile. Che non posso più ritrovarle né ricordarle. Grazie per la solidarietà ☺️.
Andrea, un paio di settimane abbiamo ospitato una coppia di amici giapponesi. Ci hanno regalato un servizio da tè turchese, stupendo. Lo coccolo con gli occhi ogni giorno e lo uso con estrema cura perché temo sempre un po' che si rompa. Però i nostri amici ci hanno detto di non temere, perché in Giappone esiste l'antica arte del "kintsugi", dove si ripara con metallo prezioso la ceramica rotta. In questo modo l'oggetto, con la traccia delle sue crepe, acquista maggior valore. Quindi sì, parole e gesti come oro, non solo per riparare ma anche per valorizzare le cancellature.
P.S. Nel frattempo mi si è rotta una tazzina da caffè alla quale tengo molto! In altri tempi l'avrei buttata, ma pensando al "kintsugi", l'ho riparata ;-)
Impossibile non pensare al libro "Orso, Buco!" che immagino conoscerai molto bene, dove gli animali cascano in buchi che in realtà sono tane. Da là sotto la prospettiva cambia, e vedono il buco con altri occhi.
Arrivo con un paio di mesi di ritardo a questa puntata bellissima. Ho il terrore di perdere i miei striminziti appunti e le mie foto raccolte scrupolosamente per mese ed anno, tanto da farne almeno 2 copie. Perché un giorno, rileggendole e riguardandole potrò/potrei vedere persone e fatti in maniera differente...ma le cose della vita cambiano ed i grigi signori che rubano il tempo, lavorano indefessamente. Così mi sto trovando, d almeno 3 mesi, a non avere più spazio temporale per conservare e archiviare le cose a cui tengo e la paura che il telefono o il pc si spengano definitivamente.
Anch'io vivo col terrore di perdere sempre le cose salvate, tanto che ho pure degli hard disk pieni di file.
Ma dopo il disguido del telefono rotto, ho cominciato a usare molto di più il cloud con le cose che ho sul pc, ed è un sollievo sapere di mettere tutto dentro quella nuvola - pur sapendo che è una grossa scatola di cavi elettrici che sta in un posto lontano e che potrebbe comunque danneggiarsi 😅.
Mi sa che non c'è un'alternativa che risolve tutto quanto, almeno così mi pare tutto più leggero.,
È vero, grazie Sara. Qui a casa ho pure una cosa fatta da me in cui avevo provato a svelare quello che emergeva dalle non cancellature di una pagina, proprio come Emilio Isgrò: ricordo che quando la feci ero tutto lì dentro, concentrato nella ricorsività del segno.
Bellissimo questo numero Andrea. Non sapevo fosse già iniziata la seconda stagione di Arcane, l'attendevo con trepidazione, non vedo l'ora di cominciarla.
Ciao Andrea, una riflessione che arriva dritta al cuore la tua, grazie per averla condivisa con noi. grazie mille, anche, per aver citato il mio racconto della giornata ad Omegna per il Premio Rodari. Buon inizio settimana.
Impattante anche la parte del cancellare gli errori. Quando le mie figlie iniziarono la scuola elementare, le maestre imposero le penne cancelline. Io chiesi il motivo dell'imposizione, mi risposero che serviva a tenere in ordine i quaderni e a non incutere sfiducia nel bambino vedendo un quaderno pieno di segni rossi. Io mi trovai in disaccordo, perché, come hai scritto, cancellare un errore significa anche eliminarlo dagli eventi, eliminare la possibilità che si sbagli, togliere il fattore umano da una azione. Ma il sistema scolastico (almeno in quella scuola) non prevedeva eccezioni 😞
Che bel numero, Andrea. Mi ha fatto pensare molto alle parole che perdo, a quante ne ho perse negli anni - sia nei momenti oscuri in cui la realtà mi ha imposto il silenzio, sia in tutti quegli altri, più quotidiani e per fortuna più numerosi degli altri, in cui ho dovuto limare, sintetizzare, tagliare perché la tecnologia o unə cliente lo ha richiesto: croce e delizia per chi vive di scrittura!
Ecco, questa tua osservazione allarga il discorso sulle parole perdute, quelle che avremmo voluto avere e quelle a cui abbiamo dovuto rinunciare. Grazie Alice.
Faccio ancora difficoltà ad accettare le parole che perdo o a cui devo rinunciare (per cui tanta solidarietà a te per la perdita delle note del telefono 🙈)
In effetti, ogni tanto, nei momenti di quiete, torno a pensare che sono finite in un posto inaccessibile. Che non posso più ritrovarle né ricordarle. Grazie per la solidarietà ☺️.
