Verso
(mini) Linguetta #147 / La parola 'verso' sfrutta la polisemia per restituirci tanti significati racchiusi nello stesso significante, ed è un meccanismo che invita al gioco.
Ehilà, eccomi con una nuova (mini) Linguetta!
Tra le tante accezioni di verso, c’è quella di senso, inteso come direzione.
Eppure anche il senso contiene in sé sussurri di possibilità: possiamo dire che il senso è il significato di qualcosa, tanto da usare l’espressione senza senso come qualcosa che non torna, improduttivo, inutile.
Ma allo stesso tempo contiene una dimensione spaziale – pensiamo ai cartelli di senso unico o di doppio senso.
Il senso ci orienta, o ci disorienta.
In questo senso – scusate il gioco di parole – il verso è una specie di suo doppione, una direzione che ci porta da qualche parte. O da nessuna parte.
Il verso può essere un sostantivo ma anche una preposizione avverbiale (es. verso di te), allora contiene il movimento, consente gli spostamenti, quell’andare verso qualcunə o qualcosa.
Ed è nella poesia che questo suo muoversi si versa e si esprime al meglio, perché il verso di una poesia è una riga di testo completata e interrotta da uno spazio bianco che porta al verso successivo.
Forse non a caso la poesia funziona quando è detta, quando si stacca dalla pagina e diventa verso.
Ed eccolo qui l’altro significato: il verso come suono, il verso animale, di quegli animali non umani che usiamo da sempre come termine di paragone per pensarci.
Il verso sta nel verso, nella voce.
Il verso ci contraddistingue, umani e non umani, quando usiamo i nostri organi risuonatori per versare cose fuori di noi. Anche solo con un verso di nonsenso, o di minuscolo senso celato nel suono.
Come ci ricorda il grande Toti Scialoja con le filastrocche che stanno dentro Versi del senso perso. Eccone una per salutarci, prima del primo gioco di questa (mini) Linguetta.
C’è un tarlo invisibile
che va in visibilio
nel vecchio comò;
amando il mobilio
mi chiedo se farlo
tacere potrò.
🤹♀️ Officina estiva di giocoleria linguistica 🤹♂️
Il primo gioco è come lo yogurt: ha una scadenza, il 15 agosto.
Però è facile che funzioni come per le mostre: si potrebbe prorogare.
È un gioco che ha a che fare con L’arcipelago delle isoleombra, il libro che ho fatto con Marianna Balducci e Sabìr editore.
E tutto parte dalla copertina, questa qui sotto.
Guardatela bene, perché questa isolaombra è l’unica senza identità né storia.
CHE COSA FARE
Provare a raccontarla con dei versi in rima, ma va bene anche un breve testo in prosa (o tutt’e due, non c’è problema). Vi do qualche laccio narrativo per fare dilagare l’immaginazione:
come si chiama quest’isola?
quali sono sono la sua origine o la sua storia?
chi ci vive?
che cosa nasconde?
COME SI GIOCA
Basta un post su Instagram o su Facebook con il vostro testo, usando questa immagine qui sotto oppure (se l’avete) una foto della vostra copia del libro.
Ah, poi taggate me (@andrjet), Marianna Balducci (@mariannabalducci_chidisegna) e i Sabìri (@sabireditore). La cosa che certificherà la vostra partecipazione al gioco sarà un commento di Marianna.
CHE COSA SI VINCE
Già, ci sarà anche un premio: la stampa di una delle isoleombra (formato 30 x 40 cm). Perciò: via libera alla catena di versi!
Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima (mini) Linguetta!
Se la puntata vi è piaciuta, vi do tre parole: cuore, commento, restack.
Per rendere tutto più intenso, c’è la mail: che quando ne ricevo una, per me è una festa!
Se volete taggarmi sui social, cercate andrjet sia su Instagram sia su Threads.
Una puntata, per certi versi, versatile!
Ahi ahi ahi ci siamo dimenticati il “verso” come “re-verso” ossia il rovescio, il verso rispetto al recto 😉 Buona estate