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Linguetta #77 / Usare un linguaggio umano significa rifuggire le espressioni macchiniche fatte di tecnicismi, perifrasi, frasi fatte, esondazioni di parole.

Andrea M. Alesci
Mar 17
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Foto di Rock'n Roll Monkey su Unsplash.

Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!

Mi capita spesso — soprattutto al telefono o durante una videochiamata — di dire quello che ho da dire e, arrivato alla fine, fermarmi. E poi sentire vibrare quell’attimo di silenzio, quando ho smesso di parlare. E mi sembra che il più delle volte chi mi ascolta vorrebbe sentirsi dire altro. E invece io mi arresto, perché ho finito di dire quello che avevo da dire.

Non ho altro da aggiungere, vostro onore.

Mi sforzo di non pesare, di non dire troppo, perché mi rendo conto che l’attenzione è un bene prezioso. Cerco di farlo anche dentro Linguetta, sperando di riuscirci (anche per le puntate un po’ più lunghette).

Dire poco, usando le parole giuste.

A questa cosa dell’economia di parola, senza perifrasi e lungaggini, mi ci ha fatto pensare il conversare di queste settimane su intelligenza artificiale e applicazioni linguistiche (tipo l’arrivo di Chat GPT-4), ma soprattutto il pensiero del copywriter Doriano Zurlo nel pezzo sugli uomini che parlano come macchine:

Per vincere nel grande torneo della comunicazione, oggi, si devono generare torrenti verbali.

L’overwording, l’esondazione di parole cui siamo esposti in ogni istante della nostra vita, mina la nostra percezione della realtà.

Il transumanista, entusiasta, proclama: abbiamo inventato la macchina che parla come l’uomo! Non si accorge che forse è il contrario.

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Dai, speriamo che ce la caviamo, forse non è ancora il momento di essere terminatə.

Umano, troppo umano

Quello che ci differenzia dagli altri animali è la capacità di articolare una lingua fatta di parole, quindi l’abilità nel mettere insieme quelle parole per creare delle storie.

Spesso però pervertiamo questa nostra limpida capacità di comunicare, di entrare in relazione con altri esseri umani, violentando la lingua con espressioni sature di cose: testi amministrativi infarciti di burocratismi e manierismi, messaggi di un marketing scadente che si riempie di luoghi comuni, pezzi giornalistici imbottiti di frasi fatte o espressioni auliche, bacheche social zeppe di commenti che a volte ripetono cose già dette da qualcun altrə.

Il modo in cui diciamo le cose condiziona le persone che ci circondano, quelle con cui parliamo, a cui scriviamo, tutte quelle con cui comunichiamo.

E siccome la lingua è contagiosa, il modo in cui parliamo con le altre persone è il modo in cui produrre un cambiamento, perché cose come questa qui sotto diventino solo un offuscato ricordo:

Da un esempio riportato in un post LinkedIn dalla copywriter Valentina Falcinelli.

Una lingua dimentica di burocratismi, tecnicismi, robotismi. Lo dice bene Silvia Schiavo, coordinatrice dei progetti della Scuola Holden:

I have a dream: meno verbosità nella scrittura professionale. Meno antilingua.

Il brigadiere di Calvino è sempre in agguato. Lo si può vincere tornando a un italiano concreto e comprensibile.

Se ho a cuore il mio pubblico, i miei lettori, il primo gesto di cura nei loro confronti è tornare a una lingua semplice.

Per chi è qui per la prima volta, sei nel posto giusto per unirti a Linguetta!

Splendida splendente

Una lingua pulita è una lingua che sa dire le cose essenziali, sa fare sintesi, soprattutto sa parlare senza nascondersi dietro formule preconfezionate.

Come racconta il copywriter Luca Altimani, immaginando un annuncio di lavoro da sogno, inteso nel senso di “scritto da sogno”: cioè un annuncio di lavoro scritto da umani per umani. Fateci un salto sul suo post: tanta ironia, chiarezza, e si legge in un minuto.