Andrea, un paio di settimane abbiamo ospitato una coppia di amici giapponesi. Ci hanno regalato un servizio da tè turchese, stupendo. Lo coccolo con gli occhi ogni giorno e lo uso con estrema cura perché temo sempre un po' che si rompa. Però i nostri amici ci hanno detto di non temere, perché in Giappone esiste l'antica arte del "kintsugi", dove si ripara con metallo prezioso la ceramica rotta. In questo modo l'oggetto, con la traccia delle sue crepe, acquista maggior valore. Quindi sì, parole e gesti come oro, non solo per riparare ma anche per valorizzare le cancellature.
P.S. Nel frattempo mi si è rotta una tazzina da caffè alla quale tengo molto! In altri tempi l'avrei buttata, ma pensando al "kintsugi", l'ho riparata ;-)
Impossibile non pensare al libro "Orso, Buco!" che immagino conoscerai molto bene, dove gli animali cascano in buchi che in realtà sono tane. Da là sotto la prospettiva cambia, e vedono il buco con altri occhi.
Be' sì, è uno dei primi Minibombo con cui iniziai a leggere ad alta voce; e rimane uno dei miei preferiti 😍.
È stato bello per @Italia|Mondo accogliere una persona come Andrea, le sue parole, le sue letture e le sue passeggiate! Grazie 🧡
Arrivo con un paio di mesi di ritardo a questa puntata bellissima. Ho il terrore di perdere i miei striminziti appunti e le mie foto raccolte scrupolosamente per mese ed anno, tanto da farne almeno 2 copie. Perché un giorno, rileggendole e riguardandole potrò/potrei vedere persone e fatti in maniera differente...ma le cose della vita cambiano ed i grigi signori che rubano il tempo, lavorano indefessamente. Così mi sto trovando, d almeno 3 mesi, a non avere più spazio temporale per conservare e archiviare le cose a cui tengo e la paura che il telefono o il pc si spengano definitivamente.
Anch'io vivo col terrore di perdere sempre le cose salvate, tanto che ho pure degli hard disk pieni di file.
Ma dopo il disguido del telefono rotto, ho cominciato a usare molto di più il cloud con le cose che ho sul pc, ed è un sollievo sapere di mettere tutto dentro quella nuvola - pur sapendo che è una grossa scatola di cavi elettrici che sta in un posto lontano e che potrebbe comunque danneggiarsi 😅.
Mi sa che non c'è un'alternativa che risolve tutto quanto, almeno così mi pare tutto più leggero.,
Mi sono tornate in mente le cancellature di Isgrò che togliendo svelano dell'altro
È vero, grazie Sara. Qui a casa ho pure una cosa fatta da me in cui avevo provato a svelare quello che emergeva dalle non cancellature di una pagina, proprio come Emilio Isgrò: ricordo che quando la feci ero tutto lì dentro, concentrato nella ricorsività del segno.
Che bel numero, Andrea. Mi ha commossa. Questa cosa di cancellare gli errori mi fa pensare tantissimo. Ci penso, e poi ci torno. Grazie! ❤️
Grazie Paola, è una cosa che ha fatto pensare molto anche me, ed è bello allargarli questi pensieri, quando succedono.
Bellissimo questo numero Andrea. Non sapevo fosse già iniziata la seconda stagione di Arcane, l'attendevo con trepidazione, non vedo l'ora di cominciarla.
Grazie Davide. Eh sì, è ricominciata da pochi giorni 🤩.
Ciao Andrea, una riflessione che arriva dritta al cuore la tua, grazie per averla condivisa con noi. grazie mille, anche, per aver citato il mio racconto della giornata ad Omegna per il Premio Rodari. Buon inizio settimana.
Grazie Federica per questa aggiunta, ricordo che l'avevo letta nella tua newsletter, che trovo sempre splendente di parole da osservare più da vicino.
L'azione del kintsugi è proprio una riparazione di quello che ci portiamo dentro.
Impattante anche la parte del cancellare gli errori. Quando le mie figlie iniziarono la scuola elementare, le maestre imposero le penne cancelline. Io chiesi il motivo dell'imposizione, mi risposero che serviva a tenere in ordine i quaderni e a non incutere sfiducia nel bambino vedendo un quaderno pieno di segni rossi. Io mi trovai in disaccordo, perché, come hai scritto, cancellare un errore significa anche eliminarlo dagli eventi, eliminare la possibilità che si sbagli, togliere il fattore umano da una azione. Ma il sistema scolastico (almeno in quella scuola) non prevedeva eccezioni 😞
Grazie a te per il commento. La commozione è un movimento che unisce, mi fa tanto piacere che alcune mie parole riescano così.