Con le mani
Linguetta #142 / Le mani sono appendici con cui facciamo un sacco di cose: ricordarcene ci rende consapevoli del pensiero che generano, disegnando o scrivendo.
![Toni seppia con una mano destra che spunta da destra e con una matita scrive qualcosa su un libro aperto, mentre l'altra in basso riposa distesa sulle pagine. Sfondo nero e sfuocato. Toni seppia con una mano destra che spunta da destra e con una matita scrive qualcosa su un libro aperto, mentre l'altra in basso riposa distesa sulle pagine. Sfondo nero e sfuocato.](https://substackcdn.com/image/fetch/w_1456,c_limit,f_auto,q_auto:good,fl_progressive:steep/https%3A%2F%2Fsubstack-post-media.s3.amazonaws.com%2Fpublic%2Fimages%2F11e92614-a85e-4c49-bc0d-4d6754d04e64_1920x1282.jpeg)
Ehilà, eccomi con una nuova Linguetta!
Un giorno della scorsa settimana due dei miei nipoti mi hanno chiesto di leggere insieme Mule Boy e il troll dal cuore strappato, che credo abbiano consumato da quando glielo regalai qualche anno fa.
Pochi giorni dopo mi arriva un messaggio in cui la loro mamma mi racconta che uno dei due si è messo a costruire un libretto in cui ha riassunto la storia di Mule Boy, aggiungendo qualcosa al finale, e che alla fine c’è stato questo dialogo fra loro due:
Figlio: È stato tutto un lavoro della mano.
Mamma: Anche della testa.
Figlio: Sì, partiva dalla testa e andava nella mano.
Mamma: Era come se la mano andasse da sola?
Figlio: Sì! Mi sono sentito libero tra le pagine, libero di scrivere! Non come a scuola che ti dicono sempre cosa devi scrivere.
Ecco, è uno scambio di battute che dice un sacco di cose che hanno a che fare con il nostro modo di agire il corpo e di fare agire il pensiero attraverso di esso.
Siamo corpi che generano idee.
E siamo soprattutto mani, che fanno cose di cui spesso nemmeno ci accorgiamo o ci ricordiamo nel corso delle nostre giornate.
Mani pensanti
A volte i pezzi delle cose sembrano legati da un filo segreto e invisibile, tanto che proprio poco dopo la versione rivisitata di Mule Boy ho letto un un articolo scritto per la rivista Aracne da Marianna Balducci – con cui abbiamo raccontato una cosa fatta di parole, figure, isole e ombre.
Il suo pezzo s’intitola Pensare con le mani, e parte da alcuni versi di Mariangela Gualtieri che dicono così:
Procedi piano. Lascia che la mano
esegua il fragile dettato.
Abbi fede in quel niente
che viene – quel niente
che succede.
E c’è una profonda connessione tra il “fragile dettato” di Gualtieri, il racconto descritto da mio nipote e quello che racconta poi Marianna nel pezzo:
Spesso coi bambini che incontro e che mi chiedono cos’è disegnare uso l’espressione “pensare con le mani”.
Come racconta Tullio Pericoli nel saggio Pensieri della mano, la mano sembra avere prima una sua autonomia e poi ci conduce verso un suo progressivo annullamento in cui resta solo una connessione diretta tra noi e la punta dello strumento che produce il segno, come se in mezzo si fosse cancellato lo spazio.
Proprio nel saggio citato qui sopra, Tullio Pericoli condensa un sacco di preziosi pensieri su quell’opera di traduzione dalla testa a una superficie attraverso la mano, tipo questo:
So che nella mano c’è una sapienza, e insieme, a volte, il peso della sapienza.
Ma questi movimenti mi fanno anche vedere quanti percorsi caotici e aggrovigliati esistono dentro di me: la mano riesce quasi a mostrarmeli, indicandomi la strada per andare a scovarli e diventando in questo modo una guida alla mia conoscenza.
Le mani sanno.
Le mani riescono a rendere materia qualcosa che era groviglio di astrazioni, diventando poi: una linea per chi disegna, una serie di lettere per chi scrive. Comunque, un racconto che prima non c’era.
Parole afferrabili
Nello straordinario libro di divulgazione La mano scritto da Magda Garguláková e illustrato da Vitěslav Mecner (traduzione di Federico Taibi) tutto inizia con questa frase di Aristotele:
La mano è lo strumento degli strumenti.
Forse è proprio nell’usare la mano che come specie umana abbiamo iniziato a distinguerci dagli altri animali e a intagliare nel mondo le forme culturali che ci fanno esistere.
Le mani possono fare un sacco di cose: disegnare, tastare, scrivere, sorreggere, indicare, aggrapparsi, schioccare, giocare, colpire, stringere, bloccare, segnare, sentire, accarezzare.
E le mani possono afferrare.
È a quest’immagine che pensiamo quando dobbiamo aprire una porta, afferrando una maniglia per entrare in un altro spazio. Funziona allo stesso modo con le parole, le afferriamo per entrare in una stanza che cambia a seconda della funzione delle parole:
parole che servono per una comunicazione pubblica, a cui chiediamo limpidezza, appigli, direzioni, risposte.
parole della letteratura, a cui chiediamo ambiguità, domande e spinte verso luoghi anche inafferrabili.
