Percezioni
Linguetta #190 / Siamo creature visuali che percepiscono lo stesso pezzetto di mondo in modi diversi, ma che riescono a sentirsi veramente, solo attivando tutto il corpo.
Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Quando c’è caldo, nelle gare di trail o durante gli allenamenti, capita che indossi un cappellino leggero, che nella mia testa è sempre stato di colore viola.
Ecco, dopo la Proai Gölem della scorsa settimana, ho fatto vedere il video della partenza1 ad alcuni famigliari, ma la mia certezza è stata smontata: il cappellino lo vedevano tuttə blu, bluette, o comunque di una gradazione del blu.
Ogni sguardo è informato in modo diverso.
Spesso vediamo una cosa ma quella cosa possiede un’informazione molteplice, a seconda di chi la riceve; i colori fanno emergere ancora di più questo aspetto percettivo, perché i fattori in gioco sono tanti (natura del pigmento, accostamento ad altri colori, tipo di luce, incidenza della luce).

E poi c’è la nostra immaginazione, che è una parte consistente della nostra esperienza cromatica nel definire lo scarto che c’è tra quello che vediamo e come decidiamo di pensarlo.
La percezione è anche una questione linguistica.
Lo dice bene Riccardo Falcinelli in Cromorama, parlando proprio del nostro rapporto tra vedere e nominare:
Mentre per la percezione il colore è un continuum di gradazioni in cui le tinte sfumano le une nelle altre senza fratture, per il linguaggio si tratta di segmenti isolati.
Ovvero l’occhio non vede l’interruzione tra il cremisi e il carminio, e tra i due ci sono indefinite percezioni intermedie. Per la lingua, invece, cremisi e carminio sono due colori separati dalle parole in modo netto.
In aggiunta, ogni gruppo sociale (dal più ristretto al più allargato) parla del colore in maniera differente, organizzando in modo particolare i dati dell’esperienza2.
Sensi spalancati
Tempo fa stavo giocando a un vecchio gioco in scatola, e ricordo che feci un po’ fatica a distinguere i colori, che per una persona daltonica sarebbe stati proprio indistinguibili.
Adesso, anche nel design dei giochi l’attenzione all’accessibilità è parte della progettazione, e ogni colore è sempre accompagnato da un motivo – il passo in più sarebbe avere sempre anche goffrature3 che marcano le differenze tra postazioni/caselle.
La percezione coinvolge tutti i sensi, e vale anche per un testo scritto o una comunicazione a voce.
Quando interagiamo lo facciamo con tutto il corpo.
Siamo immersə in sistemi informativi, fatti di informazioni che ci arrivano in vari modi, a seconda delle intenzioni comunicative di chi ce le porta.
E ogni volta che queste informazioni agiscono dentro un canale, l’aspetto percettivo è parte fondamentale del processo, soprattutto quando abbiamo a che fare con le immagini.
Ad esempio, per quanto possiamo apprezzare un dipinto dentro un libro o su uno schermo, è quando lo vediamo fisicamente davanti a noi che accade che lo vediamo davvero, cioè quando ci muoviamo nel perimetro del suo e del nostro volume.
La nostra percezione è informata dalla nostra esperienza di bipedi terrestri.
Lo dice bene Anna Castagnoli nell’introduzione al saggio di Molly Bang Immaginalo. Come funzionano le immagini negli albi illustrati (traduzione di Francesca Coradeschi):
Se ci mettiamo su un piede solo e non vogliamo cadere, dobbiamo cercare una compensazione di pesi con l’altra gamba, o allungare un braccio. Questo bilancino interno è la propriocezione. Un senso che non smettiamo di usare quando guardiamo un quadro o un’illustrazione.
L’equilibrio fisico è uno stato di ricerca continuo, anche quando crediamo di bypassarlo con il digitale: al di là c’è sempre una persona che fa cose con il suo corpo e con la quale dobbiamo interagire.
Corpi poliedrici
C’è nell’etimologia di percepire (da percipĕre, formato da per- ‘attraverso’ e capĕre ‘prendere’) un prendere coscienza, una consapevolezza da parte di quel “corpomente” di cui parla Vittorio Lingiardi4.
Il sentire che quello che stiamo leggendo, ascoltando, vedendo ci porta comunque alla presenza di qualcunə, il segnale di qualcosa di persistente e impercettibile.
