Leggere gli imprevisti
Linguetta #71 / La lingua è come la lettura: fa emergere le cose a distanza di tempo, ci rende duttili e ci prepara ad affrontare rapidamente problemi improvvisi.

Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
La scorsa settimana è morta a 91 anni la linguista Bice Mortara Garavelli. La scoprii all’università e continuai a leggerla nei bei libri stampati da Laterza.
In un’intervista a Repubblica di otto anni fa — grazie a Luisa Carrada per averla condivisa in un post su LinkedIn — c’è questa frase:
L’ordine della lingua richiede gerarchie, ma altresì scoppia di libertà, divagazioni.
Rapidità di stile e di pensiero. Italo Calvino nella rapidità di stile colse l’agilità, la mobilità, la disinvoltura. Tutte qualità, diceva, che si accordano con una scrittura pronta alle divagazioni.
Sembra un paradosso, in realtà è la forza della lingua, ed è una riserva che mette a disposizione di chiunque voglia usarla. La lingua è un sistema di elementi naturali, che noi possiamo combinare per ottenere il messaggio migliore da comunicare.
Basta essere predispostə alla divagazione, cioè imparare ad adattarsi alle situazioni e ai contesti.
È come quando divaghiamo con la mente, quando facciamo entrare dentro al nostro pensiero altri pensieri inattesi. In quel momento lì, stiamo arricchendo il nostro pensiero, stanno confluendo tutti i collegamenti che abbiamo creato nel corso del tempo.
Proprio lo stesso meccanismo che si mette in moto con la lettura: fa emergere le cose a distanza di tempo, quando meno ce lo aspettiamo.
La lettura è come un simulatore di volo: ci prepara alle situazioni future.
Senza divagare troppo, lo spunto di Mortara Garavelli (e di Calvino) serve a dire che la lingua è un sistema potenziale: sta a noi studiarla nelle sue regole, maneggiarla per costruire relazioni e, quando serve, piegarla per trovare soluzioni a problemi estemporanei.
L’agilità dell’improvvisazione non è un muoversi a caso, tutto il contrario: significa avere assimilato le sfumature della lingua e al momento buono fare convergere quello che si è imparato.
Nello scritto si manifesta in testi che richiedono prontezza, come ad esempio nel caso dei community manager, cioè persone che devono gestire le relazioni con le persone all’interno di un ecosistema social.
☛ Qui un pezzo che racconta il lavoro di Diego Bazzano, responsabile dell’informazione ai passeggeri e dei media digitali in ATM Milano.
Ma la stessa cosa vale nel parlato, in cui la prontezza linguistica e la capacità di rispondere alle sollecitazioni del pubblico sono un riflesso ancora più immediato del pensiero divergente.
E si traduce in capacità di fare fronte agli imprevisti.
Significa riuscire a mettersi nei panni di chi abbiamo di fronte, di mettersi al servizio e dire ‘vediamo che cosa possiamo fare’: cioè cercare il processo più rapido e amichevole possibile per risolvere il problema.
Lo “scoppio di libertà” creativo della lingua è (anche) questo, cioè la capacità di inventare, immaginare, vedere nuove vie. E nel settore pubblico — o comunque nell’avere a che fare con un pubblico che cerca soluzioni — si accompagna spesso al buonsenso, l’antidoto più efficace contro il burocratese.
Questa abilità di reagire creativamente si sviluppa frequentando la lingua (e le persone che la parlano), ed è un po’ come il processo di sublimazione scientifico, cioè quando qualcosa passa dallo stato solido a quello gassoso senza passare dallo stato liquido (ad esempio quando abbiamo del ghiaccio secco che si trasforma in vapore acqueo).
Oggi Linguetta breve e concentrata, ma dietro c’è una lunga coda che non si vede.
📚 Parole in fila
Non saprei scegliere, perché sono stati tutti utili i libri di Bice Mortara Garavelli, e continuano a esserlo. Vi linko la carrellata sul sito Laterza.
Visto che ho citato anche lei e dato che è da anni un punto di riferimento prezioso per me, vado con un’altra carrellata: quella dei libri di Luisa Carrada.
Un altro che è comparso in questa puntata, Italo Calvino. Scegliamo un suo saggio, l’ultimo, quello che è già un classico, cioè uno di quei libri che non hanno mai finito di dire quello che hanno da dire: Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio.
📺 Concentrazioni
Se vi garbano fantascienza e racconti brevi, allora Love, Death & Robots su Netflix fa per voi: tre stagioni, episodi che durano da 6’ fino a un massimo di 21’, scenari distopici / ipotetici / immaginifici che scavano, a lungo. Insomma, quello che riesce a fare la buona fantascienza. Ah, dietro l’antologia c’è David Fincher.
🎧 Scienza distillata
Per chi vuole capire che cos’è una cometa, Emauele Menietti e Beatrice Mautino lo spiegano bene in questa puntata del podcast Ci vuole una scienza (andate a 8’40”):
Ed è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Esercitiamo la lettura e lo studio, che poi davanti alla carta ‘imprevisto’ sapremo esattamente come divagare. E per farlo ci servirà comunque quella cosa rossa fatta così 💖. Un clic sul suo omologo qua sotto e io saprò che la puntata v’è piaciuta.
Per scrivermi invece c’è lo spazio dei commenti, ma pure la cara mail, o ancora la chat di Linguetta.
E come al solito mi trovare anche su Instagram: sono andrjet.
Come sempre, grazie degli spunti!
Solo una constatazione riguardo il link al sito Laterza: mi fa sorridere - un po' amaramente, perché proveniente da una solida casa editrice - il doppio genere grammaticale: «Bice Mortara Garavelli, PROFESSORE EMERITO di Grammatica italiana nell’Università di Torino, è ACCADEMICA della Crusca.» wtf?