Le mani possono essere anche linguaggio, possono parlare ed esprimere emozioni.
C’è una cosa cosa che spesso faccio negli incontri con bambine e bambini, quando ci muoviamo fra le domande per vedere che cosa sono le rime di una filastrocca.
Allora gli dico di girare le mani con il palmo all’insù e guardarle, e vedere come sono fatte, con quell’intrico di linee papillari che rende ogni mano unica.
E che le nostre mani sono un po’ come due versi che rimano: possono essere uguali, ma anche non perfettamente, a volte basta un’assonanza (di vocali) o una consonanza (di consonanti).
Insomma, basta che due versi si assomiglino per poter rimare. Eppure, quando li diremo, così come quando uniremo le mani, combaceranno alla perfezione e potranno suonare: in una filastrocca o in un applauso.
Abbiamo letteralmente le parole nelle mani, non ci resta che usarle come meglio possiamo.
P.S.
Oggi arriviamo un po’ prima della mezzanotte! E il pannello di controllo dice che rispetto a sette giorni fa siamo aumentate di 50 persone dentro Linguetta: e siamo arrivate a 3.022 iscritte!
Grazie grazie grazie grazie! Quattro volte come quattro sono le persone che hanno deciso di sostenere Linguetta anche con un contributo personale. Sto pensando a qualcosa di speciale da mandarvi.
🖊️ Inversi
Oggi pochi versi di Bruno Tognolini dalla raccolta Rime chiaro scure scritte insieme a Chiara Carminati (e illustrate da Pia Valentinis).
Poesia
Come onde sono i versi
Che si spengono alla rima
Quando arrivano son persi
Mentre il mare sempre prima.
📚 Sguardi e segni
Il primo consiglio è un libro per ragazze e ragazzi uscito da pochissimo: s’intitola Gli occhi e l’impossibile, l’ha scritto Dave Eggers (illustrazioni di Shawn Harris e traduzione di Maurizio Bartocci) e racconta di un cane di nome Johannes che diventa i nostri occhi così come è già gli occhi per tutti gli animali che abitano un posto, e che solo alla fine capiremo che cosa sia. La storia di una rivelazione con cui dovranno farci i conti tuttə, compresə chi legge.
Secondo consiglio per il libro a figure Tutto quello che è successo prima del tuo arrivo (traduzione di Monica Cipriano) in cui Yael Frankel è riuscita a disegnare come se a farlo fosse stata la mano di un piccolo umano. E la cosa incredibile è il meccanismo che Frankel ha usato per diventare bambina, come spiega in questo reel Instagram il designer Riccardo Falcinelli.
🎥 Visività che impatta
A tre anni dalla sua uscita, ho scoperto un’altra avvincente serie tv tratta da un videogioco: dopo aver visto The last of us e Fallout, è stata la volta di Arcane, ispirata al videogioco League of Legends. Mi ci sono avvicinato senza sapere nulla, senza nemmeno vedere teaser o trailer, solo accettando un consiglio.
Nove puntate di sorprendente bellezza sotto tutti i punti di vista: grafica animata, recitazione (già perché le scene mischiano disegno a mano e CGI, cioè Computer-generated imagery, immagini generate al computer), regia, sceneggiatura, doppiaggio (il consiglio è di ascoltarla in originale coi sottotitoli), colonna sonora. E ogni volta, dopo i primi due minuti di narrazione, quando parte la sigla degli Imagine Dragons, non si riesce a staccarsi.
Sta su Netflix, e in autunno arriva la seconda conclusiva stagione.
🎧 Le voci delle immagini
Il mondo invisibile a cura di Alessandro Mele è un podcast prezioso, che ho già consigliato in passato, e a cui ora torno per suggerirvi l’ascolto dell’ultima puntata, in cui a raccontarsi è l’illustratore brasiliano Renato Moriconi. Ve lo linko qui sotto.
📧 Attese fra le pagine
Mi è piaciuta l’ultima puntata di
in cui ha raccontato due storie della coppia Julie Fogliano & Erin. E. Stead che sono emerse proprio di recente in un gruppo di lettura di libri a figure di cui faccio parte: si tratta di Se vuoi vedere una balena e E poi… è primavera (traduzioni di Cristina Brambilla). Il racconto che ne ha fatto è un bell’invito alla scoperta anche per chi ancora non le conosce.Mi sa che è tutto, noi ci leggiamo alla prossima Linguetta!
Ricordiamoci delle tante cose che possono uscire dalle nostre dita, che in fondo basta usare il 💖, lo stesso cuore che sta qui sotto e che potete pigiare per dirmi se v’è piaciuta la puntata.
Per lasciare un commento c’è lo spazio lì accanto, ma vi aspetto pure via mail, oppure dentro le Notes con un restack della puntata (cioè pigiando la rotellina con le due frecce accanto al simbolo dei commenti).
Se volete taggarmi su Instagram, cercatemi come andrjet. E se volete sono pure su Threads.
Ma mi trovate anche sul mio profilo Linktree, dove la bio recita: Testa pensante con dita scriventi.
Una grande soddisfazione più che meritata. Linguetta è una delle poche newsletter che leggo appassionatamente fino all'ultimo punto. Bravo!
Osvaldo Cavandoli 💚