Biscotti
Linguetta #179 / Ogni giorno abbiamo a che fare con i cookies di siti web e app, promesse a lunga conservazione dei nostri dati, spesso progettati in maniera oscura.

Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Tempo fa, un’amica mi chiedeva se anche un pubblico di piccolissimə le conosceva le fiabe, e io le ho detto che secondo me ce le abbiamo installate, girano già sul nostro software fin da quando veniamo al mondo.
Le fiabe sono sapere collettivo.
È un po’ come per le prime memorie gustative che ci portiamo dentro, e una di queste ha la forma dei biscotti, abituatə come siamo (almeno in Occidente) a sgranocchiarli fin da quando possiamo fare croc coi denti.
C’è una specie di calda familiarità dentro ai biscotti, un’irresistibile attrazione a morderli, mangiucchiarli, “pucciarli” nel latte o nel tè, anche quando si sbriciolano.
Solo a pronunciarla, la parola biscotto riesce a creare quel desiderio di dolcezza senza esagerazione, di atmosfera tranquilla e accogliente – ed è lo stesso per l’inglese cookie, che è parente ristretto del termine cake (torta).
I biscotti ci avvicinano.
Tracce nel tempo
Ci sono prime volte che ti rimangono dentro più di altre, e per me una di queste è la scoperta che feci al liceo dell’etimologia di biscotto.
Fu il latino (nella sua variante medievale) a raccontarmi la storia di qualcosa che è biscoctus, composto da bis- «due volte» e coctus, cioè il participio passato del verbo coquĕre «cuocere».
Eccola lì, l’equivalenza etimologica: biscotto = cotto due volte.
Fu una felice epifania scoprirlo, e poi sapere che il processo di doppia cottura nel forno (come ad esempio avveniva per il pan biscotto) serviva a eliminare l’umidità e assicurare la lunga conservazione.
Nel nostro muoverci onlife i biscotti li conosciamo meglio con la parola inglese cookies, perché di questi biscotti lasciamo in giro briciole digitali.
Il dizionario Merriam Webster definisce così un cookie:
un piccolo file o parte di un file memorizzato sul computer di chi naviga sul web, creato e poi letto dal server di un sito web, e contenente informazioni personali [traduzione mia].
Quelle informazioni che lasciamo a siti web e applicazioni possono riguardare:
registrazione dei dati di una sessione (login, carrelli della spesa aperti)
preferenze statistiche (pagine visitate, orario di visita)
elementi di profilazione per messaggi di marketing personalizzati
dati di terze parti, cioè forniti ad altre aziende per un nostro profilo più accurato
I cookies sono promesse a lunga conservazione.
Quando decidiamo sul consenso dei nostri dati, stiamo decidendo che parti di noi affittare nel breve o lungo periodo a chi ci dà un servizio web o vuole tenerci a portata di mano come consumatorə1.
Schemi oscuri
Spesso mi capita di voler leggere un pezzo sul web, salvo dovermi fermare davanti ai muri delle policy2 sui cookies, che in molti casi sono perversi modi di prenderci i dati.
Ed è sempre una questione di linguaggio.
Il modo in cui viene progettata la maschera per il consenso sui cookies ha a che fare con la lingua, con un sistema di comunicazione che può essere accogliente, ostico, o addirittura subdolo.
Di seguito posto un esempio di dark pattern, cioè uno schema che confonde le idee, in questo caso con l’uso dei colori: per le preferenze su Statistiche e Marketing, il selettore blu indica i cookies attivi mentre l’arancione indicherebbe la loro disattivazione, però, l’opacità in grigio avrebbe reso tutto più chiaro.


Qui sotto invece ci sono due esempi di policy che ti fanno leggere gratuitamente se acconsenti a essere tracciatə in ogni dove, oppure ti fanno pagare 3 € al mese per essere liberə da ogni traccia.


E come ultimo esempio negativo, quella che ho rinominato la policy maledetta, perché se vuoi leggere senza essere vendutə ai millemila fornitori, devi prenderti dei minuti per rendere inattivi le decine di selettori di Acconsento e Interesse legittimo. Ecco sei screenshot in sequenza temporale dallo stesso sito web.






Poi però ci sono anche casi di cose fatte bene.
Nel primo esempio qui sotto, tutto diventa confortevole e accogliente, quando trovi un pop-up sull’uso dei cookies chiaro, senza un labirinto di scelte da fare ma solo con tre pulsanti Accetta, Nega e Visualizza le preferenze – è apprezzabile che le preferenze su statistiche e marketing, di default siano disattivate (anche se il selettore disattivato arancione sarebbe stato meglio fosse stato grigio opaco).



