Mamma
Linguetta #185 / La festa della mamma è l'occasione per legare un albo illustrato che racconta le tante cose che ci sono dentro una mamma e una filastrocca a lei dedicata.

Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Quando ero alle scuole elementari la maestra ci diede una filastrocca da imparare a memoria per la festa della mamma: era una filastrocca della poeta bresciana Elena Alberti Nulli, scritta in dialetto bresciano, che ancora ricordo e conservo. Eccola:
Filastròca per la mama
Voi pröà a cöntà le ólte
che té ciame, mama bèla,
– mama, l’aqua! mama èl pà!
mama mama l’ó rumpìt
miga dìghel al papà… –Se gó frèd, ciame la mama
se gó póra – o mama mé –
se gó mal a la pansìna
se gó son e vòi fa la nana
sèmper ciame: mama mama.Chissamai quando l’è séra
el tò có come l’è ciòc
a scultà chèsta campana
che la suna: mama, mama.Mé però vòi dìt ‘na roba
che só mia se té la sét:
vàrda bé come che ’l fa
a ciamàt el mé buchì:
ogni ólta che ’l dis ma-ma
el te manda du bazì.1
È una poesia che è detta con la voce di chi è figliə, che dice dell’amore che lega due persone, a distanza di una generazione; però racconta anche di quel legame con chi è madre, cioè di una persona che prende su di sé attenzioni e preoccupazioni.
Ci aiuta a vedere lo slancio affettivo ma anche il carico emotivo invisibile che sta dentro una mamma, cioè quelle aspettative sociali che inquadrano una mamma dentro una cornice ben precisa (accogliente, sempre amorevole, disposta al sacrificio, un monolite di premure).
Eppure la figura della ‘mamma’ è una delle tante cose che compone una donna che diventa mamma, così com’è per tutte le persone nel momento in cui diventano individui, entrando nella dimensione adulta.
Una mamma illustrata
Nell’albo illustrato Urlo di mamma di Jutta Bauer è racchiuso il senso di una mamma che non esaurisce il suo essere persona solo dentro quel ruolo: è una mamma che strilla perché come tuttə può arrabbiarsi, può sgridare il suo piccolo (un pinguino in questo caso) e letteralmente mandarlo in mille pezzi.
A Jutta Bauer servono poche parole precise e illustrazioni ad acquerello per raccontare lo smembramento, ma anche la ricomposizione finale.
Un libro piccolo, che può raccontare però tante cose diverse, a bambinə e adulti: cioè di una mamma che non si annulla in quel ruolo, che si prende il tempo di domandarsi, che sa anche ritornare.
Così come la lingua è fatta di parole e contesti, la mamma è una persona composta di tante cose.
Scritto e illustrato da
Jutta Bauer.
Tradotto da
Daniela Gamba.
Pubblicato da
Nord-Sud nel 2002 (marchio di Salani)
Edizione originale del 2000.
Non esiste un solo modo di essere mamma (né genitori, in generale); raccontare le vulnerabilità delle persone significa mostrare le tante sfumature che possiedono, significa rifuggire gli stereotipi (come quello della “buona madre”), vuol dire interrogarsi sull’identità femminile.
Le storie servono a vederci come spettro.
Agiamo in questo continuum di emozioni e ruoli che non ci esauriscono, ma ci compongono a seconda dei momenti, delle fasi, dell’essere comunque in continuo mutamento.
Vale soprattutto per l’essere madre e le sue tante possibili configurazioni.
Consapevoli che ogni volta che unə neonatə inizierà il suo periodo di lallazioni, a moltissime latitudini quella sillaba “ma” ripetuta diventerà il primo esperimento di gioco linguistico e il segno di un legame che ha la forma di un bacio.
E che rimane nell’aria a dire, quando la mamma la vediamo e quando la mamma non c’è più.
P.S.
Domenica 18 maggio sarò tutto il giorno al Salone del libro di Torino ad aggirarmi fra gli espositori, ma dalle 11 alle 12 mi troverete seduto allo stand N47, padiglione 3: cioè alla postazione Sabìr. Sarò lì insieme a
Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Curiamoci delle mamme, che in fondo basta usare il 💖, lo stesso cuore che sta qui sotto e che potete pigiare per dirmi se v’è piaciuta la puntata (come i pulsanti di commento e restack).
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Un libro
L’arcipelago delle isoleombra, che io ho scritto, Marianna Balducci ha illustrato, Sabìr ha fatto diventare vero nel 2024.
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Seguo progetti di educazione alla lettura, leggo ad alta voce, faccio formazione su albi illustrati e comunicazione. Se ci sono maestrə, insegnanti, bibliotecarə, libraə, adulti curiosi che vogliono fare una di queste cose insieme a me, trovate tutto sul mio profilo Linktree.
Ecco la traduzione in italiano della filastrocca:
Urlo di mamma è il libro che ancora oggi è il “totem” nella nostra famiglia dato che più siamo nella preadolescenza più si verificano queste situazioni dí smembramento e ricongiungimento. È uno dei miei preferiti. Te ne dico un altro (sempre illustrato) che il piccolo di casa ha regalato alla mamma un paio d’anni fa: “Ci sono mamme peggiori di te” di Glenn Boozan e Priscilla Witte. Fa ridere perché è vero! Io anche sarò al Salone domenica nel Pad. 4 Bookstock. Spero di vederti.
Un po' commossa Andrea. Non sai quanto faccia bene mettere delle parole a ciò che a volte molte madri non dicono. Grazie :-)