Bandi(tismi) digitali
Linguetta #14 / Bandi di concorso come emblema dei famigerati PDF in burocratese e siti web dei comuni che devono ancora fare tanta strada. Con qualche speranza, però.
Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Quante volte siete atterrati sul sito web di un Comune per cercare un’informazione e quel sito si è impallato, oppure vi ha immesso in un labirinto di vicoli digitali senza uscita? O magari il sito web è riuscito ad aprirsi (pure con il protocollo di sicurezza aggiornato, miracolo!) e voi avete cercato e trovato il percorso giusto, siete arrivati davanti al file e … era un PDF scritto nel solito vecchio pigro burocratese.
E allora avreste voluto essere Voldemort per scagliare la maledizione Avada Kedavra contro il pc e la digitalizzazione pubblica!
Ok, forse ho esagerato un po’ 😅.
I siti web dei comuni italiani dovrebbero adeguarsi tutti alle direttive di AGID (Agenzia per l’Italia Digitale), nata nel 2012 per attuare i programmi dell’Agenda digitale italiana.
Purtroppo ad oggi sono poco meno di 1.900 quelli che l’hanno fatto, su un totale di 7.915 comuni presenti in Italia.
Qualche coordinata digitale
Nel 2016 viene fondato il Team per la trasformazione digitale, una squadra di professionisti con competenze digitali trasversali (designer, sviluppatori, esperti di cybersicurezza, comunicatori, esperti di big data) per disegnare un ecosistema digitale operativo per la PA, a qualsiasi livello.
Nel 2019 entra in funzione il sito web del Comune di Cagliari, sviluppato come prototipo dal Team per la trasformazione digitale secondo il modello di design system pensato proprio da Team e AGID per tutti i siti web della pubblica amministrazione (qui è spiegato nel dettaglio il progetto).
Oltre allo sviluppo di kit design per uniformare l’architettura dei siti web di Comuni, PA e scuole, AGID e Team hanno portato avanti altri progetti:
SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) per accedere in un click ai servizi della PA;
PagoPA per i pagamenti facilitati con la pubblica amministrazione;
l’integrazione progressiva degli quasi 8 mila comuni italiani in ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente);
l’app IO Italia per accedere a tutti i servizi pubblici e che nel corso del 2022 dovrebbe essere attiva per tutti gli enti comunali (al momento sono 6.393).
Fine del cappello introduttivo.
Un ecosistema non basta
Adeguarsi alle linee guida AGID per la struttura dei siti web comunali vuol dire avere uno schema di riferimento uguale in tutta Italia, vuol dire - o almeno vorrebbe dire - che non importa se stai a Castelbuono o a Châtillon, quello che conta è che puoi sempre sapere dove cercare un’informazione.
Ecco, purtroppo non siamo nemmeno lì, perché l’ecosistema è ancora incompleto (come abbiamo visto siamo solo al 25% dei siti web di comuni adeguatisi alle linee guida AGID).
“L’immaginazione racchiude il mondo”, diceva Einstein.
Allora immaginiamo che questo ecosistema ci sia già per intero, bello pronto, con tutti i siti web della PA ben congegnati: stessa architettura, stesso grado di sicurezza, informazioni secondo un ordine razionale, facilità d’uso, tutto apparecchiato perché i cittadini riescano a trovare quello che cercano senza particolari attriti.
In questo idillio, poniamo che stiamo cercando i bandi di concorso, perciò: entriamo nella sezione Amministrazione trasparente del sito, leggiamo l’intestazione (e cominciamo a rabbrividire), scorriamo fino all’allegato (sì, sta tutto in un allegato), clicchiamo sull’allegato (è un PDF), apriamo il PDF e … è scritto ancora in burocratese.
Non ce l’ho in modo particolare con i PDF, che di per sé sono una grande invenzione da parte di Adobe, e che ammiro per quell’elegante nome: Portable Document Format. Qualcosa di portatile, in grado di adattarsi al mezzo (tipo di dispositivo) e all’ambiente (software montato sul dispositivo) con cui lo apriamo e leggiamo.