L’impercettibile è una specie di paradossale scia che rende evidente la presenza, anche nella sua assenza.
Significa preparare una situazione, che anche se è fatta di pixel, ci fa avvertire la gravità degli atomi. Come succede con i neuroni specchio, ad esempio in una campagna di alcuni anni fa realizzata in collaborazione tra Ferrovie dello Stato e History Channel (trovata nella puntata #2 sull’AI della newsletter di
).Sono le storie che ci fanno funzionare, sono le persone.
È sempre l’incontro che aggiunge qualcosa in più, soprattutto quando chi si conosceva solo dentro allo schermo si percepisce come corpo che parla e si muove, come ho sperimentato direttamente sabato 10 giugno, quando Substack è uscito da Substack.
Ci serve percepire la solidità degli organismi che concepiscono, organizzano, progettano, comunicano parole.
P.S.
La scorsa settimana un pezzettino di Linguetta è entrata nella puntata sulla gentilezza via mail della newsletter Morbido di
P.P.S.
Lunedì16 giugno (ore 21) sarò invece ospite di
🖊️ Inversi
Oggi pochi versi dalla raccolta di filastrocche Il mare, scritta da Roberto Piumini e illustrata da Paolo D’Altan.
Come si fa, nel mare
Come si fa, nel mare,
a spostare le sillabe?
Si rema.
📚 Futuri insieme
Il consiglio è per il libro che ha fatto incontrare un manipolo di Substackers in un quartiere milanese: Fossili viventi di
, un albo illustrato di divulgazione capace di raccontare con divertimento e precisione scientifica quelle creature animali e vegetali (con un’appendice fungina) che sembrano distanti nel tempo da noi, ma ci ricordano che l’umano è solo un pezzettino della vita che coabita su questo pallido puntino blu.🎥 Vite nascoste
Che cosa succede quando percepisci che il mondo in cui vivi è fatto di ipocrisie e pochezze emotive? Succede che diventi un altro, come capita a Andy Cooper (Jon Hamm) nella serie Your friends and neighbors: nove puntate per rendere evidente la prigione materialistica di un circolo di super ricchə, per cui apparire felici conta più che sentirsi, felici. Sta su Apple TV+.
Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Ricordiamoci delle nostre diverse percezioni, che in fondo basta usare il 💖, lo stesso cuore che sta qui sotto e che potete pigiare per dirmi se v’è piaciuta la puntata (come i pulsanti di commento e restack). E per rendere tutto più intenso:
Libri & Cose
Ho scritto L’arcipelago delle isoleombra, illustrato da Marianna Balducci e pubblicato da Sabìr nel 2024.
Leggo al alta voce, conduco laboratori e gruppi di lettura, faccio formazione su albi illustrati e comunicazione.
Ah, sto su questi social
Instagram, Threads, Bluesky, LinkedIn.
Per trovarmi, guardate nel punto centrale della schermata, dopo 24 secondi vedrete apparire uno che se la ride con un cappellino “viola”.
Per la cronaca, ho provato a guardare su Colorama di Cruschiform a che colore assomigliava di più il “viola” del mio cappellino: devo dire che è un bluebonnet, letteralmente “cuffietta blu”, una pianta dalle grandi infiorescenze blu diffusa soprattutto nelle selvagge praterie del Texas. Diventato l’emblema di questo stato americano, il fiore è stato battezzato così perché la sua forma ricordava i copricapi delle pioniere, le prime donne a stabilirsi su quella terra all’epoca della conquista del West.
La goffratura è una tecnica di lavorazione per cui, tramite pressione, viene impresso un disegno o un motivo in rilievo su un materiale. Nota anche come zigrinatura.
Il riferimento è a Corpo, umano di Vittorio Lingiardi, Einaudi, 2024.
Quando ho letto Cromorama ho scoperto, o forse dovrei dire realizzato, quanto è affascinante il rapporto tra il corpo umano, il cervello e gli occhi, e i colori.
Poi lui sa fare dei libri che riempiono proprio lo sguardo, in tutti i sensi.
che bello il lunedì mattina leggere la tua linguetta ! È gentile, e si inizia la settimana in modo contento . Questa di oggi, sulla percezione del colore mi ha fatto ricordare il bel libro di Laura Imai Messina ' la vita nascosta dei colori " letto poco prima di Natale.