Nome in codice: labirinto
Linguetta #16 / Scorrere un qualsiasi atto normativo (legge, decreto, decreto legislativo) è come perdersi nei corridoi di un labirinto lastricato di parole burocratiche.
Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Cosa dite, proviamo a fare una veloce incursione dentro una delle millemila normative italiane? Sarà una roba rapida, ma ahimè non indolore.
A proposito, lo sapete quanti sono gli atti dell’apparato normativo italiano? Tenetevi forte, perché dal 1861 a oggi gli atti in vigore sono circa 110.000. Per verificare basta andare su Normattiva, il portale della legge vigente, in capo alla Presidenza del consiglio dei ministri ma gestito dal Poligrafico dello Stato.
Lo scorso settembre Il Sole 24 Ore ci ha dato un occhio e ha fatto un bello specchietto riassuntivo.
E stanno fuori da quest’elenco disposizioni regionali e comunali, decreti ministeriali non numerati, circolari, legislazione comunitaria.
Oltre i numeri, la parola
È lampante che abbiamo un problema di ipertrofia normativa e prima o poi soccomberemo sotto questo enorme volume di norme però c’è una cosa che aggrava tutto: la lingua!
Se immaginiamo ogni atto normativo come il braccio di un labirinto e la maniera in cui sono scritti come la configurazione di ogni braccio, allora la nostra diventa una corsa zeppa di trappoloni dentro un oscuro meccanismo da cui non sappiamo come uscire. E l’unica cosa che ci rimane da fare è seguire il consiglio di Gandalf:
Per avere una prova concreta ne ho pescato uno a caso, e siamo capitati dalle parti del codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Ecco a voi un estratto del DPR 62/2013, più precisamente il comma 2 dell’articolo 16:
Ai fini della determinazione del tipo e dell’entità della sanzione disciplinare concretamente applicabile, la violazione è valutata in ogni singolo caso con riguardo alla gravità del comportamento e all’entità del pregiudizio, anche morale, derivatone al decoro o al prestigio dell’amministrazione di appartenenza. Le sanzioni applicabili sono quelle previste dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi, incluse quelle espulsive che possono essere applicate esclusivamente nei casi, da valutare in relazione alla gravità, di violazione delle disposizioni di cui agli articoli 4, qualora concorrano la non modicità del valore del regalo o delle altre utilità e l’immediata correlazione di questi ultimi con il compimento di un atto o di un’attività tipici dell’ufficio, 5, comma 2, 14, comma 2, primo periodo, valutata ai sensi del primo periodo. La disposizione di cui al secondo periodo si applica altresì nei casi di recidiva negli illeciti di cui agli articoli 4, comma 6, 6, comma 2, esclusi i conflitti meramente potenziali, e 13, comma 9, primo periodo. I contratti collettivi possono prevedere ulteriori criteri di individuazione delle sanzioni applicabili in relazione alle tipologie di violazione del presente codice.
Per fiondarsi dentro questi intrichi servono fisici da Umberto Pelizzari, Jacques Mayol o Enzo Maiorca, perché l’apnea non è mica roba per tutti!
Comunque, ho fatto una “prova di traduzione” dal linguaggio burocratico a quello umano per vedere di rendere più comprensibile quello che personalmente ho faticato non poco a cogliere (ci sono volute parecchie letture e riletture). Ecco un’apnea più snella:
L’entità della sanzione disciplinare viene valutata caso per caso in base alla gravità del comportamento e al grado di pregiudizio (anche morale) provocato alla propria amministrazione.
Si applicano le sanzioni previste dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi, compresa l’espulsione. La misura dell’espulsione riguarda solo i casi in cui si violano le disposizioni dei seguenti articoli: art. 4 (se il dono ricevuto è di eccessiva entità ed è collegato all’attività svolta in quell’ufficio); art. 5, comma 2; art. 14, comma 2, primo periodo. L’espulsione si applica anche nel caso il dipendente sia recidivo per gli illeciti trattati nei seguenti articoli: art. 4, comma 6; art. 6, comma 2 (esclusi i soli conflitti potenziali); art. 13, comma 9, primo periodo.
