Geografie
Linguetta #170 / Le lingue, come le persone, sono universi mobili che si mischiano continuamente, descrivendo traiettorie inestricabili dalle storie che generano.
Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Verso la fine della filastrocca Una scuola grande come il mondo di Gianni Rodari ci sono alcuni versi che dicono così:
Di imparare non si finisce mai,
e quel che non si sa
è sempre più importante
di quel che si sa già.
La scuola serve a esplorare direzioni, trovare rotte, leggere le mappe che ci portiamo dentro e di cui un po’ alla volta scopriamo i segni grazie alle persone che ci circondano. Grazie a chi insegnando continua a imparare.
Siamo punti di origine che si espandono.
Proprio come le parole della nostra lingua, incrocio spaziotemporale di un miscuglio di genti che non abbiamo mai conosciuto.
Un’azione collettiva e invisibile di popoli in movimento ci ha dato forma come esseri parlanti e segnanti.
La geografia ci determina.
Lo fa con la lingua del posto in cui nasciamo, lo fa con le lingue dei posti che attraversiamo, e dei corpi che incontriamo.
La geografia ci insegna che ogni luogo che conosciamo è un ponte verso qualcos’altro che ancora non conosciamo.
Storie migranti
Nel gruppo di lettura 8-11 anni che tengo in una libreria, l’ultima volta ci siamo raccontatǝ Viola Giramondo di Teresa Radice e Stefano Turconi, cioè la storia di Viola Vermeer, “papà olandese, mamma francese… cittadina del mondo!”.
Nel secondo dei tre capitoli di viaggio, oltre al direttore d’orchestra Antonín Dvořák, incontriamo il giovane Hiawatha, discendente di un gruppo di nativi americani, che nel parlare di sé dice di essere un nomade stanziale.
La verità è che siamo tuttǝ nomadi.
Siamo in continuo movimento anche se stiamo fermǝ, perché soggettǝ alla forza che ci spinge a conoscere. Ed è così che abbiamo costruito la storia umana, liberando il pensiero dai vincoli.
Tutto il contrario di quello che ha detto il ministro Giuseppe Valditara, che vuole “che la storia sia studiata come una grande narrazione, concentrandosi sulla storia dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente”.1
Siamo storia perché siamo geografia.
Continuare ad attivare connessioni nello spazio e nel tempo ci permette di indagare il mondo anche in modo inaspettato. E come dice il maestro Franco Lorenzoni in questo post sul suo profilo Facebook:
Non è sempre facile, ma quando si ha l’occasione di incontrare direttamente e fare esperienza degli intrecci che caratterizzano la storia, molte bambine e bambini attivano capacità di indagine inaspettate, creando collegamenti e intuendo relazioni che ci aiutano ad avventurarci e ad avvicinarci alla complessità del mondo.
La geografia aiuta a capire comportamenti e problemi, immaginando nuove soluzioni. La scuola, la società, tuttǝ noi abbiamo bisogno di praticare questi geostorici esercizi di futuro.
Versi in cammino
C’è una storia che inizia nel 1885 su una piccola isola nella baia di New York (all’epoca chiamata Bedloe’s Island), quando centinaia di operai tirano fuori da 214 casse i pezzi di una grossa cosa da montare: la Statua della Libertà.
Da allora se ne sta immobile su quell’isolotto che ora si chiama Liberty Island, eppure a guardarla bene non è in una posa immobile, perché l’intera gamba destra sta per compiere un passo.
È un dettaglio, ma i dettagli fanno la differenza, come racconta l’albo illustrato Il suo piede destro, scritto da Dave Eggers e illustrato da Shawn Harris (traduzione di Loredana Baldinucci):
Dopotutto, anche la Statua della Libertà è un’immigrata. Ed è per questo che si muove. È per questo che cammina. Per accogliere chi è povero, chi è stanco, chi lotta per respirare libero.
Non si accontenta di aspettare.
Deve andargli incontro in mare aperto.
Ci ricorda che chiunque può diventare una persona straniera, andando in un altro posto, e che nella geografia delle lingue rimangono tracce di storia che non svaniscono mai.
Come dice la poesia scritta da Emma Lazarus e incisa sul basamento della Statua della Libertà, che finisce così: “…Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste, io sollevo la mia luce accanto alla porta dorata!”.
Ogni poesia è un paese da scoprire.
Geografia e storia sono mappe che servono a orientarci nella complessità del mondo, a immaginarci continuamente.
P.S.
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P.P.S.
Per chi vuole viaggiare in posti che non avrebbe immaginato, L’arcipelago delle isoleombra è sempre a disposizione.
🖊️ Inversi
Oggi pochi versi dal poema Discovery, scritto nel 1953 da Iosif Brodskij e illustrato da Vladimir Radunskij (traduzione di Andrea Molesini). Ecco la penultima quartina:
Ora l’America trabocca di mappe e di cartigli,
tanti da riempire credenze e ripostigli.
Ma guarda in fondo al cuore, e sii sincero:
l’America è stata scoperta per davvero?
📚 Nuovi sorrisi
C’è un albo illustrato che riesce a raccontare la necessità di chi migra da un posto all’altro con la leggerezza e il divertimento dei più piccoli, nel dialogo pensante di un bambino e sua sorella Pauli: s’intitola I migranti, scritto da Marcelo Simonetti e illustrato da Maria Girón (traduzione di Francesco Citarella, Tiziana Masoch, Ilide Carmignani).
🎥 Dentro la storia
Ho visto Civil War di Alex Garland, che attraverso gli scatti da fotoreporter dell’esperta Lee Miller (Kirsten Dunst) e della giovane Jessie Cullen (Cailee Spaney) mostra che cosa vuol dire stare dentro un conflitto, tra rumori di spari continui, mentre un paese sprofonda nell’odio e collassa. Sta su Prime Video.
Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Ricordiamoci che siamo universi mobili, che in fondo basta usare il 💖, lo stesso cuore che sta qui sotto e che potete pigiare per dirmi se v’è piaciuta la puntata (così come i pulsanti per commentare e fare restack).
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Sono Andrea M. Alesci, scrivo per umani di piccole dimensioni e tengo laboratori: l’ultimo libro è L’arcipelago delle isoleombra (Sabìr, 2024, illustrato da Marianna Balducci).
Seguo progetti di educazione alla lettura, leggo ad alta voce, faccio formazione su albi illustrati e comunicazione.
Se ci sono insegnanti, bibliotecarə, adulti curiosi che vogliono fare una di queste cose insieme a me, sul mio profilo Linktree c’è tutto.
Le idee del ministro Valditara sulla scuola, Il Post, 16 gennaio 2025.
Tiziano Terzani scriveva "La storia esiste solo se qualcuno la racconta". Che la storia sia narrazione, in effetti, lo sappiamo tutti. O meglio, narrazioni, al plurale. Le Geografie (come ci proponi tu, Andrea) ci permettono di dare spazio a più narrazioni, a più storie ;-)
Grazie mille per il testo, bellissimi pensieri. La mente è anche una geografia e una galassia da esplorare. Leggere un libro significa osservare i pianeti e le lune degli altri.