Refuso
(mini) Linguetta #199 / Un difetto di composizione è come una porta girevole su altre realtà: proviamo a intravederle con un gioco fatto di parole che mutano la loro forma.

Ehilà, eccomi con una nuova (mini) Linguetta!
Quando leggo un libro, oltre a sottolineare e scrivere nei margini, mi viene naturale appuntarmi anche i refusi che incontro – già, e poi scrivo anche delle mail alle case editrici per segnalarglieli, in caso di ristampa.
Mi è sempre piaciuta la parola refuso, perché c’è dentro qualcosa che ricorda la materia da cui provengono lettere e segni che oggi leggiamo su carta e su schermo: cioè le tipografie europee dove nel XV secolo si iniziò a stampare coi caratteri mobili.
Questi primi laboratori di stampa erano fatti di cassetti e di caratteri metallici da versarci dentro, pronti a impressionare la carta con l’inchiostro; e proprio in quest’azione di riversamento poteva capitare di sbagliare nel collocare i caratteri.
Refuso, dal latino refusus, participio passato di refundĕre ‘riversare’.
Eccolo il refuso, un difetto di composizione.
L’errore tipografico che può svelare mondi imprevisti, come il famoso refuso nel titolo del libro di Marshall McLuhan Il medium è il massaggio, di cui raccontai la storia nella Scatolina n. 6 sull’errore, scritta da Vanessa Roghi e illustrata da
.Qui sotto potete ripescare la puntata.
Refusi, sviste, slittamenti, giravolte di lettere che scombinano una parola come un vento dispettoso, e poi la trasformano in qualcos’altro.
Allora il refuso ha anche questo potere nascosto, che ad esempio possiamo osservare tutti i giorni quando digitiamo frettolosamente nelle nostre chat di messaggistica, magari facendo nascere strane combinazioni di parole in lotta con il correttore automatico.
Regnanti mutevoli
La parola ‘refuso’ porta già dentro di sé il seme del gioco, con quella figura di regnante fondente che mi compare nella testa ogni volta che ci penso.
Un re fuso che diventa altro da sé, come se varcasse una porta girevole e ne uscisse dall’altra parte mutato.
Allora, il giochino che vi propongo arriva dagli appunti che mi prendo continuamente nel guardare le parole da più punti di vista.
Immaginiamoci alcune parole a cui possiamo cambiare una vocale o una consonante, poi diamogli un contesto – anche limitato a un’espressione, un proverbio, un modo di dire, un titolo di film o libro – e sorprendiamoci della piccola situazione parallela che nasce.
Facciamo un esempio
Ecco sette parole con cui ho provato a giocare:
killer
disco
ostaggi
bosco
marmellata
timone
taglie
Le prendiamo una alla volta, le facciamo passare dalla porta girevole ed ecco che abbiamo già sette princìpi di figure che spostano la realtà, come in una sliding door:
killer → Alla fine lo hanno preso, il serial filler
disco → Mi è venuta l’ernia del fisco
ostaggi → Liberate gli ortaggi!
bosco → Si nascondevano nel fitto del basco
marmellata → Mmm, buona questa martellata!
timone → Limone a dritta! Arrr!
taglie → Erano cacciatori di teglie
E le varianti di gioco sono innumerevoli, perché possiamo anche:
aggiungere una lettera all’inizio → assetto / cassetto, vetta / uvetta, ascelle / mascelle
aggiungere una lettera nel mezzo → baci / braci, buco / bruco, faina / farina
anagrammare le lettere interne → bordo / brodo, salvia / saliva, tortura / rottura
giocare con le alterazioni → foca / focaccia, lampo / lampone, stop / stoppino
cambiare il genere → bara / baro, basilica / basilico, musa / muso
usare il prefisso -ri → Mario / rimario, sacca / risacca, volta / rivolta
Basta poco per intravedere cose altrimenti invisibili.
Buone sviste, e buon divertimento! 👑
Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima (mini) Linguetta!
Ricordiamoci del senso giocabile delle parole, che in fondo basta usare il 💖, lo stesso cuore che sta qui sotto e che potete pigiare per dirmi se v’è piaciuta la puntata (così come i pulsanti di commento e restack).
Se volete condividere i vostri refusi girevoli, scriveteli pure nei commenti o mandatemeli all’indirizzo mail alesci.andrea.m@gmail.com.
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Il vezzo è il massaggio :-D
Ciao Andrea!