Il problema sta nel come sono scritti i PDF e nel messaggio che li annuncia.
Ora, non mi metto a scansionare un bando completo, anche se in una futura Linguetta analizzerò certamente la struttura di alcuni documenti pubblici. L’occhio di bue lo puntiamo però sull’intestazione del bando, passandone in rassegna cinque diversi tipi, in ordine crescente di chiarezza.
1️⃣
Ecco un annuncio del bando scritto nel classico modo burocratese, cioè in modo incomprensibile:
Magari si poteva scrivere così:
BANDO DI CONCORSO PUBBLICO
Modalità di accesso: esami scritto e orale
Lavoro: un posto a tempo pieno e indeterminato di GEOMETRA (categoria C1)
Posto di lavoro: area tecnica (con diritto di riserva per chi fa parte delle forze armate, secondo gli articoli 1014 e 678, comma 9, d.lgs. 66/2010 e sue successive modificazioni)
2️⃣
Un esempio scritto in modo più umano, ma ancora con troppe frizioni:
Una soluzione alternativa:
AVVISO DI CONCORSO PUBBLICO
Posizione cercata: Direttore di Sistemi informavi e agenda digitale (Chief Technology Officer).
Rapporto di lavoro: tempo determinato, secondo l’articolo 110, comma 1, d.lgs 267/2000.
3️⃣
Eccone uno concepito in modo ordinato, anche se ricorre ancora al PDF per la consultazione integrale del bando (c’è da dire però che i PDF sono scritti in modo più limpido e preciso del solito: se volete dargli un’occhiata, l’encomio va al Comune di Napoli).
4️⃣
Un’intestazione chiara, pulita e senza bisogno di ricorrere al PDF! Per vederla integralmente, sta qui sul sito del Comune di Bergamo.
5️⃣
Come dire, two screenshot is megl che one 😁. Anche perché con questo avviso di selezione sul sito web del Comune di Cagliari siamo di fronte all’esempio che vorremmo vedere su ogni piattaforma della PA: il top del top del sogno, con tutti i riferimenti consultabili online in modo immediato, e in aggiunta i collegamenti ai PDF da scaricare.
Fatti, non pugnette!
Tirando le fila, ho preso in esame gli avvisi per i bandi di concorso perché sono l’emblema della pubblica amministrazione: c’è chi ha capito che la semplicità d’uso va a braccetto col proprio mandato di utilità ai cittadini e chi invece anche in queste minime comunicazioni sembra fare di tutto per scoraggiare la lettura.
Perché la cosa da capire è che la trasformazione digitale non è solo un fatto tecnico, è qualcosa che deve funzionare usando la lingua come passaporto per un messaggio da fare arrivare forte, chiaro, rintracciabile immediatamente.
E alla fine, quello che conta, quello che tutti vogliamo, è arrivare in modo semplice al succo delle cose, come diceva l’assessore a Varie ed eventuali, Palmiro Cangini.
🎵 Bando alle ciance
Stavolta niente libri, ma solo un pezzo per rimanere in tema: Bandida di Mannarino.
E già che ci siamo, consiglio tutto l’album V.
🎥 Da non mettere al bando
Siccome la Treccani dice che il bando è un “annuncio pubblico, in origine letto e anzi gridato da un messo, il banditore, per comunicare al popolo le decisioni dell’autorità”, e siccome a me questa cosa, non so perché, mi fa venire in mente il Medioevo, allora il consiglio cinematografico di questa Linguetta va dritto alle disavventure medievali di Roberto Benigni e Massimo Troisi in Non ci resta che piangere (1984). Che poi l’alternativa alle lacrime, anche per i testi mal assemblati, è sempre il riso, è prenderla con filosofia, e soprattutto con tanto tanto ottimismo.
Perché come diceva il filosofo Robert Anton Wilson:
Un ottimista trova decine di soluzioni per ogni problema che il pessimista considera irrisolvibile.
Ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Ah, come sempre: se vi scappa il dito sul cuoricino qui sotto, pigiate per farmi sapere che vi è piaciuta la puntata di Linguetta 💖.