Nel secondo esempio che segue invece c’è la maschera dei cookies del New York Times, che rende tutto limpido e di default lascia tutte le scelte disattivate.





Ogni giorno ci dobbiamo confrontare con briciole di biscotti che spargiamo qua e là nei servizi online che usiamo.
Abbiamo tutti un’ombra digitale.
Il GDPR3 ci ha aiutato a regolamentare consensi e trattamento dei dati personali, ma come ci insegna la lingua, noi funzioniamo bene e in modo sereno quando le interazioni sono essenziali e utili a farci capire le cose, senza doverci scervellare.
Un po’ come quando un servizio non ci richiede dati che già possiede (penso ad alcune pratiche della pubblica amministrazione, ma non solo). Questa però è un’altra storia, di cui parleremo in futuro dentro Linguetta.
P.S.
Per chi sarà alla Bologna Children Book Fair, martedì 1° aprile (ore 14-15) sarò da Sabìr (Hall 26, stand A52) per fare delle dediche insieme a
P.P.S.
Se invece sarete in zona bresciana dal 5 al 13 aprile, nelle biblioteche di Sarezzo, Gardone, Concesio e Villa Carcina si tiene Filò. Festival di narrazioni per bambini. Io sarò in giro a giocare con parole e figure insieme a un po’ di classi, ma date un occhio al programma perché ci saranno anche eventi aperti per grandi, quattro spettacoli teatrali e la mostra dell’illustratrice Noemi Vola.
🖊️ Inversi
Oggi pochi versi da Prugna, raccolta di filastrocche di Tony Mitton (traduzione di Alessandra Valtieri, illustrazioni di Peter Bailey). Purtroppo fuori catalogo, ma per fortuna ci sono le biblioteche.
Riflessioni
Sono solo un pisello
dentro un baccello.
E ho ques’idea strana
che m’assilla il cervello.
Infatti, lo so,
di esser verde anch’io,
ma gli altri son loro…
ed io sono io.
📚 Le cose dietro le cose
Il consiglio è per l’albo illustrato La storia vera scritto e illustrato da Sergio Ruzzier per Topipittori, e tutto inizia quando un vaso di biscotti casca a terra e si rompe in tanti pezzi. O almeno così sembra, perché a volte le cose ci traggono in inganno e il racconto può illuminarle o nasconderle. Specie quando un topo cerca di spiegare a un gatto che fine avranno fatto quei biscotti.
🎥 Sprofondare
Ho visto anch’io Adolescence, e non è facile assorbire il senso di soffocamento attorno alla storia del 13enne Jamie Miller, accusato di avere ucciso una sua compagna di scuola. Il maschilismo che emerge nel racconto è quello che ha forgiato nei secoli la società in cui viviamo, a immagine e somiglianza dei maschi. Vedere questi quattro episodi, parlarne, generare discussioni nelle persone è una delle cose che serve a cambiare le cose. Jack Thorne e Stephen Graham l’hanno scritta in modo esemplare, questa miniserie. Sta su Netflix.
Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Conserviamo e chiediamo il sapore dei biscotti fatti bene, che in fondo basta usare il 💖, lo stesso cuore che sta qui sotto e che potete pigiare per dirmi se v’è piaciuta la puntata (così come i pulsanti per commentare e fare restack).
Per rendere tutto più intenso e personale, potete scrivermi via mail.
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Sono Andrea M. Alesci, scrivo per piccoli umani e tengo laboratori: l’ultimo mio libro è L’arcipelago delle isoleombra, illustrato da Marianna Balducci (Sabìr, 2024).
Seguo progetti di educazione alla lettura, leggo ad alta voce, faccio formazione su albi illustrati e comunicazione.
Se ci sono maestrə, insegnanti, bibliotecarə, libraə, adulti curiosi che vogliono fare una di queste cose insieme a me, trovate tutto sul mio profilo Linktree.
La voce cookie di Agenda digitale è una buona fonte di informazione per chi vuole andare più in profondità sul funzionamento dei cookies.
La policy è un insieme di azioni o direttive che regolano un certo tema. Nel caso dei cookies, si tratta di politiche che riguardano il trattamento dei dati personali.
GDPR è l’acronimo di General Data Protection Regulation, cioè un regolamento europeo che disciplina il trattamento dei dati personali. Qui il testo completo sul sito del Garante della privacy.
Il pop-up dei cookies migliore che abbia mai visto, non tanto per la usabilità (non ricordo come fosse) ma per il linguaggio utilizzato, è sul sito statunitense, in lingua inglese, di Illy caffè: “coffee is better with cookies!” e “which cookies would you like with your coffee?” Ti viene voglia di acconsentire 🍪
Un numero molto gustoso!