Accendiamo il radar
Dopo l’intervento, il numero totale di parole è sceso da 183 a 120, ma quello che conta è sempre la sostanza di quel che diciamo: riuscire a farci capire da chi legge, che nel caso di un atto normativo siamo noi cittadini e cittadine. Vediamo alcune cose particolarmente fastidiose che c’erano nel testo originale:
Ai fini della determinazione del tipo e dell’entità della sanzione disciplinare
→ qui basta levare le incrostature burocratesi e … stringere stringere stringere!derivatone al decoro o al prestigio dell’amministrazione di appartenenza
→ al legislatore piace troppo quella particella pronominale ne da accorpare a un participio passato per ergere la merlatura del suo castello linguistico, così come l’uso di “decoro” e “prestigio” invece di un più semplice “pregiudizio”.incluse quelle espulsive
→ “compresa l’espulsione” era una forma troppo semplice da usare?di cui agli articoli 4, comma 6, 6, comma 2 etc.
→ anche le citazioni degli articoli si possono rendere in modo più chiaro, basta usare bene la punteggiatura.I contratti collettivi possono prevedere ulteriori criteri di individuazione delle sanzioni applicabili in relazione alle tipologie di violazione del presente codice
→ questa frase l’ho proprio eliminata, perché in due righe esprime un concetto già incluso quando dice: “Si applicano le sanzioni previste dalla legge, dai regolamenti, dai contratti collettivi”.
Impossible is nothing
Ora, quello che ho fatto è solo un esperimento, perché rimettere in sesto l’intero apparato normativo richiederebbe uno sforzo professionale immane (sia dal punto di vista del lavoro sia dal punto di vista delle persone che dovrebbero lavorarci). Certo, già avere meno leggi aiuterebbe la causa 😅.
Ma il saggio diceva che l’impossibile non esiste, impossibile è quello che non hai ancora fatto.
Intanto, quello che possiamo fare tutti nella nostra quotidianità è usare la lingua in maniera semplice, sia dentro sia fuori da una struttura amministrativa. Senza temere di scrivere in “maniera povera” o “da bambini”, come ricordavo nella Linguetta #10. Il linguaggio semplice fa perno sul minimo essenziale, cioè tutto quello che è necessario per farsi capire, nulla di più nulla di meno. Una virtù che dovrebbe stare dentro ogni legge.
Ce lo insegna con la sua scorrevolezza la legge che sta alla base di tutte le nostre leggi: la Costituzione della Repubblica Italiana.
E con questo slancio tricolore mi proietto già verso la prossima Linguetta, che uscirà martedì 4 gennaio, giusto tre giorni prima della Festa del Tricolore, che ricorda la nascita della bandiera italiana.
E allora auguri di buon anno biancorossoverdi, ma pure di tutti gli altri colori dello spettro elettromagnetico. Io intanto mi preparo a sfoggiare quello che Pantone ha deciso che sarà il colore del 2022: trattasi del Very Peri, una “tonalità blu infusa di rosso-viola”.
Qualsiasi colore vi piaccia, di qualsiasi colore siate, l’augurio è di riuscire a non perdersi - o di perdersi un po’ meno - nei labirinti linguistici che ci circondano. E soprattutto di guardarsi dai labirinti della mente. Jack Torrance insegna.
📚 Chi di labirinto ferisce…
A dire labirinti viene per forza in mente lui, il grandissimo scrittore argentino Jorge Luis Borges. Tutta la sua poetica gira attorno al concetto di labirinto, perciò il consiglio è di leggervi qualsiasi cosa abbia scritto Borges: è unico. Ma dovendo scegliere una via dentro al suo labirinto letterario, vi suggerisco L’Aleph, che di storie labirintiche ne contiene eccome.
🎥 …di labirinto perisce
E chiudiamo l’anno anche con due labirinti cinematografici: uno è quello che compare in Harry Potter e il calice di fuoco, quarto capitolo della saga di Hogwarts. Già che ci siete, io approfitterei di queste feste per rivedere tutti gli otto film della serie (e pure per rileggere i sette volumi scritti da J.K. Rowling). Se non li avete mai visti né letti, avete la mia invidia: potete ancora provare a immergervi per la prima volta in questa opera colossale!
Il secondo consiglio è Il labirinto del fauno, una cosa spettacolosa scritta e diretta da Guillermo del Toro nel 2006. Probabilmente uno dei film fantastici più belli di tutti i tempi.
Ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Ah, come al solito il 💖 per farmi sapere se vi è garbata questa puntata sta qui sotto, accanto ai pulsanti per dirmi la vostra e per fare passaparola di Linguetta.