La stessa chiarezza che ho ritrovato nelle parole usate dall’Athletic Brighela, squadra calcistica di terza categoria di Scanzorosciate (Bergamo), multata per 26 mila euro da un giudice sportivo per avere esposto uno striscione con scritto “Nessuno e nessuna di noi si considera una vittima. Le vittime sono in fondo al mare”.

La lettera per intero potete leggerla nel pezzo su Repubblica, ma vorrei chiudere riportandone un estratto, perché le poche esatte parole che hanno usato spiccano per immediatezza, consapevolezza linguistica, rispetto delle identità di genere, scorrevolezza e soprattutto per quei contenuti che fanno sentire a chi la legge l’irripetibile lato umano che ci distingue, dagli altri animali e dalle macchine.

Perché noi socie e soci, prima di essere parte dell’azionariato popolare che sostiene economicamente l’infrastruttura Brighela, siamo persone, libere cittadine e cittadini.

Pensiamo, dunque siamo. Esistiamo in quanto esseri pensanti. Gli esseri pensanti osservano, riflettono e, dove vedono ingiustizia e barbarie, si indignano. E quindi mettono punti esclamativi laddove l’umanità cessa di esistere. Pongono interrogativi allorché le risposte tardano o stentano ad arrivare.

Lo spazio per essere umani c’è, ci basta usarlo.

📚 Fantascientifica umanità

C’è un autore che mi piacere davvero tanto, che scrive poco ma quando lo fa ne escono racconti di fantascienza che brillano. Lui è Ted Chiang, il cui racconto Storie della tua vita ispirò il (bellissimo) film Arrival diretto da Denis Villeneuve nel 2016.

C’è però una seconda raccolta di racconti che s’intitola Respiro e che vi lascio come consiglio, perché la voce pacata di Chiang porta in zone del pensiero fatte di speranze essenziali. Una frase dal racconto Il ciclo di vita degli oggetti-software:

l’esperienza è algoritmicamente incomprimibile.

🎥 Lontani e vicini

Due cose che ho visto sul piccolo schermo:

  • Andor, una serie tv dell’universo Star Wars, che nei suoi spin-off sta ormai dando il suo meglio. E questa diramazione da un altro spin-off (Rogue One) m’è proprio piaciuta, perché è una cosa che si distacca dal resto delle produzioni di Star Wars: il primo e unico combattimento spaziale lo vediamo all’episodio 11 di 12, c’è azione ma sta tutta nella fase di preparazione, sta tutto nel racconto della storia di Cassian Andor, nei risvolti psicologici e antropologici delle forze della Ribellione pronte a opporsi al macchinico Impero. Sta su Disney+.

  • Siccità, film di Paolo Virzì ambientato in una Roma arsa dalla sete, dentro il realistico futuro di una città senza Tevere, in secca di umanità, desolante. La crisi idrica è un frammento della crisi climatica che fatichiamo a vedere. Sta su Sky e Now.

🎧 Il peso delle scelte

L’ho scoperto pochi giorni fa ed è una cosa davvero bella: si chiama Sostiene Tabucchi, è un podcast del Salone internazionale del libro di Torino e racconta Sostiene Pereira attraverso il prisma di scrittrici e scrittori che hanno amato il capolavoro di Antonio Tabucchi, così come hanno amato tutte le storie di Tabucchi. E come le amo profondamente anch’io. Ecco qua il primo episodio.

Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!

Troviamo le parole per scrivere e parlare in modo umano, in fondo ci basta ricordare di usare sempre il 💖, lo stesso che sta qui sotto e che potete pigiare per dirmi se v’è piaciuta la puntata.

Per lasciare un commento c’è lo spazio accanto al cuore, ma vi aspetto pure via mail o dentro la chat di Linguetta.

Se volete taggarmi su Instagram, cercatemi come andrjet.

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4 Comments
sarah
Mar 17Liked by Andrea M. Alesci

Riflessioni stupende che danno aria fresca al cervello, magari mentre fai una pausa in ufficio

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1 reply by Andrea M. Alesci
Leonardo Mazzeo
Writes Bestiale
Mar 17Liked by Andrea M. Alesci

Arrival ❤️

Grazie per la seconda raccolta di racconti, messa in coda!

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1 reply by Andrea M. Alesci
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