Aggiungere
Linguetta #137 / La lettura ci aiuta ad avere più parole per raccontarci e capire chi ci sta intorno, moltiplicando le possibilità di ragionare sul senso delle parole.
Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Capita nei gruppi di lettura che tengo nelle scuole medie che qualche ragazza o ragazzo mi dica: “A me non piace leggere”; allora quello che cerco di fare è creare occasioni di ascolto senza giudizio.
Anche perché leggere non è un’azione naturale, è qualcosa che dobbiamo imparare.
Leggere ci costa fatica, nasciamo come creature visuali.
Noi leggiamo per ritrovare quello che abbiamo provato da analfabeti: il passaggio dal segno al senso. E continuare a leggere aggiunge sempre nuovi sensi al nostro io interiore.
È come se dentro di noi abitasse già un gruppo di lettura, una confederazione di anime che si mette a parlare, discutere, aggiungere pezzi di discorso a ogni nostra nuova lettura.
Senza la capacità di leggere faticheremmo a stare nel mondo. E tra le tante cose che si possono dire o fare davanti a un “non mi piace leggere” suggerisco un esercizio d’immaginazione: immaginare una realtà in cui noi, a un certo punto, perdiamo questa capacità di decifrare i segni alfabetici lasciando però intatto nella memoria quello che fin lì abbiamo acquisito. Soltanto che non possiamo più fare nostre delle nuove parole.
Ecco, leggere ci aggiunge parole.
E avere più parole a disposizione significa riuscire ad avere più possibilità di cercare il senso dell’essere al mondo, significa entrare in sintonia con un sacco di persone diverse da noi e continuare a capire gli incessanti cambiamenti umani.
Universi in espansione
Una delle cose belle dell’avere intorno piccoli umani è che ci fanno osservare meglio le cose, anche quelle che credevamo di avere fatto nostre e di padroneggiare. Succede soprattutto quando ti chiedono il significato di una parola appena sentita.
Come mi è capitato tempo fa durante una lettura ad alta voce del libro di Britta Teckentrup Il mondo è rosso, fatta con gruppi diversi di bambinə. Ogni volta qualcunə mi ha fermato nel sentire la parola sgorgando, che evidentemente con il suo profilo onomatopeico aveva toccato corde profonde e risuonato nei corpi.
In particolare, dentro quel libro ci sono tanti verbi che descrivono le forme della rabbia scatenate da una bambina, e i significati di una stessa emozione si espandono in più direzioni.
Ogni parola aggiunta al nostro corpo, agisce dentro di noi e possiamo disporne per regolare quello che ci capita.
La lettura è fatta di ricordi e anticipazioni, ma non esiste in sé: esistono i libri. E i libri esistono perché esistono le storie.
Le storie ci riguardano perché ognuno di noi è una storia, e attraverso la narrazione, giorno dopo giorno, ci riconosciamo e costruiamo la nostra identità.
Allora serve vedere i libri, intorno a noi, anche solo come invito a guardare come sono fatti.
Serve avere le biblioteche.
Serve avere le librerie.
Serve vederli comparire in televisione, i libri.
Serve averli intorno a scuola.
Serve che entrino nelle classi.
Serve che si aggiungano sempre di più ai “libri di testo” (o li sostituiscano).
Serve ricordare quello che, in uno dei corsi che ho seguito su lettura e dintorni, la bravissima Simonetta Bitasi ha detto:
I lettori nascono dai lettori.
Cioè, chi legge può solo cercare di trasmettere la propria passione, e praticare quello che la lingua ci insegna: il contagio.
Moltiplicando
Mi piace molto la copertina (ma pure quello che c’è dentro) di Grammamanti, l’ultimo libro scritto dalla nume tutelare di questa newsletter, Vera Gheno. Mi piace perché l’illustrazione di Lorenzo Mattotti raffigura un uomo e una donna che si abbracciano, mentre reggono e leggono un libro ciascuno. Eccola qui sotto.
C’è racchiuso il senso del titolo, di chi ama le parole nella loro flessuosa complessità e metamorfosi. Il senso di una lingua viva che abbiamo deciso di racchiudere in un oggetto formato da due copertine e un po’ di pagine di cellulosa.
I libri ci parlano e noi possiamo parlare coi libri, aggiungendo parole ai nostri corpi e aggiungendo la capacità di ragionare su quelle parole.
Un’addizione che riguarda sempre anche il modo in cui usiamo quelle parole per definire le altre persone. Come dice Vera Gheno, descrivendo il concetto di ‘normalità’:
[…] i normali hanno spesso la pretesa di nominare i diversi per sottrazione: a-normali, per l’appunto, ma anche non vedenti, non udenti, non deambulanti. Tra le persone che leggono questo libro c’è qualcuno a cui piacerebbe essere definito per la mancanza di qualcosa?
I libri e le parole ci aiutano a decostruire questo concetto di “normalità”, così come il principio dell’essere tuttə uguali.
Piuttosto, meglio dire che siamo tutte persone uniche.
Si tratta di aggiungere descrizioni e definizioni, come dentro una specie di dizionario umano con sempre più pagine.
P.S.
Visto che a leggere si aggiungono voci dentro di noi, se vi va di metterne alcune che suonano in rima, agevolo il link del libro L’arcipelago delle isoleombra: io l’ho scritto, Marianna Balducci l’ha illustrato e Sabir editore l’ha edito.
🖊️ Inversi
Oggi pochi versi tratti dalla raccolta Poesie di Sandro Penna, che ha scritto quattro versi in forma liquida.
Il mare
Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo
di gioia. E tutto è calmo.
📚 Giapponesità senza età
È stata una piacevole scoperta di poco tempo fa, arrivata come capita spesso da un percorso che non ricordo. Si tratta del libro a figure La cosa nera di Kiyo Tanaka, composto da frasi brevissime e disegni in bianco e nero, e in grado di portarci nel sorprendente viaggio di una bambina dentro l’armadio di casa.
🎧 Azioni sostenibili
Come l’omonima newsletter, anche il podcast Areale riesce a penetrarti grazie alle acute riflessioni del giornalista Ferdinando Cotugno, che ogni volta racconta con esempi concreti che cosa occorre fare per tentare di salvare il pianeta. Ecco l’ultimo episodio Non abbiamo cinque anni da perdere.
Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Aggiungiamo parole alla vita grazie alle storie dei libri, che in fondo basta usare il 💖, lo stesso cuore che sta qui sotto e che potete pigiare per dirmi se v’è piaciuta la puntata.
Per lasciare un commento c’è lo spazio lì accanto, ma vi aspetto pure via mail, oppure dentro le Notes con un restack della puntata (cioè pigiando la rotellina con le due frecce accanto al simbolo dei commenti).
Se volete taggarmi su Instagram, cercatemi come andrjet. E se volete sono pure su Threads.
Oddiooo la biblioteca di Belle!! Era il mio sogno da bambina! Grazie come sempre per gli spunti.
Messo subito in lista “La cosa nera” 🩷