Un sintetico ripasso
Linguetta #23 / Due anni di pandemia hanno cambiato noi e il nostro modo di leggere, e anche la scrittura di testi si riadatta seguendo poche semplici regole.
Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Lo schermo del telefono si illumina, lampeggia una lucetta, scorriamo con il dito: lassù in alto c’è una nuova notifica. Nel nostro cervello viene rilasciata dopamina: è la molecola del piacere. E della dipendenza.
In questi due anni di allontanamento e lontananza fisica dalle altre persone abbiamo sperimentato fino agli estremi questo fenomeno. La notifica è il segno che qualcuno ci ha scritto, qualche app ha pronto per noi un aggiornamento, insomma là fuori nel mondo ci chiamano, reclamano la nostra attenzione.
Stiamo più tempo con gli occhi ficcati negli smartphone, o comunque nei dintorni di quel perimetro luccicante. Non è un male in assoluto, almeno finché non diventa un’abitudine cronica, tossica.
Premessa pesantina, vero? Per chi non ha abbandonato la lettura, arrivo al punto: siamo nel 2022 e l’epoca del Covid ha acuito la nostra capacità di distrarci, ma l’elasticità è la proprietà principale della lingua. La lingua segue gli stessi princìpi dell’evoluzione: si adatta, si modifica, cambia. Come cambiamo noi ogni giorno e come cambiano i contesti in cui ci troviamo a comunicare.
Questa ulteriore situazione di cambiamento dettata dal coronavirus ci porta a ricalibrare i messaggi che usiamo, sia per le aziende che parlano ai propri clienti sia per le pubbliche amministrazioni che parlano a cittadini e cittadine.
La risposta sta sempre nelle nostre mani, e prima ancora dentro la nostra testa: scriviamo bene, scriviamo per tuttə, facciamo sintesi.
Viva la varietà
La prima cosa da ricordarci è che parliamo sempre alle persone, che sono tutte diverse. Perciò:
usiamo in modo appropriato i pronomi personali (lui, lei) e se non vogliamo scegliere il maschile o il femminile, tentiamo di rendere la frase in altri modi, magari con un pronome indefinito (chi, chiunque).
quando possibile usiamo i termini collettivi, evitando così il maschile sovraesteso (magistratura invece di magistrati, cittadinanza invece di cittadini, personale invece di dipendenti).
lo schwa (ə) per includere sia il maschile sia il femminile, ma su questo segnetto grafico (che avete già incrociato anche qua dentro) ci farò prossimamente una puntata a parte.
evitare espressioni solo al maschile: il corpo umano invece del corpo dell’uomo, la gente comune invece dell’uomo della strada.
Parlare alle persone
Le persone a cui scriviamo/parliamo non possono essere ridotte ad alcune delle nostre caratteristiche (origine geografica, età, sesso, orientamento sessuale). Come scrivevo anche nella Linguetta #22, non possiamo restringere la complessità di una persona a una sua particolarità, perché una persona è tutte queste cose insieme - e anche molte altre.
Anche quando parliamo nelle conversazioni di tutti i giorni con qualcun altro, evitiamo le etichette. Una donna e un uomo sono molto di più di un aggettivo che gli affibbiamo.
Basta ricordarci che prima di tutto c’è la persona.
Fare sintesi
Da quando è iniziata la pandemia, sui luoghi di lavoro (e in casa) le videoconferenze sono aumentate a dismisura, così come il consumo di video. Spesso durante i lockdown, per molte persone, questa possibilità è stata un sollievo, ma una delle conseguenze più grosse che ci riguarda è questa: il nostro modo di leggere online sta cambiando.
Pratichiamo molto di più la lettura superficiale (quella che in inglese si definisce skimming), cogliendo qua e là alcuni punti che attirano la nostra attenzione, leggendo documenti secondo schemi a zig zag (cioè scansionando il testo in modelli a forma di F o Z). Di fatto, scrutiamo le parole, cercando quelle a cui appoggiarci.
Sono cambiati i nostri comportamenti, perciò quando scriviamo dei testi dobbiamo tenerlo sempre a mente e facilitare la lettura con pochi semplici accorgimenti:
evitiamo paroloni, forme desuete e burocratismi in favore di parole brevi che restituiscono una scrittura più colloquiale.
scriviamo frasi che stiano sotto le 25-30 parole e siano così facilmente elaborabili.
dividiamo il testo in paragrafi o sezioni precedute da titoli chiari ed esplicativi. L’essenzialità è tutto.
chiediamo a chi ci legge di compiere un’azione per volta. Nessuno vuole essere sovraccaricato.
Un ripasso di cose che in parte avevo già affrontato in puntate precedenti, ma ripassare, come rileggere, fa sempre bene.
Insomma, oggi è stata una Linguetta in forma di bigino con pochi consigli sempre validi. Una puntata tascabile, come i nostri smartphone.
📚 Contro il logorio della vita moderna
A casa al bar dove ti par, meglio un … libro. Sì, è vero, non fa rima ma a me il Cynar ha sempre fatto un po’ schifo, anche solo a immaginarlo: una bevanda al carciofo??? Ma dai! Meglio una bella pasta con carciofi, magari scelti tra le diverse specie dei Presidi Slow Food.
Il libro che vi consiglio oggi s’intitola 8 secondi. Viaggio nell’era della distrazione, l’ha scritto la giornalista e autrice di docufiction Lisa Iotti ed è uno strabiliante viaggio nel mondo dell’iperconnessione che ci riguarda tutte e tutti. Gli 8 secondi sono una provocazione (perché quello sarebbe il tempo di memoria dei pesci rossi), ma il libro ci racconta che la realtà non è molto distante da quel dato: la nostra soglia di attenzione davanti a uno schermo è di circa 40 secondi, poi qualcosa la spezza e noi dobbiamo sforzarci per ricomporla.
🎥 Dipendenze Dickiane
Non so perché ma mentre scrivevo questa Linguetta il verbo ‘scansionare’ ha attivato i miei circuiti mnemonici e l’omino dentro il mio cervello ha tirato su un cartellone con la faccia di Keanu Reeves e il titolo A Scanner Darkly - Un oscuro scrutare.
Si tratta di un film che porta sullo schermo l’omonimo romanzo di Philip K. Dick, con il protagonista che in un futuro californiano non troppo lontano deve vedersela con una droga anfetaminica denominata Sostanza M, che in originale è Sostanza D (e D sta per death, cioè ‘morte’).
Ah, il regista è Richard Linklater e magari il fatto che il film sia girato in rotoscope può renderlo un po’ meno pesante. Ma giusto un filino.
🌳 Bonus track: il pianeta ringrazia
Le parole modificano gli scenari, e quelle che lo scorso 8 febbraio si sono aggiunte alla nostra Costituzione sono davvero parole preziose. La Camera dei deputati ha infatti approvato la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione, riguardanti la tutela ambientale.
Per chi vuole vedere come sono cambiati ecco il link ufficiale sulla pagina web del parlamento e la spiegazione più intuitiva nella newsletter di Nicolas Lozito.
Noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
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P.S.
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