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Parola di Dahl

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Parola di Dahl

Linguetta #74 / Una puntata letteraria per riflettere sulla decisione dell'editore britannico di Roald Dahl di apportare modifiche linguistiche alle storie dello scrittore.

Andrea M. Alesci
Feb 23
22
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Parola di Dahl

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Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!

Nel Regno Unito i libri di Roald Dahl vengono pubblicati da Puffin Books, che insieme alla Roald Dahl Story Company (dal 2021 di proprietà di Netflix) ha deciso di apportare una serie di modifiche alle più recenti edizioni dei suoi libri. Motivazione: eliminare tutte le espressioni che secondo la sensibilità odierna sarebbero offensive.

Questa in sintesi la notizia, vi rimando al pezzo del Post per leggerla in modo completo e per vedere alcune di queste modifiche fatte a libri come Matilde o Le streghe.

Già, Le streghe, forse il libro che amo di più, quello che contiene tutto il pensiero divergente di Roald Dahl.


Stregami

Due anni fa — grazie al progetto Cento Libri dell’associazione Piccoli Maestri — nel pieno del lockdown ero entrato a distanza in una prima media dell’istituto Marconi di Palermo. Ci ero entrato con Le streghe di Roald Dahl.

Non ho quasi parole per descrivere quanto sia stata bella questa cosa, e riesco solo a immaginare quanto si sarebbe moltiplicata l’emozione se fosse stata dal vivo.

Ma la cosa ancora più bella (l’inatteso è sempre bellissimo) sarebbe arrivata pochi giorni dopo nella mia casella mail: un messaggio dalla prof con un allegato che riraccontava quell’esperienza con le parole di ragazze e ragazzi della 1H. Vi riporto il pensiero di una di loro:

Roald Dahl ci vuole dire che esistono molte persone come le streghe, che si scordano di essere state bambini e per questo diventano malvagie.

Ecco, bastano due righe a dire tutto: quello che riesce a fare un romanzo scritto nel 1983 e quello che si porta dentro una ragazzina che l’ha letto nel 2021.

Non vorrei che la Linguetta diventasse troppo lunga però mi piace segnalare il post su facebook di Davide Morosinotto, che è uno dei più grandi autori italiani contemporanei di letteratura per ragazzə; la sua opinione diverge dalla mia, e da quella di molte altre persone. Il suo post però è intelligente, si legge con piacere perché è segnale di chi ragiona e si interroga.

Nei commenti ci sono anche quelli autorevoli del filastrocchiere Bruno Tognolini e dell’illustratore Peppo Bianchessi, che dissentono da Morosinotto. Due estratti:

  • TOGNOLINI → Le storie nate orali, cambiano. La loro nativa ostinata anima orale forse le mantiene nella famiglia delle storie mutevoli, mutabili, mutanti, anche quando son scritte. Le storie che nascono scritte, se sono Grandi Storie, invece no: quelle non cambiano, non possono e non devono cambiare.

  • BIANCHESSI → Prendiamo a caso molti degli autori per ragazzi e ragazze che ora osanniamo perché hanno cambiato questo mondo e per come lo hanno fatto: Dahl, Sendak, Ungerer, per non parlare di Astrid Lindgren o anche Bianca Pitzorno, Charles Addams o Edward Gorey. Questi hanno scritto e disegnato tutti cose che “non stava bene scrivere” per la società del tempo e alcuni hanno avuto non pochi problemi. Hanno trovato editori lungimiranti che hanno creduto in loro e hanno avuto il coraggio di pubblicarli, per fortuna. Ho elencato alcuni autori che hanno come tratto distintivo un grande senso dell’umorismo (sintomo di intelligenza) alle volte anche estremo e sconvolgente e, in fondo, anche della giustizia rispetto a prendere le parti per chi è più fragile, distinguendo ciò che è giusto e sbagliato ma senza rinunciare alla complessità e alle sfumature degli esseri umani.

Vi linko anche un post facebook proprio di Bruno Tognolini, che riporta integralmente il pensiero del giornalista Michele Serra nella sua quotidiana rubrica L’Amaca. Un estratto:

Poiché non esiste discorso umano e opera d'arte che non rischi di urtare la sensibilità di alcuno (le statue apollinee potrebbero offendere i non belli) tanto vale cancellare tutto. Bruciare le biblioteche e le pinacoteche.

Per chi è qui per la prima volta, sei nel posto giusto per unirti a Linguetta!


Parole pulsanti

Se Roald Dahl fosse vivo e volesse cambiare alcune parole delle sue storie, non ci sarebbe nulla da dire. Capita che autori o autrici decidano di fare piccole correzioni alle proprie opere a distanza di anni, per i più svariati motivi (nel post che ho linkato qui sopra Bruno Tognolini ne racconta una che lo riguarda direttamente).

