Linguetta #162 / Le espressioni vuote e ripetitive non sanno parlare in modo chiaro alle persone, immergendole in situazioni comunicative che puzzano di stereotipi.
“Le eccellenze del territorio” è veramente un grande classico dove lavoro io…! ANNI a lottare per evitare di dirlo. E aggiungo anche (da torinese) il disgusto per quei nomi di eventi tipo CioccolaTO, SaluTO, ImpacTO, TOdays e tutta la sfilza di eventi della serie “Una Mole di…”. Pessimo. Non so se lo fanno anche in altre città.
Sì, è un'espressione che non ce la faccio più a sentire (e fa parte di un catalogo sterminato di vuoti linguistici). Aiuto, anche i nomi che richiamano la sigla della città è la morte del pensiero! Credo che anche a Milano ci siano un bel po' di casi simili, ma magari chi ci abita può confermare.
“Le eccellenze del territorio” è veramente un grande classico dove lavoro io…! ANNI a lottare per evitare di dirlo. E aggiungo anche (da torinese) il disgusto per quei nomi di eventi tipo CioccolaTO, SaluTO, ImpacTO, TOdays e tutta la sfilza di eventi della serie “Una Mole di…”. Pessimo. Non so se lo fanno anche in altre città.
Sì, è un'espressione che non ce la faccio più a sentire (e fa parte di un catalogo sterminato di vuoti linguistici). Aiuto, anche i nomi che richiamano la sigla della città è la morte del pensiero! Credo che anche a Milano ci siano un bel po' di casi simili, ma magari chi ci abita può confermare.
Credo che in questo senso “LavaMilano” avesse raggiunto il top.
Il problema del pattume linguistico è che non è recuperabile, anzi deriva proprio dal fatto che sono parole ed espressioni riciclate.
Un paradosso: parole non sostenibili perché riciclate. E sanno pure di plastica!
Vero! Non ci avevo pensato a questo paradosso 😄.
E' che la mia mente va a finire sempre da quelle parti! 😅