Ma Roald Dahl è morto nel 1990.

L’operazione di Puffin Books e Netflix è di tipo commerciale, non ha nulla a che vedere con la letteratura.

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Una delle funzioni dei libri è di custodire temi e personaggi provocatori, irriverenti, ribelli.

Come dice in un post lo scrittore Beniamino Sidoti:

In tutto questo, emerge un’idea ben singolare della lettura, molto più vicina alla moderazione dei social network che a secoli di pratica. Leggere significa confrontarsi con le idee, non assorbirle per via ipodermica.

Uno dei motivi per cui si scrive è quello di denunciare alcune comfort zone, per uscirne o spingere altri a uscirne. Esistono libri non confortevoli, ed è il loro bello.

Ecco, come avrete capito anche per me le parole di chi ha scritto una storia devono rimanere quelle, a meno che mentre è in vita sia l’autore o l’autrice a modificarle.

La forma della narrazione può cambiare quando ci applichiamo filtri come quello della traduzione, tant’è vero che capita che di uno stesso testo esistano traduzioni diverse. Ma le traduzioni — come suggerisce l’etimologia della parola — sono sempre trasporti, traghettamenti da una riva linguistica all’altra, sono di fatto tradimenti necessari per portare quei sensati grumi di parole da una cultura a un’altra.

Così come possono essere tanti e diversi gli adattamenti (altro filtro) di una stessa opera.

Però le parole di chi scrive una storia sono le parole che ha scelto perché quella storia diventasse di chiunque, proprio quelle parole.

Chiuderei questa Linguetta con una frase del protagonista delle Streghe di Dahl, quando verso la fine dice:

Non importa chi sei né che aspetto hai. Basta che qualcuno ti ami.

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I libri di Roald Dahl sono commedie nere che sfidano le regole adulte, fanno sognare a occhi aperti e soprattutto fanno ridere di gusto.

📚 Perfidamente divertente

Che ve lo dico a fare, suggerisco una bella immersione nei libri di Roald Dahl, tipo Obelix quando cadde nel paiolo del druido da piccolo. Ce ne sono per tuttigusti+1. Per i piccoli cito il più breve e dissacrante, che è pure scritto in rima: Versi perversi, in Italia tradotto da Roberto Piumini.

Per i grandi la raccolta di (due) racconti Il libraio che imbrogliò l’Inghilterra, che contiene anche Lo scrittore automatico (traduzione di Massimo Bocchiola).

E per l’età di mezzo quel gioiello di propaganda per la lettura che è Matilde (traduzione di Francesca Lazzarato e Lorenza Manzi).


🎥 Di pesche (e) giganti

C’è Henry Selick alla regia (proprio lui, quello di Nightmare Before Christmas), l’anno è il 1996 ed esce per Disney James e la pesca gigante, film d’animazione tratto dall’omonimo romanzo di Roald Dahl, quello che nel 1961 lo rivelò al mondo come grande scrittore per bambinə e ragazzə. Se riuscite a recuperarlo, è entusiasmante gettarsi con James Henry Trotter all’avventura, in compagnia di una pesca gigante e di una serie di insetti parlanti grandi come umani.

Il secondo consiglio si sdoppia, perché l’opera di partenza è la stessa ma i film sono due: Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971) e La fabbrica di cioccolato (2005). Johnny Depp è perfetto nei panni del geniale cioccolataio però Gene Wilder era perfettissimo!

Terzo e ultimo consiglio è per Il GGG - Il grande gigante gentile. Che dire, Steven Spielberg riesce nel difficile compito di trasferire la magia dalla pagina allo schermo. E stare lì insieme alla piccola Sofia col GGG, tra cetrionzoli ed ettolitri di sciroppio, ci ricorda davvero com’è vedere il mondo con occhi da bambinə.

Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!

Conserviamo le parole e le storie che ci fanno vedere il mondo in modi imprevisti, difendiamole dalle cesoie delle censure. Per farlo serve soprattutto il 💖, lo stesso cuore che sta qua sotto e potete pigiare per dirmi se v’è piaciuta la puntata.

Il pulsante per dibattere sta proprio lì accanto, e io sto dall’altra parte dello schermo pronto a rispondere. Se però volete raggiungermi in modo privato, scrivetemi pure via mail, altrimenti c’è la chat.

Sentite il bisogno di condividere Linguetta anche su Instagram? Mi fa molto piacere: nel caso taggatemi, sono andrjet.

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7 Comments
Teodora Dominici
Writes Calibri
Feb 26Liked by Andrea M. Alesci

Affezionatissima a "Le streghe" che è a tutti gli effetti il mio preferito di Dahl 🖤

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Maurena
Feb 25Liked by Andrea M. Alesci

Sei sempre interessante, grazie. Sono d'accordo con te

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1 reply by Andrea M. Alesci
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